Scelte o non scelte. C'è un certo immobilismo nel Palazzo: paura di fare o paura di disfare?
di Marilisa Bombi
Argomentavo, otto anni fa, proprio quando la Slovenia
entrava nello spazio di Schengen, circa il fatto che i confini più difficili da
smantellare sono quelli mentali. E che a volte la barriera può essere talmente
grande da rendere impossibile superarla. E’ quello che succede a Gorizia, dove
quella solidarietà che auspicavo stenta ancora a manifestarsi e che, invece, ci
ha portato agli (dis)onori della cronaca nazionale in quel commento che, a
firma Aldo Cazzullo, sul Corriere della sera, proprio non mi ci ritrovo.
Perché penso a mio nonno Francesco, emigrato in Cile quando
mio padre non aveva ancora quattro anni, penso a Sacco e Vanzetti inchiodati da
un marchio d’infamia per il solo fatto di essere italiani. Penso ai tanti lombardi
che ancora oggi superano la frontiera svizzera per andare a lavorare. Penso a
questa umanità in perenne movimento per carestie, guerre, cataclismi.
Ma limitandomi a parlare di confini, di rapporti tra le due città,
di scambi, interscambi, GECT ecc. mi chiedo, o meglio ancora non ci si può non chiedere come sia possibile che mentre la vicina Slovenia ha
rimosso segni, simboli e manufatti del confine fisico, che c'era e non c'è più,
pensando anche - laddove possibile - ad
una loro valorizzazione a fini turistici, in Italia si è fatto, di concreto, di
tangibile, poco o niente. Ed in quel “niente”
ci sta anche la mancata rimozione delle fioriere che, in piazza della
Transalpina, bloccano la circolazione. Una via Caprin, insomma, stoppata da
barriere in cemento che se rappresentavano un obbligo prima dell’entrata della
Slovenia nello spazio di Schengen oggi non hanno più alcun senso. E quindi
l’interrogativo che ci si deve porre è questo: nessuno ha pensato o dato
disposizioni per la loro rimozione o la scelta di consentire il passaggio solo
pedonale è strategica perché venga mantenuto vivo il ricordo della cortina di
ferro che per di lì passava?
1 commento:
Subito dopo le fioriere, che comunque permettono il passaggio, in territorio sloveno c'è una bella strada che porta ad una sorta di centro logistico, dove sfrecciano le auto, creando un evidente pericolo. Forse questa volta l'ostacolo (che non è poi così ideologico come sembra) è meglio non rimuoverlo finché non si sistema la viabilità anche dall'altra parte.
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