Attraverso Change.org, piattaforma per le petizioni, è stata avviata oggi la campagna a difesa della donna: Solo medici non obiettori nelle strutture pubbliche!
di Marilisa Bombi
Il recente fatto di cronaca, successo a Catania, dove una
donna è morta e così i due gemellini che portava in grembo, sta enfatizzando un
problema che, tuttavia, nel caso specifico non aveva alcuna rilevanza. Ma si
sa, le notizie vengono a volte manipolate per essere più appetibili, se quanto
affermato dal Fattoquotidiano corrisponde al vero e non ci sono motivi per
dubitarlo.
Ciò che è avvenuto in Sicilia, tuttavia, porta in primo
piano un problema che non è assolutamente irrilevante. Ovvero, è possibile che
un medico, dipendente pubblico, si possa rifiutare di fare ciò che la legge,
invece, consente? E solo per il fatto di dichiararsi obiettore di coscienza? A
mio avviso, giuridicamente no. Soprattutto in relazione al fatto che in Italia
ci sono ben 50 specializzazioni nelle quali il medico può scegliere quella a
lui più congeniale, come risulta dall’elenco fornito dal Ministero competente e
relativo alle domande (o quiz) di accesso. Insomma, non c’è nessun obbligo di
fare il ginecologo.
Invece, dovrebbe fare scandalo il fatto che oggi in Italia (secondo
i più recenti dati diffusi dal Ministero della salute), oltre il 70% dei medici sono obiettori. Ciò in quanto questo
determina un grave pregiudizio per la vita e il benessere della donna, cui
viene di fatto negato il diritto alla salute.
Il diritto alla vita, e più in generale alla salute,
dell’individuo è un diritto fondamentale e inderogabile, tutelato da una serie
di norme (artt.575 ss. Cp., art 32 Cost.) alcune delle quali puniscono anche
penalmente chiunque cagioni la morte di un uomo o gli provochi delle lesioni
personali.
Ed è per questo motivo che, a livello personale, mi sento di
promuovere la campagna indetta da Change.org con la petizione
diretta al Ministero della Salute: Solo medici non obiettori nelle strutture
pubbliche. Firma anche tu!
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