martedì 27 ottobre 2015

Cimitero di Gorizia e la desolazione del disinteresse



Si avvicina il 2 novembre, giorno della commemorazione dei morti, ed il cimitero centrale di Gorizia dimostra, brutalmente, il disinteresse del Comune

di Marilisa Bombi

«Preghiere per i morti - tutta qui la mia fede? - So solo che ogni sera, così rispondo, aguzzo la mia povera vista nel buio per scoprire chi più m'aspetta, chi mi fa cenno di là d'un'asciutta e tersa primavera del '40, '41 all'austera ombra dei platani e se e come io lì potrò col mio corpo risorgere, ombra protettiva e tremante fra le care tre ombre così intente a conversare che né l'erbaccia che il giardino ingombra né la luce ormai presta a declinare fa per loro le dalie meno chiare».
I versi sono di Giovanni Raboni (Tutte le poesie, (1951-1993), Garzanti 1997), il poeta che ha esortato a non dimenticare che siamo un'umanità di vivi e di morti, che la nostra identità si rafforza in questa comunione con chi ci ha preceduto. Un'identità che gli ebrei sottolineano con il termine Toledoth, le generazioni: le generazioni ci identificano. Un personaggio di uno dei libri di Fulvio Scaparro (Vecchi leoni, Rizzoli editrice, 2003) dice: La mia vita e quella altrui non è che l'arcata visibile di uno sterminato ponte gettato tra chissà quali sponde su chissà quale fiume. Ogni arcata poggia su due pilastri: la nascita e la morte. La mia arcata è preceduta da innumerevoli altre e infinite altre forse ne seguiranno. [...] I due pilastri possono essere il fondamento etico che giustifica il rispetto non solo della mia arcata ma dell'intero ponte.

Una delle tante tombe sconnesse al cimitero di Gorizia
Che il Comune di Gorizia non abbia minimamente a cuore il rispetto per i morti lo abbiamo già dimostrato  in diverse occasioni denunciando lo scempio compiuto dal taglio di cespugli originariamente previsto dai progettisti ed il mancato ripristino con altre essenze arboree ma, come spesso succede in questi casi, nulla è stato detto e nulla è stato fatto. Il cimitero è soltanto una pratica, come lo sono i giardini, le scuole, il mercato e le strade. E così, ci si avvicina al 2 novembre, giorno della commemorazione dei morti con la consapevolezza che non è stato fatto quanto sarebbe stato necessario od opportuno: dalla informatizzazione dei dati che anche comuni minori hanno provveduto a realizzare o alla sistemazione dei vialetti sconnessi in porfido, o ancora ad un servizio di informazione circa la situazione delle tombe. Non è difficile immaginare lo sconcerto ed il dolore di quei parenti alla vista di sepolcri semidistrutti. Ma per fornire servizi e vedere risultati ci vuole capacità, professionalità e disponibilità, caratteristiche evidentemente queste di cui, con amarezza bisogna riconoscere, sono sprovvisti tecnici, dirigenti ed amministratori responsabili dei servizi cimiteriali del comune di Gorizia.

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