La sollecitazione della campagna H2GO: il Consiglio comunale
di Gorizia faccia realmente politica sull’acqua bene comune.
Basta scaramucce
nella solita e sterile contrapposizione
che non affronta le questioni
decisive per conservare la gestione dei beni comuni e della democrazia.
Il gruppo di lavoro goriziano su Acqua Bene Comune interviene sui contenuti della funambolica mozione di Forza Italia in consiglio comunale. Che andrà chissà quando all'attenzione del Consiglio comunale, in totale irrilevanza di effetti se, come annunciato, la discussione della proposta di legge 135 sul servizio idrico integrato verrà discussa in consiglio regionale già il 30 marzo. Prosegue il mail bombing lanciato da Campagna H2GO, rilanciato a livello regionale dal Movimento 5 Stelle, unico ad essersi opposto alla 135. A questo link il documento congiunto presentato ( e completamente ignorato) alla IV Commissione regionale il 18 febbraio scorso da CeVI – Centro di Volontariato Internazionale (componente del Comitatoreferendario FVG Acqua Bene Comune), Legambiente Friuli Venezia Giulia onlus e Cordicom FVG - Coordinamento dei Comitati Territoriali e dei Cittadini associati del FVG.
COMUNICATO STAMPA, 25 MARZO 2016. L’acqua è il bene
comune che meglio di altri è lo specchio della politica italiana: il processo di privatizzazione
avviato negli anni Novanta con la Legge Galli e poi con vari interventi primo fra
i quali il noto decreto Ronchi-Fitto (del 2009 Governo Berlusconi), oggetto
della consultazione referendaria del 2011, fino al Decreto Sblocca Italia del Governo Renzi,
non ha conosciuto ostacoli tra i vari governi che si sono succeduti.
Ha invece trovato una grande, ma fino ad oggi inascoltata,
opposizione nella volontà popolare.
Milioni di persone che dal 2000 in poi, attraverso referendum, proposte di
legge, manifestazioni, iniziative europee si battono per l’idea che l’acqua è
un bene pubblico indispensabile che deve
essere gestito dalle comunità locali in modo trasparente e partecipato
attraverso la fiscalità generale)e le tariffe, sulla base dei consumi,
prevedendo il riconoscimento del diritto ad un quantitativo minimo.
Da cittadini attendiamo dai capigruppo e dai segretari provinciali di sapere quale sia l’elaborazione complessiva sul tema acqua pubblica, a Gorizia, in Regione e in Italia. Tema che, per ora, ci sembra sia rappresentato, da una parte, dalla banale e sterile strumentalizzazione politica di chi approfitta dell’occasione per attaccare la giunta Serracchiani, dimentico che la privatizzazione è cavallo di battaglia del suo stesso partito; dall’altra parte, dalla presa di posizione ( o dal prudente silenzio) di esponenti del partito di maggioranza in giunta provinciale e in quella regionale, insensibili al tradimento della volontà popolare e immemori degli stessi programmi elettorali dei loro partiti.
In mezzo solo una mozione consiliare che non apre la
questione politica ed il cui testo, inoltre, è scritto in quel “ politichese”
che rende possibile chiedere il ritiro della proposta di legge 135 ma in
subordine se ne legittima l’approvazione con delle modifiche assurde.
Insomma una mozione che sull’acqua pubblica dice nulla a noi
che la vogliamo.
Ci aspettiamo dalla politica locale ben altre sollecitazioni
e preoccupazioni, proprio in nome della gestione locale che possiamo vantare e
vogliamo difendere, a patto sia realmente pubblica e partecipata: iniziative
concrete a tutela della nostra salute e delle nostre tasche, presenza costante
dei nostri rappresentanti all’interno della Consulta d’ambito, interventi su problemi
che riguardano la gestione
nell’ambito, valutazione congiunta degli usi agricoli, industriali ed
energetici.
Ad esempio vorremmo puntuali verifiche sull’utilizzo dei soldi che confluiscono al
Cato attraverso la quota fissa della tariffa, la più alta d’Italia (82,21 euro,
contro i 2,79 di Milano , dati Federconsumatori 2013); spiegazioni intelligibili
sugli aumenti tariffari; rassicurazioni con dati analitici alla mano sulla
qualità dell’acqua di falda e di quella proveniente dalla sorgente in
territorio sloveno ; richiesta di controlli sulla presenza di fibre di amianto
nell’acqua distribuita dalla rete; informazioni di una qualche attendibilità
sulla gestione transfrontaliera dell’Isonzo, senza aspettare che le Nazioni
Unite avviino il progetto Nexus , coinvolgendo frotte di funzionari e politici,
visto che degli uni e degli altri incaricati istituzionalmente ne abbiamo già a
sufficienza; aggiornamenti sull’erogazione e sull’utilizzo del contributo statale per l’acquisto
dell’acqua dalla Slovenia, un tempo computato quale sconto ai cittadini sui
consumi.
La CAMPAGNA H2GO, cui aderiscono i comitati
#nobiomasseGo, #CampiElettromagnetici-Gorizia#,
Comitato Isonzo, l’associazione Essere Cittadini, il Coordinamento Stop TTIP Gorizia, il blog Piazza Traunik, il gruppo locale Go
Possibile, in collegamento con le azioni
messe in campo da autonomie locali e movimenti per l’acqua in tutto il
territorio regionale, ha condiviso su
http://piazzatraunikgorizia.blogspot.it/2016/03/campagna-h2go-da-gorizia-sollecitazione.html un testo da inviare per email a tutti i
consiglieri regionali per fermare l’iter
della legge 135 sul servizio idrico integrato e sostenere i principi della
gestione pubblica e fuori dai meccanismi del profitto dell’acqua, bene comune.
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