mercoledì 30 marzo 2016

Giulio Regeni. Resurrexit. Duro intervento del Comitato per la vita del Friuli Rurale.

Oggi la stampa riporta che la mamma di Giulio Regeni ha riconosciuto il figlio dalla punta del naso, tant'è stato devastato il volto di suo figlio dalle torture subite. Solo ai tempi del nazifascismo si arrivava a tanto, ha detto Paola Regeni. Pubblichiamo l'intervento inviato da Aldevis Tibaldi (che nella richiesta di ritiro del nostro ambasciatoire da Il Cairo ha anticipato quella analoga  del senatore Luigi Manconi, presidente della Commissione per i diritti uman) in rappresentanza del  Comitato per la vita del Friuli Rurale. Tibaldi il giorno di venerdì santo ha esposto a Londra, davanti ad alcune istituzioni inglesi, il cartello Verità per Giulio Regeni.



RESURREXIT

A trucidare per la seconda volta Giulio e ad abbandonarlo nel fossato della menzogna non è solo un satrapo in cerca di una volgare ed ignobile versione dei fatti, bensì la nostra cattiva coscienza, il nostro momentaneo dolore, il nostro immobilismo.
Siamo tutti consapevoli che a muovere le mani degli aguzzini sono stati gli sgherri del regime egiziano e sappiamo anche che costoro si sono sentiti impuniti dal fatto di essere, agli occhi del mondo occidentale, gli arbitri e i guardiani del fondamentalismo islamico, il presidio dei pozzi petroliferi della Libia.
Si sono convinti di essere insostituibili e insieme il crocevia del traffico delle armi e un cliente ideale per l'industria pesante. Tutto ciò è balzato in piena evidenza nella nota intervista resa a Repubblica da Al Sisi, tanto plateale da non aver tralasciato di sottolineare gli affari che intercorrono fra i due paesi e, insieme, la simpatia che lo lega al nostro leader, tanto vanaglorioso da aver subito abboccato all'amo. O per meglio dire - novello merlo della favola -  immediatamente lesto da aprire il becco per far cadere il boccone della sua gratitudine... Intervista che ha toccato il suo culmine nel momento in cui, ignorata la tortura subita dal nostro martire, ha voluto fare pari e patta con una supposta vittima del suo paese.
E' stata proprio quella intervista - e non altro - ad obbligare i genitori di Giulio a recarsi dalle massime cariche dello Stato per chiedere Giustizia e di non recedere dall'obbligo di fare luce su di un crimine tanto efferato: di uscire cioè dai luoghi comuni ed ipocriti delle semplici attestazioni di circostanza.
Oggi, di fronte all'ultima vergognosa versione fornita dall'autorità egiziana e ancor più dalle superficiali prese di posizione italiane, nulla può condizionare l'indignazione generale.
Nulla può abituarci all'ennesimo crimine che resta impunito agli occhi del popolo italiano, tale da consolidare il suo senso di impotenza e quindi la sua arrendevole inerzia che tanto giova alla politica dei corrotti.
Nulla può trattenerci da chiedere un gesto sostanziale e concreto quale il richiamo dell'ambasciatore italiano al Cairo.
Nulla ci deve trattenere dall'esibire la nostra indignazione in ogni dove, così come abbiamo inteso esprimere nella mattinata di questo venerdì Santo dinanzi alle Istituzioni inglesi (Parlamento, Downing Street...)
Nulla ci deve trattenere dallo stare accanto alla famiglia Regeni.
Nulla deve più impedire la Resurrezione delle nostre coscienze.
Comitato per la Vita del Friuli Rurale

1 commento:

Anonimo ha detto...

personalmente trovo questo intervento completamente sgangherato. La protesta era stata coordinata e promossa dalla famiglia Regeni?
Perche' nell intervista questa persona riesce a infilare tante di quelle cose, dalla Libia al terrorismo islamico ma non abbastanza, avrebbe dovuto approfittare dell occasione della tragica morte di Giulio per proporre azioni ancora piu' incisive di un semplice ritiro dell ambasciatore, cosi' tanto per mettersi in mostra.

Giulio Regeni era aperto e solare, come la sua mamma lo ha descritto. Am a va L Egitto tanto da esservi torna to piu' volte, non era gonfio di odio e di retorica come altri, che ora usano il suo nome.