giovedì 22 gennaio 2015

OGM: le regioni chiedono interventi al Governo per vietare le coltivazioni. FVG unica regione OGM free grazie a una legge già vigente.

In attesa del recepimento nell'ordinamento nazionale della direttiva UE, recentemente approvata (con modifiche) dal parlamento europeo,servono iniziative del Governo che prolunghino l'efficacia del decreto interministeriale ormai in scadenza.Il Friuli venezia Giulia una legge ce l'ha già: basterà per evitare le semine imminenti di mais ogm?


di Martina Luciani

Chissà che per una volta,noi quassù nell'estremo lembo etc. etc., non facciamo la parte dei primi della classe. Su una questione importante come quella degli OGM.
Il Friuli Venezia Giulia, infatti, è l'unica regione italiana attrezzata adeguatamente sul piano normativo per impedire le coltivazioni di mais OGM.
La notizia esce indirettamente nel contesto della sollecitazione che le Regioni italiane stanno esprimendo affinchè la fisiologica scadenza del decreto interministeriale del 12 luglio 2013 che vieta la coltivazione di OGM sul territorio nazionale non lasci l'Italia sprovvista di tutela.
A livello europeo, pochi giorni fa è stata approvata dal parlamento europeo la modifica alla direttiva comunitaria che consente agli Stati membri di vietare in tutto o in parte la coltivazione di OGM: ma dovremo arrivare alla fine di quest'anno ( se tutto fila liscio) per veder completato l'iter procedurale di recepimento nel nostro ordinamento. La stagione delle semine però non aspetta. Quindi le regioni italiane hanno predisposto un ordine del giorno con cui impegnano il Governo a rinnovare il decreto ministeriale in scadenza o a produrne un'altro seguendo l'esempio della Francia( l'ordine del giorno su www.regioni.it).

Il ministro alle politiche agricole Martina, in verità, dopo la notizia dell'approvazione del parlamento europeo aveva già dichiarato che

il divieto di coltivazione del mais Mon810 in Italia verrà riproposto e che si sarebbe di lì a breve confrontato con Lorenzin ( Salute) e Galletti ( Ambiente), cioè con i titolari dei due dicasteri cofirmatari del fondamentale Decreto interministeriale ( fortemente voluto  dall'allora ministro Orlando).  Comunque sia, le regioni hanno preferito ricordare chiaramente tempistica e strumenti.
Nell'ordine del giorno, si legge che in mancanza del rinnovo del decreto interministeriale o di un nuovo decreto, " a partire da quella data ( il 10 febbraio) sarà possibile coltivare OGM in Italia, ad eccezione della Regione Friuli Venezia Giulia che, recentemente, ha approvato una propria legge, notificata alla UE, con la quale si vieta di fatto la coltivazione di OGM."
Resta da sottolineare che la regione Friuli Venezia Giulia, pur avendo realizzato evidentemente un buon lavoro ( UE non ha eccepito alcunchè) nel dimostrare che, per le caratteristiche fondiarie della nostra agricoltura, è impossibile evitare l'inquinamento da parte delle coltivazioni OGM sulle coltivazioni tradizionali e biologiche, poi non riesce ad impedire una volta per tutti il ripetersi delle semine da parte dei paladini di Futuragra. Che ci provano, e sicuramente si apprestano a riprovarci tra qualche settimana. Ne abbiamo parlato, su Piazza Traunik, anche qui.
Nel frattempo , le associazioni ambientaliste ribadiscono che il parlamento europeo ha prodotto uno strumento lacunoso e controverso. Certamente complesso a sufficienza da consentire ai colossi multinazionali del biotech adeguate controffensive sul piano giuridico e pratico. Uno dei punti dolenti riguarda le motivazioni con cui il governo stabilisce il divieto a coltivare OGM:  "non devono, in nessun caso, confliggere con la valutazione di impatto ambientale" condotta dall'EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare). Parrebbe, cioè, che il divieto sancito da un governo non possa fondarsi su impatti ambientali o evidenze di possibili danni da parte delle coltivazioni OGM  se i questi rischi non siano stati presi in considerazione da parte della valutazione dell'EFSA. Insomma, tutti contenti, ma meglio non abbassare la guardia, che Monsanto tace ma certamente non dorme.

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