venerdì 16 gennaio 2015

Don Paolo Zuttion: è ora di cambiare marcia sulla questione richiedenti asilo

Voce Isontina pubblica oggi un'intervista a Don Paolo Zuttion, istituzione diocesana ripetutamente chiamata in causa a proposito della gestione dei richiedenti asilo. Zuttion, per tramite del periodico diocesano risponde anche alle domande del consigliere provinciale della Lega Nord Franco Zotti. Pubblichiamo un passo dell'intervista e rimandiamo alla lettura dell'intero articolo sulla versione on line di Voce Isontina.


Domanda.Il consigliere provinciale Franco Zotti, tramite la stampa locale, chiedeva notizie su un Zuttion, consigliere della cooperativa Mosaico…
Risposta.Sarebbe bastata una telefonata alla cooperativa Mosaico per ricevere subito una risposta esaustiva. E quello che ho fatto io e la risposta che ho ricevuto è la seguente: né nel consiglio di amministrazione del Mosaico né in quello delle cooperative socie del Consorzio risulta alcun Zuttion. Se Zotti è interessato alle statistiche sui cognomi, credo che il Mosaico potrà fornirgli quelli dei circa 450 soci delle varie cooperative. Magari potrà scoprire anche alcuni suoi omonimi…
 

Domanda.Perchè spetta alla Caritas l’accoglienza e gestione dei richiedenti asilo?  Non dovrebbe essere compito diretto dello Stato?
Risposta. La Caritas in una visione di sussidiarietà può mettere a disposizione la propria esperienza nell’accoglienza. Essa dispone del know-how che non possono vantare altre realtà.
Accogliere il richiedente asilo significa essere capaci di mediazione culturale ma anche di quello che si definisce "accompagnamento sociale" avendo, ad esempio, la conoscenza legale che sarà utile a chi chiede lo status di rifugiato. In tutto questo la Caritas può svolgere un ruolo importante ma non può e non deve fare tutto. Lo Stato deve fare la sua parte coordinando il lavoro degli enti locali nell’accoglienza per chi giunge da luoghi lontani; e questo assumendosi le proprie responsabilità e ricorrendo a tutti i poteri a sua disposizione, come ad esempio la requisizione delle strutture necessarie a superare momenti di urgenza, umanitaria ma anche sanitaria, come quello che stiamo vivendo nell’Isontino. L’emergenza si aggrava se non si sanno o vogliono prendono le decisioni giuste. Se noi ed i volontari delle diverse realtà che ci hanno supportato in queste settimane non ci fossimo occupati di quanti rischiavano di passare le notti al freddo nei parchi cittadni, adesso saremo probabilmente qui a piangere qualche morto. Come avvenuto in altre città.

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