martedì 21 ottobre 2014

Rigassificatore in FVG, strategie confuse: nella futura bioregione, a Zaule no, nel golfo di Trieste no, ma a Monfalcone si?

CGIL: posizione favorevole a rigassificatori ( ma  non chiarissima), a elettrodotto Redipuglia _Udine, a progetto “nuova” centrale a carbone di Monfalcone.

di Martina Luciani



La presidente della regione Friuli Venezia Giulia , Debora Serracchiani ( PD), si è sempre dichiarata contraria al rigassificatore di Zaule e nel golfo di Trieste.
Oggi la stampa riporta l’annuncio dell’assessore regionale all’Ambiente , Sara Vito (PD), di due “concessioni” ( questo il termine usato dal Messaggero Veneto) relative ad un rigassificatore nell’area monfalconese e “ pure una mini struttura dello stesso tipo al Lisert di Trieste”.
Posto che probabilmente la notizia del Messaggero è nata zoppa per evidente incongruenza concettuale e geografica, comunque le
agenzie  stampa affermano che per Vito il “rigassificatore nell'area monfalconese possa essere un'opportunita' importante, nel quadro di una strategia di pianificazione energetica che contemperi le esigenze di energia con quelle ambientali, occupazionali e di sviluppo".
Affermazione che va letta in parallelo alle buone intenzioni che stanno sotto l’etichetta “ facciamo la bioregione! ” e in linea con il contesto in cui è stata espressa, cioè il convegno udinese della CGIL, su “ Energia, nuove strategie per rilanciare il manifatturiero.” Nel corso del quale il sindacato ha espressamente sostenuto l’opzione rigassificatori, dichiarando il proprio interesse nel seguire la vicenda di quello “mini” progettato al Lisert. Con una precisazione di non facile lettura: “nella consapevolezza però che si tratta di soluzioni dall’impatto parziale e molto limitato, con il rischio di aprire la strada ad altre iniziative analoghe , singolarmente poco impattanti ma difficilmente gestibili nel loro insieme».
Parallelamente CGIL  si  
schiera “per l’Elettrodotto Redipuglia Udine ovest, guarda con favore al progetto A2A sulla nuova centrale a carbone di Monfalcone, e ritiene che la centrale Elettra di Trieste, dopo l’acquisizione della Ferriera da parte del gruppo Arvedi, possa rappresentare una fonte di energia a basso costo, attraverso il riutilizzo dei gas di risulta del processo siderurgico, e quindi un’opportunità per l’insediamento di nuove realtà industriali.”

1 commento:

Anonimo ha detto...

A rigor di logica visto che non esiste ancora un Piano Energetico Regionale (in elaborazione) andrebbe messa una moratoria a qualsiasi grande impianto, elettrodotto ecc. Perchè se manca la visione d'insieme come pensiamo di collocare queste opere?