domenica 12 ottobre 2014

Profughi a Gorizia. Presidente Boldrini, il suo bon ton istituzionale è inimitabile.

Laura Boldrini, presidente della Camera, risponde a Ilaria Cecot, assessore provinciale, che le ha scritto una lettera in cui chiede l'applicazione delle norme dello Stato italiano sulla gestione dei profughi richiedenti asilo. 

di Martina Luciani

La vaghezza cortese di Boldrini è inimitabile.
L'appello di Ilaria Cecot, per una soluzione che riguardi sia i richiedenti asilo accolti nella tendopoli della provincia di Gorizia sia quelli che ancora e ancora si accampano di notte nelle vicinanze dell'Isonzo ( e li vediamo la sera avviarsi con armi e bagagli fuori dal campo visivo della città), teneva sicuramente conto delle esperienze di Laura Boldrini prima di diventare presidente ( anzi LA presidente, come ha voluto fosse scritto sulla nuova carta intestata, buttando via quella con l'intestazione IL presidente, che invece non aveva minimamente scomposto l'ex presidente Irene Pivetti).
Boldrini è stata portavoce dell'UNHCR, ha lavorato per la FAO e per il WFP: di tragedie e disperazioni, in giro per il mondo, ne ha viste a bizzeffe. La sua sensibilità, sui temi dell'esilio, dei profughi, dei diritti umani negati, dell'emarginazione e dell'immigrazione dovrebbe essere specialissima.
La risposta inviata a Gorizia, tuttavia, è stata algida e burocratica, con alcune carinerie di cui probabilmente Cecot non sa proprio che farsene ( " nel ringraziarla per l'abnegazione e la passione con cui svolge il suo delicato incarico..." ; " ...le invio il mio saluto più cordiale..."; ..."comprendo i drammatici problemi e la frustrazione....".  Bon ton della carica istituzionale ricoperta?
Fatto sta che Boldrini non può fare nulla se non trasferire la lettera al ministro competente.
Mah! Un po' meno formalismo e un po' più di concretezza non avrebbero guastato. Almeno un accenno ad una personale condivisione pratica, del genere: " sarà mia cura parlare della situazione goriziana anche con il senatore Manconi, presidente della Commissione straordinaria del Senato per la tutela e la promozione dei diritti umani." O una prospettiva di tipo legislativo, senza dar troppo fastidio a nessuno: " Provvederò a sollecitare nell'ambito delle mie competenze l'iter del progetto di legge per la costituzione della Commissione nazionale per la promozione e la tutela dei diritti umani alla quale deve essere attribuito il compito di promuovere e vigilare, in maniera indipendente,  sul rispetto, in Italia, dei diritti umani e delle libertà fondamentali così come individuate dalle convenzioni delle Nazioni Unite, dal Consiglio d’Europa, dall’Unione europea e così come tutelate dalla Costituzione italiana."
Concludendo, se l'assessore provinciale chiede con veemenza "Ma lo Stato dov'è?" era inutile aspettarsi un: "Cecot, prenoto un volo e vengo a vedere di persona, che su 'ste cose qua ho più esperienza!" Che sarebbe stato il massimo. Ma non è arrivato nemmeno il minimalissimo " Mi tenga, la prego, puntualmente informata dell'evolversi dei fatti."

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Era evidente che la Boldrini, a una lettera del tenore della Assessora provinciale, avrebbe risposto esattamente come ha fatto.
Cosa può fare da Presidente della Camera?
Che poi, sia una paraculo come tutti i politici, questa è un'altra storia...

Anonimo ha detto...

A me è sembrata ridicola e uterina questa Cecot. Incapace di affrontare gli eventi. E andata in tilt per qualche decina di gagliardi campeggiatori, mentre a Lampedusa ogni giorno ne arrivano a centinaia, disperati stremati, donne incinte, gente che non si regge in piedi, bambini...senza contare quelli, forse il doppio, che giungono morti.
La risposta era quindi scontata .
Gli strumenti istituzionali esistono, bisogna essere preparati e coordinare. Attivare la rete. Su, su...