mercoledì 11 febbraio 2015

Squitieri, presidente della Corte dei Conti: l' Italia rischia l'assuefazione alla corruzione e al malaffare.

Pasquale Squitieri all'inaugurazione dell'anno giudiziario 2015, evidenzia il circolo vizioso tra crisi economica e corruzione, “nel quale l'una è causa ed effetto dell'altra”. E illustra le problematiche legate alla riforma degli enti locali, dalle Province alle Città metropolitane. Tutto il resoconto su Regioni.it




Un monito chiarissimo . L’Italia barcolla sull’orlo dell’abisso: “Il pericolo più serio per la collettività è una rassegnata assuefazione al malaffare, visto come un male senza rimedi”. Così si è espresso Il presidente della Corte dei Conti, Raffaele Squitieri inaugurando  l'anno giudiziario 2015. La nostra economia,fragile contesto in cui gli operatori hanno sempre meno fiducia,  patisce gli effetti devastanti  di mala gestione e corruzione , ma rischiamo anche di veder annullata”.
Dal  poderoso discorso di Squitieri, annotiamo quanto affermato a proposito della riforma degli enti locali.
Oltre ad essere  “prioritario riorganizzare le strutture dello Stato, puntando a che queste rispondano con rapidità e trasparenza ai bisogni dei cittadini”, poco convincono “le annotazioni relative ai risparmi di scala conseguenti a tali processi di unificazione, essendo la struttura delle spese fortemente squilibrata sulla componente relativa agli oneri inderogabili”. I risparmi prevedibilmente ottenibili dalle riforme delle amministrazioni pubbliche, “ sono di entità contenuta, mentre è difficile ritenere che una riorganizzazione di così complessa portata sia improduttiva di costi.
Appare pertanto decisiva la costante verifica dell’andamento dell’attuazione della riforma e dei risultati sotto il profilo del governo delle risorse impiegate e del rispetto del divieto di nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica”.
Per quanto riguarda il personale delle Province, Squitieri ha spiegato le delicate questioni sulla “quantificazione delle risorse destinate alle funzioni delegate e la individuazione del contingente di personale oggetto di trasferimento”. Ed ha inoltre evidenziato  “la necessità di attuare un processo di riordino dell’articolazione periferica dello Stato, soprattutto degli Uffici territoriali di Governo, alla luce, anche, della previsione secondo la quale il livello provinciale e delle città metropolitane non costituisce ambito territoriale obbligatorio o di necessaria corrispondenza per l’organizzazione periferica delle pubbliche amministrazioni”.

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