Minori richiedenti asilo che si registrano agli uffici di polizia di Gorizia e poi se ne vanno in giro senza meta, accolti la sera dai volontari della Caritas per puro caso: ma fin dove riusciremo a spingerci nell'ignorare i problemi della gestione delle richieste di asilo? Mentre la situazione, per tutti i profughi, invece di risolversi, rischia di riportare moltissimi di loro alla condizione più degradante e pericolosa possibile: sotto i cespugli all'addiaccio, d'inverno.
di Martina Luciani
Adesso contiamo solo sulla benevolenze delle parrocchie: ma per poche ore ancora, perché poi i ricoveri di fortuna offerti per dare riparo ai profughi dovranno essere ripuliti con cura e restituiti alle loro funzioni normali, ai ritmi delle attività degli oratori. Quindi il conto alla rovescia è cominciato: a quando li ributtiamo a dormire fuori, questo temibile esercito invasore composto da... una quarantina di persone, variamente esauste e confuse, sfinite, febbricitanti per tutto il freddo patito?
Nel frattempo, mentre si fanno complesse mosse nel gioco dello scaribarile istituzionale, siamo ad aggiungere alla lista dei problemi esistenti anche quello dei minorenni. Dichiaratisi con la loro età anagrafica al primo accesso alla Polizia italiana (lo precisiamo perché alcuni pur essendo evidentemente dei ragazzini si registrano come maggiorenni), giovanissimi senza bisogno di alcuna verifica che non sia quella di guardarne i volti e la corporatura: i volontari che distribuiscono i pasti nella sala della Caritas ne hanno accolto due. Avvisate immediatamente le forze dell'ordine, è cominciata l'attesa. Una lunga attesa. Soltanto la faccia tosta di chi ha scomodato con una telefonata la vice prefetto, lamentando l'inosservanza di procedure specifiche e rammentando le responsabilità istituzionali in ordine alla presenza sul territorio di minori non accompagnati. Il problema è stato risolto: i volontari hanno preso a bordo delle proprie macchine i ragazzi e li hanno accompagnati alla caserma Massarelli, che non c'era proprio modo di farli venire a prendere con urgenza.
Là si auspica, che tra i canonici intralci burocratici e i soliti intoppi (com'è possibile che un'emergenza dichiarata non renda necessario un interprete sempre presente nelle sedi istituzionali e di polizia?) sia stato avviato l'iter che mette i giovanissimi al riparo in una condizione protetta, adeguata alla loro età ed esperienza, non già per benevolenza o sollecitudine, ma perché la legge prevede specifiche tutele. Se poi vogliamo scomodare le Convenzioni internazionali non la finiamo più....
5 commenti:
Noi interpreti siamo esseri umani cara Signora. Abbiamo una nostra vita, una nostra famiglia, dei figli e anche un lavoro. Diamo la nostra disponibilità volontaria quando possiamo e a chiamata. Siamo pagati pochi euro all ora spesso cumulativamente è veniamo chiamati alle occorrenza su tutto il territorio, dalla Questura di Gorizia alla più sperduta stazione dei Carabinieri, Polizia, Finanza, polfer ecc...in tutta la Provincia. Dove ci rechiamo con i nostri mezzi, senza alcun rimborso.
Spesso senza preavviso.
La invito quindi ad abbassare i toni sulle sue pretese. Tra noi ci sono anche dei rifugiati. Mettiamo la nostra professionalità anche a servizio della Commissione Territoriale, presso i Cie i Cara i tribunali e le Prefetture.
Anna Elsayed
Scusi, ma lei non ha capito cosa intendo. E io, a mia volta, non capisco perché dovrei abbassare i toni, visto che chiamo in causa l'istituzione e l'approccio complessivo dato alla gestione della situazione, non certo le singole persone, tra le quali ci sono agenti e funzionari che si fanno in quattro con una generosità che va ben al di là delle loro mansioni contrattuali. Persone cui va il mio personale ringraziamento ed una stima infinita, mentre mi chiedo fino a quando questo Paese potrà reggersi sull'abnegazione e sul senso civico piuttosto che sull'assunzione di responsabilità e sulla corretta gestione delle competenze da parte dei soggetti istituzionali. Sul tema specifico, quello su cui lei si sente provocata, preciso: penso che la figura e il ruolo dell'interprete dovrebbe essere istituzionale. Non una prestazione volontaria ma un servizio previsto nella stessa strutturazione degli organici degli uffici pubblici. Quanto lei ci racconta, infine, non fa altro che confermare l'impressione di approssimazione e inadeguatezza della visione e programmazione degli enti competenti. Dal Ministero in giù. Martina Luciani
signora, al mondo si parlano centinaia di lingue diverse, se lei pensa che ogni singolo centro istituzionale possa disporre di un interprete, in ogni momento per ogni lingua...solo a gorizia servono sloveno serbo, rumeno moldavo arabo nelle sue molteplici varianti dal marocco all iraq, spesso non comprensibili uno dall altro,( e che quindi richiedono 2 o 3 persone diverse) farsi dari ucraino albanese cinese bengalese. Siccome sono rari, (mica ci sono tante persone professionalmente preparate e attendibili per poter tradurre anche testi scritti e verbali, che facciamo a casa sul computer, pagati a cartella)dovrebbero essere disponibili comunque spesso contemporaneamente in una decine (minimo) di location diverse sparse sul territorio.
Se leipensa di poter pagare lo stipendo a ciascuno di questi professionisti, a chiamata, sono la prima a candidarmi.
Nemmeno le ambasciate hanno tanto ben di Dio, di funzionari disponibili e probabilmente nemmeno il palazzo del re.
non drammatizzi le cose dove non ce n'e' bisogno e se ha tempo vada a visitare un campo profughi in Giordania. Quando tornerà a Gorizia
avrà un approccio meno incline allo zelo amaro.
Inoltre, per lavorare negli uffici pubblici è richiesta la cittadinanza italiana. La stragrande maggioranza degli interpreti sono cittadini stranieri.
Bene, non drammatizziamo,pensiamo positivo,lasciamo tutto com'è, vediamo di arrangiarci e confidiamo nella resistenza degli interpreti attualmente presenti. Io mi tengo il mio zelo amaro ( di questo mi riconosce il diritto o devo dimostrarle, prima di protestare per quel che avviene in Italia, l'effettuata visita nel campo profughi in Giordania?) e lei continui con perseveranza, certa del nostro plauso e ammirazione incondizionata.
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