martedì 9 settembre 2014

Tendopoli sull'Isonzo. Intervengono i Radicali.

Michele Migliori, segretario dell'Associazione radicale Trasparenza è Partecipazione di Gorizia, ha preso posizione sulla questione dei profughi accampati sull'Isonzo. E annuncia che domani, sull'Isonzo, si unirà  a coloro che si rimboccheranno le maniche per aiutare le persone accampate. Ecco la nota di oggi, 9 settembre 2014.


Questo pomeriggio, all'altezza di via Aquileia, a due passi dalla riva dove da tre mesi sono accampati circa 80 (o forse 100) profughi afghani, mi sono imbattuto nel banchino della Lega Nord con tanto di striscione di 15 metri con la scritta "Clandestino via dall'Isontino". Sempre in serata ricevo un comunicato stampa firmato IDV, SEL, PRC e Forum che indice un presidio per lunedì 15 settembre in nome della solidarietà e la tolleranza. Di conseguenza apprendo che:
- Ancora una volta i Radicali della città di Gorizia sono stati esclusi dal dibattito, nonostante il Partito Radicale da sempre rappresenti una bandiera per i meno abbienti in difesa dei diritti umani e dello stato di diritto e nonostante l'associazione radicale cittadina, che rappresento, sia ormai da dieci anni baluardo per la difesa della trasparenza e la legalità.
- Le Istituzioni locali continuano a rimbalzare tra loro le responsabilità circa quanto sta accadendo e circa le soluzioni da prendere, forse non comprendendo la gravità della situazione.

- Al di là di qualche consigliere comunale, dell'Assessore provinciale Cecot e di qualche privato, nessun rappresentante cittadino si è recato a prender visione delle condizioni inumane nelle quali versano i suddetti profughi.
- Nessuno, tra Prefettura, Questura, Polizia Locale e Istituzioni politiche, si sia preoccupato di riconoscere lo status giuridico di queste persone, individuando l'esistenza o meno della richiesta dello status d'asilo o la volontà di richiederlo, ignorando l'esistenza di ufficio cittadino preposto a tale compito.


Per tali motivi domani mi recherò in riva all'isonzo con tutti coloro che hanno voglia di rimboccarsi le maniche per queste persone, nella speranza di poter realizzare un progetto comune per la salvaguardia del diritto ad una vita dignitosa, a prescindere dai connotati religiosi e geografici



1 commento:

Anonimo ha detto...

Scusate ma chi ci deve andare ad aiutarli....noi?
Devono andare via dall Italia bastaaaaaaa