martedì 24 dicembre 2013

E' Natale!

Nulla ci viene risparmiato, in questi tempi magri

di Martina Luciani


Lo sfarzo delle costose luminarie su  vie impoverite (mentre un comune virtuoso  a pochi chilometri da noi taglia le luci natalizie per finanziare il fondo di solidarietà), il gazebo della protesta tenacemente davanti al Municipio che si fa bello con la facciata ad effetto, l’ondata di extracomunitari in giro per le vie addobbate a festa a ricordarci quanto è preziosa la pace e la democrazia in cui viviamo, gli sconti nelle vetrine, i negozi  dove non si fa la fila nemmeno gli ultimi giorni prima di Natale.
Ma il clou di questo dimesso Natale è il presunto mercatino: dove i biscotti alla cannella, l’oggettistica artigianale, i profumi di spezie, le golosità delle feste mitteleuropee, le tentazioni di salse agrodolci, liptaurer, kren,  le decorazioni e  le melodie tradizionali?
Improvvisati gazebi, nel disordine più totale e nella fanghiglia dei lavori in corso, mozzarelle e caciocavallo, effluvi di pecorino, sciarpe che penzolano appese in tutta la loro modestia acrilica e berrettini da babbo natale con le lucine, solito odore di carni che sfrigolano sulla griglia, pani pugliesi che si ammorbidiscono nella nebbia, venditori  intirizziti e senza clienti, che si guardano attorno delusi  senza nemmeno tentare più di richiamare i passanti frettolosi.
Tutto ciò è mancanza di organizzazione, o di buon senso, o di buon gusto o è proprio un vuoto culturale in cui ci si inabissa stringendo un bicchiere di vino come ultima risorsa dialettica e progettuale?

2 commenti:

Anonimo ha detto...

estratto da Bora.la:


1 boris 27 dicembre 2013, 11:03

condivido completamente.
…le sue considerazioni sono state esattamente il mio stesso pensiero giorni fa, mentre passavo in Corso.
Vorrei solo chiedere all’autrice del blog le motivazioni che l’hanno spinta a chiamarlo “Piazza TraUnik”.
Il nome originario sloveno di Piazza Vittoria è TraVnik, con la “V”, (che effettivamente si pronuncia “U”, ma si scrive “V”…)
Devo supporre che la storpiatura sia voluta, ma mi interesserebbe capire il motivo…

Anonimo ha detto...

In risposta a Boris, con relativo copia e incolla su Bora.la, ecco le fonti da cui abbiamo tratto conferma del nome Traunik, che per noi fa parte del lessico familiare e identifica quindi un luogo della memoria.
Ottocento goriziano - A cura di Lucia Pillon - autori vari- Editrice goriziana, 1991.
Istoria della Contea di Gorizia - Carlo Morelli con osservazioni e aggiunte di Gian Domenico Della Bona - Aldo Forni editore, ristampa anastatica del 1974 dell'edizione della Premiata Tipografia Paternolli, 1855 ( dove si trova scritto, nelle Osservazioni e Aggiunte " Piazza Traunich").
In altri libri ancora abbiamo trovato anche Traunig.
Martina Luciani