mercoledì 24 dicembre 2014

L'ordinanza anti bivacco: ancora umiliazione e vergogna addosso ai profughi. Lo sforzo del volontariato sociale.



Pubblichiamo l'appello del Forum Cultura di Gorizia : gli effetti dell'ordinanza del sindaco, l'azione deivolontari, le domande stanotte, vigilia di Natale, ci parrà ancora più assurdo non abbiano alcuna risposta.

I richiedenti asilo accorrono numerosi a Gorizia non perché trovano accoglienza in città, ma perché è la sede dell’unica Commissione del Triveneto. E’ evidente che il flusso degli arrivi, molto aumentato in questi ultimi mesi, dipende da strategie internazionali difficili da individuare e impossibili da modificare. Al di là della complessa discussione sulla gestione delle enormi migrazioni che interessano tutto il Pianeta, resta un fatto: che piaccia o meno, centinaia di persone sono già arrivate e altre continueranno ad arrivare a Gorizia per presentarsi davanti a una Commissione che dovrà decidere sulla legittimità della loro richiesta di asilo. Fino a quando non sarà emessa la “sentenza”, esse sono tutelate dalle convenzioni internazionali e dalla Costituzione italiana.
La domanda concreta è: questi esseri umani devono rimanere senza un tetto, dormire all’addiaccio in queste notti di gelo senza coperte e vestiti pesanti, mangiare l’erba dei parchi o si possono trovare altre soluzioni?
Quella proposta dal sindaco di Gorizia con l’ordinanza anti-bivacchi ha avuto un unico risultato, quello di rendere ancora meno dignitosa la permanenza di coloro che attendono giorni prima di essere visitati dalle strutture sanitarie, certificati dagli organi di polizia ed eventualmente entrare – fino all’ormai molto prossimo esaurimento dei posti - nei luoghi “convenzionati” messi a disposizione dalla Chiesa diocesana.

La convenzione firmata dalla stragrande maggioranza dei Comuni della Provincia di Gorizia sembra essere un pio auspicio, in un’attesa del reperimento e dell’allestimento dei luoghi di accoglienza che sembra richiedere tempi lunghi e complessi adempimenti.

Il volontariato sociale, che si è impegnato in questo ultimo periodo organizzando a proprie spese ed energie fisiche centinaia di pasti e mettendo a disposizione le proprie precarie sedi per fornire un ricovero temporaneo di fortuna, è ai limiti delle proprie capacità d’azione e inoltre non è giusto che si sostituisca sistematicamente alle mancanze delle istituzioni preposte.

Senza la buona volontà di questi ultimi, chi darà un tetto e un pasto a decine e decine di persone che nei prossimi giorni – ordinanza o non ordinanza – raggiungeranno infreddolite ed affamate la città e con ogni probabilità non potranno far altro che stazionare di nuovo nei parchi pubblici? Come già accaduto, invitati a spostarsi, passeranno la Notte di Natale vagando da uno spiazzo all’altro, cercando di sfuggire l’inclemenza del tempo e l’insipienza degli umani?

2 commenti:

Anonimo ha detto...

quello che succede a Gorizia, ma non solo, è l'ennesimo segnale della distanza ormai abissale tra cittadini, almeno quelli che hanno ancora un pò di umanità e senso civico e non vivono h 24 davanti alla TV, e i politici di tutti gli schieramenti (tranne rare eccezioni): manca totalmente la cultura della solidarietà, della legalità, in una parola della civiltà. parafrasando una frase del sindaco di Gorizia: Gorizia ha già dato, ma non certo ai bisognosi e ai disperati, ma ai politici, per cui se c'è qualcuno che dovrebbe andarsene sono loro.
Stefano Cosolo pres. Associazione Essere cittadini gorizia

olgited ha detto...

Concordo con Stefano Cosolo,è una vergogna,e dove è la solidarietà per questa povera gente!!!