L'impegno è stato grande, nel nostro piccolo. Il risultato è stato grande, in Italia. Oltre a questo, ci restano preziose esperienze e osservazioni, presidi di futuri ragionamenti. La conta di chi c'era in campagna elettorale, e di chi proprio non si è fatto vedere: imbarazzi ideologici o troppo impegnato nella sua campagna elettorale personale? Il voto dei fuori sede: studenti e lavoratori che vivono a Gorizia.
di Martina Luciani
Aver svolto un ruolo di coordinamento per il Comitato di Gorizia per il NO alla riforma costituzionale, insieme ad un gruppo di volonterosi e instancabili, mi conduce oggi ad alcune riflessioni.
Innanzitutto l'emozione delle innumerevoli richieste di studenti fuori sede, che frequentano l'Università a Gorizia e che si sono sottoposti alla trafila per essere nominati rappresentanti di lista e di conseguenza poter votare a Gorizia, evitando viaggi lunghi e comunque costosi, nonostante gli sconti previsti. Ma anche diversi lavoratori fuori sede hanno chiesto al Comitato di attivare analoghe procedure. Tutti consapevoli ed attenti, anche bisognosi di chiarimenti tecnici, tutti decisi a votare. Una situazione, quella degli studenti e giovani lavoratori, che rappresenta una autentica discriminazione sul diritto al voto, rispetto a tutti gli altri cittadini, inclusi quelli residenti all'estero: ma che differenza c'è tra un cittadino di Cagliari che studia a Gorizia e uno che sta facendo un tirocinio a Villacco? Sempre lontano da casa sua: ma il primo deve rientrare, il secondo accede al voto attraverso le specifiche modalità per l'estero.
Provo un sentimento d'affetto per questi giovani, che ho incontrato anche più volte e con i quali sono rimasta in contatto fino alla chiusura dello spoglio elettorale, cui hanno partecipato con grande senso di responsabilità: mi par quasi che il loro voto valga più del mio.
Quanto alla partecipazione alla campagna elettorale, strada facendo è apparso evidente che i futuri candidati sindaco alle prossime elezioni amministrative sostenitori del NO nella prospettiva del Comitato per il No alla riforma costituzionale sono solo due, Roberto Criscitiello e Andrea Picco. Con tanto di adesione formale al Comitato di Gorizia. Precisando che M5S a Gorizia è andato per la sua strada.
Non mi pare ci sia stata alcuna presa di posizione pubblica e fattiva da parte di candidati che guidano liste della galassia centrosinistra e che si professano civiche; tuttavia ci sono state prese di posizione forti e chiare sul NO da parte di sostenitori delle stesse liste civiche. Come vanno d'accordo tra loro su un tema essenziale come quello della sventata riforma costituzionale? E come, a partire da questo tema, cioè l'aver scelto il si o il no, danno un senso e una coerenza ai concetti su cui si fondano i loro progetti per il futuro cittadino? Dettagli che incuriosiranno gli osservatori degli ingranaggi politici locali dei prossimi mesi, e che avranno un certo peso soprattutto visti l'affluenza degli elettori goriziani ai seggi, lo specifico risultato elettorale del capoluogo e le conseguenze politiche a livello nazionale e regionale del risultato referendario.
Si è trattato di un disinteresse alla questione o invece di una cautela strategica, per evitare di assumere e far propri anche per il futuro i convincimenti ideali che hanno sostenuto il NO del Comitato nazionale? Che, lo ricordo, si è fondato sulla migliore cultura giuridica democratica italiana e si è chiaramente schierato a difendere la Costituzione repubblicana condivisa a 360 gradi in fase costituente ( invito a leggere gli atti delle Commissioni!), consegnata nel 1948 all'Italia quale strumento e progetto di libertà ed esclusione di qualsiasi sudditanza, dignità di ogni persona, tutela dei diritti contro ogni forma di svantaggio ed emarginazione, solidarietà.... come dice il mio amico Paolo Del Ponte: sai che soddisfazione aver portato i leghisti ed i fascisti a difendere la Costituzione nata dalla Resistenza!
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