Locali assolutamente inadeguati accolgono pazienti e personale medico al Centro di salute mentale di via Vittorio Veneto a Gorizia
di Marilisa Bombi
La buona salute personale non può che accrescere il
benessere generale della società. Si dice. Ma stando così le cose, com’è che –
a livello nazionale e regionale – si ragiona all’incontrario? 208 esami diagnostici ritenuti «inutili», dando così dello sprecone al medico che fino ad
oggi li ha prescritti, tickets più elevati rispetto il costo della prestazione
e così via. L’elenco potrebbe, purtroppo, essere infinito. E’ capitato a me.
Non parlo per sentito dire. Una panoramica dentale in un centro specializzato a
Monfalcone costa meno di quanto avrei dovuto versare come contributo al
servizio sanitario nazionale. Una visita oculistica in un poliambulatorio privato
oltreconfine costa 25 euro, con tanto di ricevuta. I conti non tornano.
Ma se l’inefficienza del servizio, perché non
può che essere considerato tale un sistema pubblico che costa più del privato
ormai non fa nemmeno più notizia, ciò che è scandalosamente vergognoso è quando
il paziente, ovvero colui il quale ha bisogno di aiuto, viene umiliato in
quanto costretto a vivere, e non importa se per uno, due giorni o una
settimana, in un luogo assolutamente inidoneo. Umiliazione o disinteresse
cambia poco, ma non può che essere considerato indecoroso lo stato di degrado
in cui versa l’immobile di via Vittorio Veneto ancora utilizzato dall’Azienda
per i servizi sanitari per il Centro di salute mentale. Vetri delle porte
rotti, reti poste a protezione divelte e pertanto pericolose, arredi
fatiscenti. Insomma, nemmeno la più infima pensione potrebbe ragguagliare in
squallore l’ambiente in cui sono costretti ad operare medici e personale sanitario
addetti al centro e a permanere coloro i quali hanno bisogno di cure. Certamente
non può essere considerata una giustificazione il fatto che sono in atto, ad un
centinaio di metri, lavori di ristrutturazione di una palazzina, futura sede
del CSM e che gli stessi dovrebbero essere ultimati entro marzo del prossimo
anno. Ciò in quanto, seppur precaria, una struttura sanitaria dovrebbe comunque
assicurare un livello minimo di decoro. Il diritto alla salute è un principio
costituzionale ma a volte viene negato. E non è un caso se è stato proclamato
uno sciopero generale di 24 ore di tutti i medici del servizio pubblico (ospedalieri
e medici di famiglia) il prossimo 16 dicembre. A proclamarlo tutte le sigle
sindacali del settore contro il "grave e perdurante disagio ai cittadini
da politiche orientate esclusivamente ad una gestione contabile del SSN".
Meglio essere privi di un servizio ed essere indotti pertanto a rivolgersi altrove, piuttosto che disporre di un servizio inadeguato. Con la salute non si scherza.
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