mercoledì 1 aprile 2015

Pasqua: un rito (o un mito) che si rinnova




Pasqua, Pesach, Passaggio, Resurrezione, Rinascita


di Nevio Polli


Siamo nella settimana della Pasqua di resurrezione, che, come tradizione vuole (o voleva, non so più), viene dedicata alle grandi pulizie di primavera e a mettere finalmente in ordine la casa, a farla rinascere (prima che passi il prete a benedirla) e a far rinascere un po’ anche noi, andando a messa con il vestito nuovo. Si usava così.
La rinascita, un rito molto antico, riconducibile addirittura a Babilonia, alla dea Isthar, ma che per noi viene ovviamente dalla trasformazione figurata di quello che invece è il messaggio cristiano più forte, più importante e più clamoroso: la Resurrezione di Gesù, la sua Rinascita, essenza stessa, sintesi e fondamento di quella religione (checchè ne dicano a Strasburgo i nostri politici-pavidopigmei ai quali – purtroppo – abbiamo dato in mano il futuro della nostra Europa) che ha plasmato e definito nei due millenni che ci hanno preceduto, tutta la nostra cultura, i nostri pensieri, i nostri comportamenti. Rinascita dunque, evento inaudito, inverosimile, miracoloso. Pasqua è, nella tradizione ebraica che ha preceduto l’avvento di Cristo, Pesach, passaggio, quindi rito che definisce un prima e un dopo, un cambiamento, un ponte tra due segmenti della nostra vita. Pesach è l’angelo sterminatore che passa e va, è il passaggio salvifico attraverso il Mar Rosso, è il passaggio di purificazione attraverso il deserto del Sinai, Pesach è finalmente il raggiungimento della meta, della Terra Promessa, del luogo dove rinascere e ricominciare. Pasqua di Resurrezione, a ricordo di un evento clamoroso, inverosimile, miracoloso, il passaggio da morte a vita di un uomo che è dio. In realtà è avvenimento quotidiano, comune. Tutti, chi prima, chi dopo, chi spesso, chi forse una sola volta, passiamo attraverso una rinascita. Non sempre le nostre strade sono dritte e i cieli sopra di noi non sempre sono sereni, anzi, spesso le cupe ombre della vita calano su di noi. Ma il messaggio che ci arriva dalla Pasqua cristiana - sia che siamo dalla parte della Fede sia da quella della Ragione - è potente e universale: ci vuole pazienza, forza, sacrificio, sopportazione poi finalmente si trova un ponte e si passa dall’altre parte: scompaiono le salite tortuose, si diradano le nuvole scure e si ritrovano le strade dritte e i cieli sereni. Tutto cambia e si trasforma. Una resurrezione. Una nuova nascita: in terra ancora tra di noi, in paradiso tra gli angeli, o nuovamente atomi tra le stelle. Una buona Pasqua a tutti.

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