venerdì 14 febbraio 2014

Scuole superiori: orario su cinque giornate?


Lo propone la Provincia di Gorizia, ma le premesse non ci sono.


di Martina Luciani



E’ di oggi la notizia che la Provincia di Gorizia immagina l’orario delle scuole superiori di sua competenza articolato su cinque giornate, con il sabato libero. Così si risparmia, perché la scuola chiude i battenti una giornata. E perché in Europa si fa così.

Obiezione: chi risparmia? Chi vive meglio? Cosa abbiamo di europeo, noi, qui?

Questo sistema è funzionale e dignitoso se gli istituti, come quelli europei citati a modello, dispongono di mense dove si possa mangiare un pasto caldo, e magari sano (visto che si cerca di insegnare una corretta alimentazione), sale studio, laboratori informatici, palestre,  attrezzature e bagni che possano definirsi tali e che restino ovviamente a disposizione tutta la giornata. Se i ragazzi devono andare a mangiare fuori da scuola, bivaccare nei bar o sotto le pensiline delle fermate delle corriere, non avere un minimo di decenza e di decoro igienico (lo inseriamo tra i diritti fondamentali dell’uomo quello di potersi lavare i denti dopo mangiato?), non avere trasporti pubblici coordinati con i ritmi scolastici, il meccanismo non è nemmeno da prendersi in considerazione. E si consideri in aggiunta che con un orario continuato, la programmazione scolastica deve avere ritmi diversi (cioè il peso del lavoro che  gli studenti devono svolgere a casa va distribuito in maniera opportuna), che bisogna tenere conto delle attività pomeridiane, sportive e culturali, che fanno comunque parte della vita e della formazione dei ragazzi, e che il sabato libero nella pratica si trasforma in una giornata di inebetito riposo dopo una settimana massacrante. Se va bene, perché altrimenti è una giornata di studio per recuperare tutto quello che non si è riusciti a fare nelle troppo dense giornate precedenti.  Il tutto amplificato per gli studenti (la maggioranza) pendolari.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Si andrebbe nella giusta direzione
Paolo Nanut

Anonimo ha detto...

Come al solito le regole vengono cambiate da chi non ha la minima idea di cosa sta facendo e quali conseguenze avrà il suo gesto “spensierato”!
Hai colto perfettamente nel segno con il tuo articolo …. Che i nostri amministratori andassero (a spese loro) a vedere come sono organizzati gli altri Paesi europei prima di imitarli senza avere le strutture!
Questa notizia mi prende proprio in un momento ideale in cui ho appena finito di leggere il libro della Mastrocola “Togliamo il disturbo” che dovrebbe essere un testo obbligatorio per gli insegnanti e soprattutto per amministratori e ministri.
Paola, madre di due studenti pendolari.

alessio sokol ha detto...

La settimana corta sarebbe un' idea percoriibile se...
1. Si diminuissero le ore di lezione alla settimana (cinque ore al giorno per cinque giorni?)
2. Si ampliasse la durata dell'anno scolastico, facendo iniziare le lezioni ai primi di settembre e terminandole alla fine di giugno, cosi tra l'altro la finiremmo con la favola degli insegnanti che hanno tre mesi di ferie ( si', sono parte della categoria)
3. si ricavassero all'interno dell'anno scolastico delle pause, come avviene nei paesi europei più evoluti (cfr. la Pentecoste in Germania): i duecentosette giorni di lezione del FVG e le circa mille ore di lezione l'anno non hanno molti confronti in Europa (dati Eurydice)
Immagino pero' la contrarietà del mondo dell'impresa turistica.

Se orari e organizzazione de tempo scuola rimangono quelli di oggi, anche a voler prevedere mensa e spazi ad oggi inesistenti, mi pare puramente demagogica l'ipotesi.

Alessio Sokol

Piazza Traunik blog ha detto...

Non è demagogia, è risparmio. Si chiude la scuola il sabato. Io vorrei che si finisse di ragionare sul risparmio a scuola. Non c'è più nulla da tagliare, c'è tutto da aggiungere! E in secondo luogo, la scuola non è un azienda, trovo intollerabile che si voglia una gestione manageriale dell'istituzione scuola. Ovvero del fondamento della società civile di domani. Martina Luciani