Lettera aperta all'assessore Ilaria Cecot
di Daniela Careddu e Leonardo Milocco
In merito al Piano di
disaggregazione e riaggregazione degli Istituti scolastici superiori della
città di Gorizia da Lei proposto, approvato dalla Giunta e dal Consiglio
Provinciale, avanziamo alcune premesse essenziali:
- non è vero che il Piano
non avrebbe un impatto negativo sull’occupazione: se i rappresentanti sindacali
avessero fatto il loro lavoro Le avrebbero dimostrato come il Suo Piano porterà
nel giro di 5 anni, a causa dell’ accorpamento di non meno di due indirizzi di
studio, alla caduta probabile se non certa di due corsi; si tratta di almeno 15
cattedre, ovvero a regime altrettanti insegnanti in meno in organico
provinciale;
- non è vero che il suo
Piano “salverebbe” una autonomia di Istituto superiore ed una Presidenza, in
quanto non c’ è niente da salvare: stante la tipologia della Provincia
caratterizzata dal bilinguismo con le deroghe conseguentemente ad essa
attribuite da leggi dello Stato, in base al numero attuale di alunni iscritti
nessuna Presidenza è in pericolo. Tant’è che l’Istituto da “salvare” (ITI
Galilei di Gorizia) ha più di 600 iscritti mentre il Liceo Buonarroti di
Monfalcone ed il Cossar di Gorizia, per i quali il Suo Piano non prevede alcun
‘salvataggio’, contano meno di 500 iscritti.
- E’ invece vero che in
nessun’ altra provincia della regione Friuli-Venezia Giulia è stato proposto un
piano di riordino paragonabile al Suo. La Provincia di Udine, ad esempio, ha
richiesto solamente l’attivazione di nuovi indirizzi e nuove articolazioni per
ampliare l’offerta formativa, senza spezzatini degli Istituti esistenti.
Paradossalmente Gorizia, l’unica Provincia in Regione in cui bastano soli 400
alunni per mantenere una autonomia, è anche l’ unica in cui si propongono
smembramenti e riaggregazioni.
Fatte queste premesse
indispensabili per iniziare un confronto in uno spirito di verità, ecco le nostre domande:
1. Il Suo Piano prevede,
sulla carta, l’avvio di numerosi Indirizzi liceali e tecnici, come se la loro
attivazione dipendesse dalla Giunta di cui Lei fa parte. Invece la legge
prevede che l’avvio di nuovi indirizzi sia richiesto dalle scuole interessate,
con delibere di Collegi Docenti e Consigli d’Istituto; vengono poi sentiti gli
Enti Locali ma l’ ultima parola spetta al Miur.
Quali garanzie reali e
concrete Lei può portare che tali Indirizzi vengano richiesti dalle Scuole
interessate e soprattutto che siano poi concessi dal Miur?
Per esempio che fine farà
l’indirizzo Coreutico-Musicale da avviare presso il cosiddetto nuovo Polo
Liceale umanistico-espressivo, alla cui attivazione l’Ufficio Scolastico
Regionale ha dato peraltro parere negativo?
2. A seguito dell’ondata
di proteste suscitate dal Suo Piano la Giunta sembra tornata parzialmente sui
suoi passi, ed ha previsto una serie di consultazioni a valore vincolante con
le parti interessate, che dovrebbero avvenire nei prossimi mesi. Ottimo, purché
non ne escano approvazioni come quelle da Lei già ottenute da parte di quattro
(di numero) rappresentanti sindacali poi ufficialmente sconfessati dai loro
iscritti, e da una Consulta Provinciale degli Studenti il cui docente referente
è nel contempo Suo consigliere per la realizzazione del Piano.
Come intende la Giunta
Provinciale procedere nelle prossime consultazioni con i portatori d’ interesse
affinché queste abbiano un minimo di legittimità e valore ?
3. Lei ha ripetutamente
affermato che il suo Piano è a ‘costo zero’: forse lo è per il Suo Assessorato
Provinciale, ma non certo per gli Istituti coinvolti. Questi, ad ogni
disaggregazione/nuova aggregazione, devono disaggregare e ricostituire i
Collegi Docenti ed i Consigli d’Istituto, devono rielaborare e deliberare un
nuovo Piano dell’ Offerta Formativa, devono completamente riorganizzare
segreterie, ufficio personale, archivi e biblioteche, materiali di consumo,
siti web, organici, orari, laboratori; è una serie di operazioni lunga e complessa, come sa bene il
personale tecnico e amministrativo che nessuno si è preoccupato di
interpellare. Ciò pesa sui bilanci degli Istituti con moltissime ore di
straordinari da parte di amministrativi e tecnici. Per inciso, verranno sentiti
anche loro?
Pertanto un
neo-costituito Istituto impiega anni per entrare a pieno regime ed erogare un
servizio ottimale. Ed ecco quindi l’ ultima e più importante domanda: perché
Lei vuole disaggregare e spezzettare due Istituti superiori, l’ISIS Gabriele
D’Annunzio e l’ISIS Dante Alighieri di Gorizia, che negli ultimi cinque anni
hanno registrato eccellenti risultati nei test INVALSI e OCSE/PISA e che
registrano una buona performance anche nelle iscrizioni? Perché vuole demolire
ciò che nel presente evidentemente funziona per creare nuovi Istituti
dall’incerto futuro? Dove stanno le ‘criticità’ dell’ assetto attuale che tanto
La preoccupano?
In attesa di una Sua
pubblica risposta ai nostri quesiti, Le porgiamo i nostri saluti.
SU LA TESTA!,
Coordinamento Insegnanti della Provincia di Gorizia
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