Interrogativi sulle orde di spendaccioni al Tiare
di Martina Luciani
“In questa settimana al
Tiare sono state contate più di 160.000 presenze. Un numero altamente
significativo. La stragrande maggioranza di queste persone è di fuori
provincia, quindi un bacino commerciale che il nostro territorio ha normalmente
contattato molto poco. Può essere che io sbagli e che questa non sia una
occasione per tutto l'isontino, come invece penso che sia, ma rimane comunque
il tema di come dirottare una parte di
questo flusso nel nostro territorio…..a di come dirottare una parte di questo
flusso sul nostro territorio, prima o dopo il Tiare. “
Questo è l’incipit
dell’intervento del presidente della Provincia di Gorizia nel suo profilo FB.
Il resto del discorso non ci fornisce alcuni dati fondamentali. Qual è
l’impatto ambientale di 160 mila persone
arrivate in macchina a Villesse? Quanta CO2 produce questo movimento di
popolo? Quante risorse e suolo
cementificato sono stati pagati dal territorio per accogliere questa frotta di
consumatori? Come vengono trattati i rifiuti e gli scarichi fognari prodotti?
Quanto hanno speso le 160 mila persone nei negozi del Tiare e nei negozi,
ristoranti e bar del territorio?
I forconi a Gorizia
Che nella sonnacchiosa e
tiepida Gorizia da giorni, con diligenza e metodo, si riproponga la protesta che chiamiamo dei “forconi” è un
fenomeno che richiede particolare considerazione.
Ieri, Repubblica TV, Maurizio Landini si diceva inquieto per il fenomeno
che dilaga ovunque e assume forme anomale come quelle riferite su Monfalcone,
dove secondo Landini stesso, sono gli stessi imprenditori di ditte appaltatrici
della Fincantieri che consigliano ai dipendenti di scioperare. Certo che
bisogna essere inquieti, anche di più, soprattutto se ci cerca di capir bene
gli obiettivi che confluiscono da diverse origini in un unico calderone. Ad
esempio, dalla pagina (uno dei tanti siti cui attingere)
http://frontediliberazionedaibanchieri.it/2013/11/9-dicembre-il-perche-della-mobilitazione-nazionale.html:
"Che l'attuale classe politica, presidente della repubblica compreso, istituzioni
infiltrate dai partiti ladroni, si dimettano ed abbandonino le posizioni. Da
quel momento vi sarà un periodo transitorio in cui lo stato sarà guidato da una
commissione retta dalle forze dell'ordine trascorso il quale si procederà a
nuove votazioni. Durante questo periodo di transizione verranno prese le
seguenti misure di urgenza: ristampare la lira per finanziare senza creare
debito la spesa produttiva statale; rescissione di tutti i trattati che ci
vincolano con l'Europa delle banche."
Ho personalmente chiesto
ad una dimostrante, che cortesemente, l’altra sera, mi invitava ad unirmi al
corteo, se fosse a conoscenza di questi concetti: mi ha risposto serenamente
che non ha importanza, basta cambiare.
Ma la casta trema? Se non
per senso di responsabilità verso un Paese stremato (stordito e ridotto a preda
ignara dei manipolatori delle masse) almeno per timore del piedestallo che
traballa?
3 commenti:
Che il Tiare attragga gente, da ragazzini che farebbero meglio a dedicarsi allo studio della grammatica italiana a coppiette che, perso ogni romanticismo, si fanno il giretto in questa nuova, grande "pancia" del consumismo, nessuno lo mette in dubbio. Sperando duri poco, per lo meno, soprattutto considerando le brutte (orribili!) voci che gli circolano attorno (conti non in regola, sfruttamento dei lavoratori per citarne alcuni). Tralasciando la questione ambientale concentriamoci sui centri cittadini sempre più desolati (tra quanto appariranno i "tumbleweeds", i mitici cespuglietti rotolantidei film western?). E'una conseguenza logica, non lamentatevi. Circondati come siamo da Qlandia, Emisfero, Bennet, Tiare e combriccola bella, pretendiamo pure di avere città animate?
La massa che viene identificata con il nome di "forconi" è troppo variegata, ideali e speranze troppo diversi, per temere in qualcosa di serio. Almeno, così la penso io.
Ben vengano i contributi ma, come abbiamo scritto a lato pagina, è gradita la firma. Grazie.
La redazione
I centri commerciali sono tipica espressione della società moderna, esistono ovunque, e per certi versi rappresentano un ritorno al passato, ad una dimensione ove tutto è protetto, a portato di mano, vicino. E’ completamente inutile demonizzarli. I commercianti del centro cittadino dovrebbero avere idee nuove che invece mancano… Insomma, il commercio a Gorizia muore per incapacità manifesta, non date la colpa al Tiare e al Qlandia
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