venerdì 12 luglio 2019

Bollette telefoniche, fatturazione a 28 giorni. Servizietto, scherzetto o rimborso?

In attesa della sentenza del Consiglio di Stato sulla restituzione all'utenza dei maggiori importi incassati dalle compagnie telefoniche  con il trucco della fatturazione a 4 settimane nel periodo compreso tra il giugno del 2017 e l’aprile del 2018, si apre un nuovo mondo: i servizi a compensazione.
Ma ve ne fate qualcosa, di più giga o più chiamate internazionali, e soprattutto fin quando dura la proposta alternativa alla restituzione? Io voglio indietro i miei soldi. Punto.


di Martina Luciani

La comunicazione del mio gestore telefonico, TIM: ti offro una "promozione gratuita" ( già di fronte a queste parole comincia a uscirmi il fumo dalle orecchie, si tratta di artifici retorici che dovrebbero essere oggetto di condanna penale), che puoi attivare gratuitamente ( ribadire, ribadire 100 volte...vedrai che si convincono che gli conviene) per sei mesi. In cambio rinunci ai rimborsi.
MA NEANCHE PER IDEA!! Nei prossimi sei mesi io non devo chiamare gratuitamente l'Europa occidentale o gli Stati Uniti dal telefono fisso, non mi interessano i contenuti multimediali, ho già una formula per le chiamate ai fissi e mobili nazionali. Quindi io voglio il rimborso. Non rinuncio al diritto alla restituzione dei "giorni erosi" ( modo elegantissimo per dire sottratti).
Aggiungo che la sentenza in arrivo dal Consiglio di Stato dovrebbe evitare che i consumatori ottengano il rimborso dovendo accedere al percorso conciliativo dell'AGCOM, come perlomeno TIM si premura di comunicare ( insinuando evidentemente il timore di un percorso lungo accidentato e per molti impraticabile, visto che si svolge on line).
Va precisato che le offerte di compensazione da parte delle compagnie agli utenti ( dire clienti è veramente improprio, vista la posizione di sudditanza contrattuale) sono legittime. Spiace però che siti come SOS Tariffe perdano tempo a dimostrare che a volte può essere più conveniente accettare le proposte compensative, di maggior valore rispetto l'effettivo ammontare dei rimborsi.
Le proposte compensative evidentemente ai gestori costano molto, molto meno che procedere al rimborso di euro sonanti. Altrimenti non avrebbero perso tempo a formularle e proporle.

Infine, mentre preannuncio a TIM che intendo verificare, attravero l'AGCOM, se sia corretto imporre l'invio della bolletta cartacea (parallelo nel mio caso a quello attraverso posta elettronica con relativo addebito di 2,5 euro al colpo per 12 mesi)  a chi non abbia disposto il pagamento delle bollette telefoniche tramite addebito bancario diretto, ricordo che il Senato sta lavorando sulla modifica dell'articolo 1 del decreto-legge 31 gennaio 2007, n.7.
In particolare: « Gli operatori di telefonia, di reti televisive e di comunicazioni elettroniche non possono modificare le condizioni giuridiche ed economiche dell'offerta prima che siano trascorsi sei mesi dalla stipula del contratto, in ogni caso senza aggravio di costi o peggioramento delle condizioni economiche applicate nei confronti del consumatore ».
Ulteriori precisazioni, nel disegno di legge, ribadiscono concetti già desumibili da altre fonti ( ma va bene rimetterli nero su bianco): trasparenza delle offerte e dei messaggi pubblicitari, comunicazione semplice ed essenziale, chiarezza delle offerte e dei messaggi pubblicitari, no proposte con zone grige ( i cosiddetti servizi ancillari) e prezzi nascosti.

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