mercoledì 8 maggio 2019

Democrazia agonizzante a Gorizia. Allestito in Comune un reparto d'emergenza ( non è vero, ma dovrebbe)

Oggi Giornata mondiale della Croce Rossa, il Comune espone la bandiera con il simbolo rosso su fondo bianco. Visto l'andazzo, avrebbe potuto essere il segnale dell'attivazione di un presidio d'emergenza sanitaria, allestito per mettere in coma farmacologico la democrazia cittadina, la cui salute è gravemente compromessa dal comportamento del sindaco, della giunta e della maggioranza.


di Martina Luciani

Oggi il sindaco, invece di inventarsi che ieri sera una cagarella incontenibile aveva sorpreso la Giunta, quasi tutti i consiglieri di maggioranza e lui stesso ( che era una scusa carina, sai com'è con 'sti virus primaverili) costringendoli ad una fuga igienico sanitaria,  ha lasciato intendere che il consiglio comunale è stato interrotto anche a causa del comportamento del pubblico, strumentalizzato dall'opposizione consiliare. Invito tutti a visionare i video in circolazione sui sociale e la registrazione ufficiale della seduta del 7 maggio.
E' un'accusa che si smonterà da sola. Siamo stati un pubblico paziente, molto paziente anche di fronte ai surreali dibattimenti con cui si sospingevano avanti le lancette dell'orologio. Ma un sonoro applauso è scoppiato quando la mozione d'ordine del consigliere Collini, che chiedeva di anticipare la discussione delle due mozioni relative alle petizioni popolari, è stata cassata: è violenza? E' sedizione? A me pare che civili aspettative e diritti conclamati dei cittadini quando siano rispettivamente beffate e compromessi, minimo minimo suscitino un applauso di disapprovazione.
Il gesto deve aver colpito la fantasia dell'assessore ( alla cultura, ahimè) Oreti, che dopo l'appello con cui si è riscontrata la mancanza del numero legale, e la chiusura definitiva della seduta, è rientrato in aula e rivolto ai cittadini, sorridendo di smagliante sorriso, e atteggiando il capino con aggraziata teatralità, ci ha rivolto un applauso e un "bravi bravi bravi". Uno sfottò, degno di contesti culturalmente e politicamente ben distanti dall'aula del Parlamento cittadino. Ma ognuno agisce secondo i suoi costumi, si sa.

Ma torniamo alla seduta consiliare. Dopo l'applauso, e senza che nessun esponente delle forze dell'ordine fosse intervenuto per ammanettare i cittadini ( i vigili invece hanno invitato i genitori a tener buoni i bambini, dei quali peraltro non si è sentito un fiato per ore) la seduta è stata sospesa.  Sono rientrati i consiglieri di opposizione, i consiglieri Ferrari, Zorzenon e Tomasella, c'era l'assessore De Sarno. Gli altri in fuga.
Questo fatto, la fuga, e non altro, ha impedito che sui contenuti delle mozioni ( le trvate in fondo a questo post qui) i cittadini fossero edotti delle opinioni dei consiglieri comunali: chi vota a favore - e cioè chiede che le petizioni finiscano subito sui banchi del consiglio - chi vota contro - e quindi di fatto le archivia e si sottomette alla Giunta che questa grana non vuole affrontare, perchè relegarle nel limbo del futuro piano regolatore significa rimandarle sine die - chi si astiene perchè non sa cosa fare. Questo fatto, la fuga, significa che lo Statuto comunale, nelle pagine in cui definisce le forme della partecipazione popolare, può essere utilizzato come carta igienica. In vista della prossima cagarella virale, potrebbe essere maggiormente utile di quanto oggi non sia ai fini del pieno esercizio dei diritti democratici.





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