domenica 28 aprile 2019

Inspiegabile ( o forse no) ostinazione del sindaco di Gorizia a non inviare le petizioni popolari su industrie insalubri e PCCA al Consiglio comunale!

Il comitato promotore delle petizioni popolari che, con oltre 3000 firme complessive chiedono al Comune di trattare le questioni delle industrie insalubri, inserendo norme più restrittive nel piano regolatore, e dell'adozione del Piano di zonizzazione acustica, commenta con indignazione le delibere con cui la Giunta comunale, il 17 aprile scorso, ha formalizzato il fatto che le istanze dei cittadini non saranno discusse immediatamente in consiglio comunale.
Entrambi i temi, come si apprende dalla stampa visto che nessuna comunicazione è giunta ai cittadini presentatori delle petizioni, sono stati aggiunti al libro dei sogni, di cui è disponibile la recente edizione intitolata Documento Unico di Programmazione 2019 -2021.  Questo il comunicato stampa. Di seguito i testi delle due mozioni consiliari, rispettivamente dal consigliere Andrea Picco ( Forum Gorizia) e Silvano Gaggioli ( Gorizia c'è): entrambe chiedono che le petizioni siano portate in consiglio comunale. Depositate l'11 aprile, e una settimana dopo ecco le due delibere di Giunta, guarda che caso!





Comunicato stampa, 28 aprile 2019
Il sindaco di Gorizia e la sua Giunta archiviano i cittadini e lo Statuto comunale insieme alle petizioni popolari!

Le due delibere di Giunta del 17 aprile 2019 formalizzano una nuova auto investitura di stampo autoritario, cioè lo stratagemma che trasferisce una iniziativa di democrazia diretta prevista dallo Statuto comunale  in una “archiviazione” delle istanze corredate da oltre 3000 firme di cittadini. E ciò con una serie di arzigogoli che mischiano principi costituzionali, contenuti delle norme, questioni politiche e prassi amministrative.  
Lo Statuto comunale di Gorizia stabilisce che il sindaco, ricevute le petizioni,  deliberi entro un mese se di propria competenza, oppure si provveda immediatamente all'individuazione dell'organo competente, il quale deve deliberare entro 3 mesi dalla presentazione della petizione.
Questa amministrazione, invece, attende l'ultimo giorno utile a deliberare e a quel punto, escludendo  il Consiglio comunale, organo elettivo rappresentativo della comunità cittadina,  la Giunta si attribuisce il potere di decidere  sulle materie oggetto delle petizioni  e contestualmente ne delibera l'archiviazione.
A chiarire quanto sia deficitario il rapporto dell’ente locale con la comunità, il comitato promotore delle due petizioni popolari segnala che il Comune  non ha comunicato l’apertura di alcun procedimento relativo all’iter delle petizioni:  nessuna trasparenza su cosa sia accaduto alle petizioni dopo il deposito del  17 gennaio 2019, sul controllo di ammissibilità delle stesse e sulla validità formale, su  quali uffici le abbiano prese in carico, nessuna comunicazione ai consiglieri.

Il comitato promotore  evidenzia  il paradosso dell’archiviazione di qualcosa che non è mai stato formalmente avviato e che è stato gestito in un modo irriconoscibile sul piano tecnico e giuridico. E’ invece leggibilissimo il significato politico, con cui si marca ulteriormente che il Comune non ha tra i suoi fini quello di garantire i diritti fondamentali della comunità  ed è invece pronto a fare il paladino degli interessi economici delle imprese che speculano sul nostro territorio.

Pertanto il comitato
, mentre si attende una reazione del consiglio comunale,  stimolato da due mozioni consiliari ad appropriarsi del proprio ruolo politico,  chiede sia reso esplicito, con conseguente assunzione di responsabilità di fronte agli elettori,  il senso tecnico, giuridico e politico della “archiviazione” di due petizioni  che riguardano salute, tutela dei cittadini e dell’ambiente.
Il mero rinvio alla revisione degli strumenti urbanistici, relativamente alla petizione sulle industrie insalubri, e l’inserimento negli allegati di bilancio dell’impegno a completare il piano acustico, relativamente alla petizione sull’adozione del piano di zonizzazione acustica,   non sono sufficienti a dimostrare i reali obiettivi e le tempistiche dell’Ente.  

Ribadisce inoltre che la Giunta comunale, utilizzando metodi  quanto meno irrituali sul piano burocratico, si nomina del tutto arbitrariamente organo competente a rispondere ai cittadini su materie di competenza esclusiva del consiglio comunale, schiva il parlamento cittadino e gli evidenti rischi politici di un confronto sui temi oggetto delle petizioni popolari che potrebbe riservare molte sorprese nell’ambito della stessa maggioranza,  stabilisce che a fronte di oltre 3000 firme di cittadini siano sufficienti  dei rinvii del tutto generici e privi di qualsiasi garanzia politica.



Riguardo alla questione delle industrie insalubri, nonostante si stia concludendo l’iter autorizzatorio per una industria insalubre di pesantissimo impatto sul territorio, cioè la centrale termoelettrica a gas nella zona industriale a ridosso dell’abitato di Sant’Andrea, la Giunta afferma  che la questione è priva  di urgenza.
Per i cittadini invece l’urgenza invece esiste, ed è per questo motivo che il Comune deve rendere pubblici i dati sui rilevamenti delle polveri sottili, togliendo in tal modo
ogni dubbio sul fatto che non esista a Gorizia nessuna urgenza sulla qualità dell'aria, in particolar modo sui livelli di particolato, e sulle ragioni per cui discutere di industrie insalubri sembri  in questo momento inopportuno per l’ Amministrazione.
Il Piano di classificazione acustica di Gorizia (PCCA) già esiste, chiuso dal 2014 in un armadio degli uffici comunali, non si capisce perché non consegnarlo ai consiglieri comunali e spiegare subito di quali modifiche necessiti, aprendo immediatamente la discussione sui contenuti e sugli scopi della struttura tecnica del documento, rendendolo operativo con regolamento attuativo ben prima del 2021.


Mozione 1


Il sottoscritto consigliere comunale Andrea Picco, del gruppo consiliare Forum Gorizia, presenta  ai consiglieri comunali di Gorizia la seguente mozione.

PREMESSO CHE
da diversi anni a Gorizia si manifestano forti criticità che contrappongono i progetti di sviluppo economico alle esigenze e alle istanze dei cittadini sul piano della salubrità e della qualità ambientale;
la ferma e corale opposizione del quartiere di Sant’Andrea alla nuova centrale termoelettrica a gas ha determinato la necessità che la questione vada inquadrata e risolta sul piano delle scelte politiche che diventano “pubblica amministrazione” e governo del territorio e della comunità locale;
gli strumenti di pianificazione esistenti manifestano l’assenza di un costante aggiornamento sulle crisi urbanistiche, sociali, ambientali e sui mutati bisogni della comunità;
i cittadini hanno indirizzato al Comune di Gorizia una petizione popolare per intervenire sull’esistente piano regolatore comunale, rendendo più restrittive le norme che riguardano la realizzazione, dentro e fuori il perimetro della zona industriale, di industrie insalubri e impianti di trattamento rifiuti;
la petizione, consegnata al Comune il 17 gennaio scorso, firmata da 1656 cittadini, nello specifico chiede che dopo il comma 12 e il comma 14 dell'art. 4 delle norme tecniche di attuazione siano inseriti due ulteriori commi (12 bis e 14 bis) in cui si precisa che “Non sono ammesse: le industrie  insalubri di prima classe così come identificate dal TU leggi sanitarie 1265/34; le industrie insalubri di seconda classe così come identificate dal TU leggi sanitarie 1265/34 distanti meno di 100 metri da zone omogenee a carattere residenziale A, B e C oppure da aree di valenza storica; gli impianti di trattamento e gestione di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi qualora ricadenti all’interno del perimetro del centro abitato così come identificato dal D.Leg. n.285/92 artt.3 e 4 oppure distanti meno di 500 metri da zone omogenee a carattere residenziale A, B e C oppure da aree di valenza storica.
CONSIDERATO CHE
la petizione popolare non è concettualmente scollegata dall’iter autorizzativo del progetto della centrale termoelettrica a gas di Sant’Andrea, perché trasferisce la problematica specifica e le analoghe precedenti questioni sul piano della programmazione e regolamentazione comunale ed entro le competenze del consiglio comunale;
il Comune di Gorizia, inoltre, in ambito regionale è coinvolto nelle conferenze di servizi per l'autorizzazione ambientale e per quella di costruzione ed esercizio, può in quelle sedi rappresentare la volontà dei cittadini, espressa attraverso la petizione popolare, diretta ad ottenere più efficaci tutele alla salute, alla sicurezza e ai beni comuni, indirizzando sviluppo economico e sociale della comunità di Gorizia nel senso della sostenibilità per le persone e per l’ambiente; e può inoltre richiedere il rispetto dei vincoli urbanistici come già dichiarato durante un incontro organizzato dalla giunta comunale in sala Dora Bassi sulla questione e ribadito dal sindaco nell'aula consiliare;
il consiglio comunale non può ignorare, ed è opportuno valuti per tempo, l’eventualità che il progetto ottenga attraverso l'autorizzazione unica una variante urbanistica senza passare per l'iter consiliare;

il numero dei firmatari della petizione è di più di otto volte maggiore al minimo richiesto dallo Statuto comunale per la presentazione e raffigura percentualmente una significativa rappresentanza dei 17 mila votanti alle ultime elezioni amministrative;       

VISTO CHE
lo statuto del Comune di Gorizia al secondo comma dell'art.75 prevede che "le petizioni e le proposte sono ricevute dal sindaco che assume i provvedimenti di propria competenza entro un mese oppure provvede immediatamente a farle sottoporre all'esame degli organi competenti, i quali sono tenuti a deliberare nel merito entro tre mesi";
il sindaco si è limitato a coinvolgere l’ufficio tecnico comunale (dalla cui istruttoria emerge che, “la modifica normativa richiesta fa riferimento all’art. 216 del Testo Unico delle Leggi Sanitarie il quale prevede  particolari cautele per l’insediamento di attività riconosciute insalubri”), ufficio che non è evidentemente un organo deliberativo;
il sindaco non ha ritenuto di adempiere allo Statuto, di cui peraltro è il massimo garante, e inviare entro i termini previsti la petizione in oggetto all’attenzione dei consiglieri comunali: e ciò nonostante la questione appartenga alla competenza politica dello stesso, nonostante il 1° aprile scorso in un servizio andato in onda sul TG Rai regionale il sindaco abbia dichiarato di aver coinvolto i capigruppo e infine, sul piano del fine istituzionale dell’ente locale esponenziale della comunità,  nonostante le petizioni popolari costituiscano un fondamentale esercizio di democrazia e di partecipazione della cittadinanza alle scelte di governo;
il sindaco ha comunicato di voler approfondire, in sede di variante al PRGC, la questione nell’ambito della formazione della prevista variante generale al PRGC non escludendo di procedere a variante puntuale ove ne sussistano le ragioni: intento che non si comprende, visto che la variante richiesta per mezzo della petizione popolare e approvata dal consiglio comunale transiterebbe nella futura variante generale a PRGC, di cui si parla molto ma che potrebbe anche non venir realizzata durante il presente mandato;

Il consiglio comunale impegna il sindaco affinchè entro 30 giorni la discussione sulla petizione oggetto della presente mozione sia portata in commissione in modo che successivamente alle consultazioni il consiglio comunale possa deliberare, come previsto dallo Statuto comunale, su quanto richiesto dai cittadini nella petizione; in subordine il consiglio comunale chiede siano illustrate le ragioni per cui il sindaco, nei fatti  dimostrando scarsa considerazione per le istanze dei cittadini,  ritenga di poter ignorare le disposizioni statutarie e i relativi termini, privando il consiglio comunale della sue stesse prerogative e competenze.


Mozione 2

Gorizia, 11 aprile 2019    

ADOZIONE DEL PIANO DI CLASSIFICAZIONE ACUSTICA DEL COMUNE DI GORIZIA (PCCA)
Iniziativa del consigliere Silvano Gaggioli
    


PREMESSO CHE
Nel 2017, lo studio preliminare ambientale – documentazione previsionale di impatto acustico, inviato nell’ambito dello screening di VIA, al Ministero dell’Ambiente, dalla società Tey Energy spa proponente il progetto della Centrale Termoelettrica con motori endotermici a gas naturale della potenza complessiva di circa 148 MWt nel sito di Gorizia, notava che il Comune di Gorizia “non ha ad oggi provveduto alla stesura del Piano di Zonizzazione Acustica del territorio comunale ai sensi della Legge 26.10.1995 n.447.” (https://va.minambiente.it/it-IT/Oggetti/Documentazione/1720/3044?pagina=3);

nell’ aprile del 2018, l’assenza del PCCA di Gorizia veniva nuovamente inserita tra le argomentazioni della società proponente in risposta alle osservazioni inviate dal Comune di Gorizia nell’ambito del procedimento di verifica di assoggettabilità a VIA;
con la nota prot. 23142 di data 27 aprile 2018, il Servizio regionale valutazioni ambientali rendeva noto, al Comune di Gorizia e agli soggetti precedentemente coinvolti nella formulazione dei pareri, la pubblicazione sul sito web ministeriale delle integrazioni prodotte dal proponente, richiedendo loro un parere al fine di consentire una compiuta valutazione degli elaborati;
il 30 maggio del 2018, la Regione Friuli Venezia Giulia esprimeva in una delibera di Giunta, inviata Ministero dell’Ambiente, il parere che per il progetto della centrale termoelettrica a gas non servisse la Valutazione di Impatto Ambientale, precisando che alla Regione non erano  pervenute ulteriori osservazioni dal Comune di Gorizia che peraltro nella prima fase di consultazioni aveva rilevate una serie di carenze anche sulla questione dell’inquinamento acustico;
la delibera di Giunta enuncia tra le prescrizioni una serie di condizioni ambientali, tra cui l’adozione del PCCA, Piano comunale classificazione da parte del Comune di Gorizia, “che introdurrà, in particolare, i limiti di emissione, possibilmente in sincronia temporale sia al perimetro dello stabilimento sia presso i ricettori più prossimi ovvero più esposti aventi caratteristiche di ambiente abitativo (ragionevolmente individuabili nelle abitazioni di Via Natisone a nord-est e via San Michele a est, in comune di Gorizia) per i quali dovrà essere fornita evidenza, mediante misure o probanti stime, anche del rispetto dei limiti differenziali in ambiente abitativo nelle condizioni di esercizio più gravose (periodo di riferimento notturno). Dovrà, in particolare, venir presa in considerazione l’eventuale presenza di componenti tonali del rumore generato dalle diverse componenti impiantistiche e siano, in ogni caso, sempre riportate le storie temporali dei rilievi acquisiti, che dovranno indicare l’andamento del parametro LAF nel tempo ed essere opportunamente caratterizzate e corredate dalla valutazione sull’eventuale presenza di componenti tonali ed eventi impulsivi.”
la stessa delibera prescrive che nel primo anno di esercizio dell’impianto, sotto la vigilanza dell’ARPA, il Proponente dovrà eseguire, mediante un’adeguata campagna di misure fonometriche, una verifica dei valori stimati in fase di progetto; inoltre le stime e gli esiti delle misurazioni fonometriche dovranno essere riconsiderati a seguito dell’adozione del PCCA da parte del Comune di Gorizia.
CONSIDERATO CHE
ad aprile 2016, in consiglio comunale era stato richiesto un aggiornamento sull’iter di adozione del Piano di classificazione acustica (consigliere Rota) e l’Assessore Pettarin aveva spiegato “che per il Piano di Zonizzazione Acustica si è ricevuta risposta dall’A.R.P.A., ora c’è la necessità di armonizzarlo con il vicino Comune di Savogna”;
il Comune di Savogna d'Isonzo ha approvato il proprio PCCA nel rispetto della normativa di settore recependo il toto le prescrizioni date dall'ARPA;
il Comune di Gorizia aveva chiesto al Comune di Savogna di modificare il Piano in modo tale che le zone a confine avessero un limite acustico diverso da quello individuato ovvero una classificazione "meno penalizzante" per le zone limitrofe della zona industriale ricadenti nel Comune di Gorizia;
il Comune di Savogna d'Isonzo però ha sostenuto di non avere l’obbligo di armonizzare il proprio piano vigente con quello in fieri del Comune di Gorizia, e ciò in quanto i livelli di classificazione acustica recepiti nel Piano di questo Comune rispettano le prescrizioni di Legge, che le richieste del Comune di Gorizia avrebbero causato una penalizzazione per le zone residenziali di Savogna attigue al confine comunale e che, avendo il Comune di Savogna d'Isonzo approvato prima del Comune di Gorizia il proprio Piano, è il PCCA di Gorizia che deve allinearsi a quello di Savogna, in maniera particolare con le zone "a confine";
nel 2008 e nel 2013 il Comune di Gorizia, per mezzo dell’assessore competente, aveva dato rassicurazioni sull’adozione del Piano di classificazione acustica;
ad inizio del 2018, il consigliere Peterin ha nuovamente sollecitato l’amministrazione a proposito della grave situazione di inquinamento sonoro esistente nel quartiere di Sant’Andrea, causata dalle emissioni della zona industriale e in prospettiva ulteriormente aggravata dalla futura centrale termoelettrica a gas il cui progetto non è condizionato dall’esistenza di specifiche prescrizioni
VISTO CHE
la legge regionale 18 giugno 2007, n. 16 (Norme in materia di tutela dall’inquinamento atmosferico e dall’inquinamento acustico), in attuazione della legge 26 ottobre 1995 n. 447 (Legge quadro sull’inquinamento acustico) e dei relativi decreti attuativi, individua nei comuni i soggetti maggiormente vocati a governare le tematiche del rumore ambientale, sia in termini di pianificazione che di controllo del rispetto dei dettami della normativa di settore;
l’art. 20 comma 1 della legge regionale 18 giugno 2007, n. 16 stabilisce: “I Comuni, entro cinque anni dalla data di pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione della deliberazione della Giunta regionale recante i criteri di cui all'articolo 18, comma 1, lettera a), approvano il Piano comunale di classificazione acustica di cui all'articolo 23”;
con deliberazione della Giunta regionale 5 marzo 2009, n. 463, la Regione Friuli Venezia Giulia ha adottato le linee guida per la redazione dei piani comunali di classificazione acustica del territorio;
il progetto del Piano di classificazione acustica del Comune di Gorizia, approvato nel 2014 dall’ARPA del Friuli Venezia Giulia, è tuttora in attesa di essere sottoposto alle procedure di adozione previste dall’art. 23 e 24 della legge regionale 18 giugno 2007, n.16;
l’art.25 (Divieto di contatto di aree) comma 1 legge regionale 18 giugno 2007, n.16: “Il Piano comunale di classificazione acustica non deve prevedere il contatto diretto di aree, anche appartenenti a Comuni confinanti, qualora i valori di qualità assegnati alle medesime si discostino in misura superiore a 5 dB(A) di livello sonoro continuo equivalente.”;
1552 cittadini di Gorizia hanno chiesto, con una petizione popolare presentata ai sensi dell’art. 75 dello Statuto comunale, che il Comune adotti il Piano di classificazione acustica, considerato che la condizione di inquinamento acustico sussiste in più aree del territorio di Gorizia, e che molte zone residenziali, pur non confinanti, risultano vicine ad aree industriali delle quali subiscono il rumore, con emissioni sonore che compromettono, di giorno e di notte, anche in maniera grave, le qualità della vita negli ambienti domestici e risultano nocive per la salute psico - fisica dei residenti;
il PCCA, oltre ad essere richiesto per legge, è uno strumento di settore fondamentale nella programmazione urbanistica, la sua definizione interferisce con la pianificazione generale e con strumenti ulteriori quali il piano del traffico, l’adozione dello stesso costituisce il cardine dello sviluppo sostenibile del territorio comunale a partire dalla valutazione qualitativa delle condizioni ambientali e igienico – sanitarie, agendo a livello preventivo e a livello di bonifica di situazioni di inquinamento acustico
Il consiglio comunale, concludendo che la problematica è stata sufficientemente posta all’attenzione della Giunta e del Sindaco e non reputando accettabile ulteriori ritardi nell’adozione del piano di classificazione acustica comunale,
IMPEGNA IL SINDACO
a convocare entro 30 giorni la prima riunione della competente commissione con lo scopo di conoscere innanzitutto il PCCA datato 2014, mai reso disponibile al pubblico, e avviare il procedimento previsto dalle norme regionali per arrivare entro l’anno all’approvazione del Piano definitivo, anche in relazione alla necessità funzionale di armonizzare il PRGC con le disposizioni del PCCA.









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