lunedì 3 marzo 2014

Non vogliamo foto ricordo: nasce a Gorizia il Comitato Isonzo



Il comunicato stampa che annuncia la costituzione del Comitato.


Le anime ecologiste e culturalmente  attente alla conservazione della città e delle sue risorse ambientali e paesaggistiche  hanno ritenuto di  costituire un tavolo di coordinamento e una cassa di risonanza sulla questione della tutela dell’Isonzo contro interventi invasivi: la risposta  alla proposta è stata corale, ed ha riunito le più diverse voci che da tempo, e da prospettive diverse, sostengono l’inutilità, l’incongruenza dei fondamenti giuridici e scientifici, e il danno ambientale che verrebbero causati dalla realizzazione di un bacino nel tratto goriziano del fiume.
 Si è pertanto costituito il Comitato Isonzo, che riunisce i delegati di partiti politici, associazioni e esperti:  sono rappresentati  SEL, Movimento 5 Stelle, Associazione radicale Trasparenza è Partecipazione, Federazione provinciale dei Verdi, Associazione Essere Cittadini, Forum Cultura per Gorizia .
E’ attesa e auspicata l’adesione di altre organizzazioni  e associazioni. L’identità del Comitato Isonzo è neutra rispetto le sue eterogenee componenti ma è politica nel senso più profondo  del concetto.

Intende cioè agire in difesa di un bene comune, in nome dell’interesse della comunità e delle generazioni future e in alternativa agli interessi economici e mercantili che pilotano la gestione delle risorse in direzione opposta a quella indicata dalle attuali fonti normative e dalle linee guida nazionali e comunitarie in tema di sviluppo e tutela ambientale e, nello specifico, all’interno di un bacino idrografico internazionale.
Il Comitato intende produrre , coordinare e sostenere nelle prossime settimane occasioni di approfondimento , rivolte alla cittadinanza, sugli aspetti tecnici, scientifici e giuridici che motivano la volontà di impedire la realizzazione di infrastrutture sull’Isonzo, indicando le alternative per tutelare l’ambiente e la vita del fiume e per ripensare i meccanismo diretti a fronteggiare le carenze d’acqua e i sempre crescenti fabbisogni idrici del comparto agricolo.  A cominciare dal fatto che le norme del Trattato di Osimo relative alla gestione dell’Isonzo – oltre a prevedere  situazioni e relazioni tra le due nazioni confinanti diverse da quelle poi  realizzate – è  completamente avulso rispetto l’evoluzione del diritto nazionale, del diritto comunitario e internazionale,  e dalle condizioni oggettive del fiume già sottoposto alla pressione del cambiamento climatico in atto.  I cittadini interessati possono prendere contatto, in questa prima fase organizzativa, scrivendo a : comitatoisonzo@gmail.com




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