giovedì 4 febbraio 2016

Gorizia, campo San Giuseppe. La politica poco alla volta familiarizza. Ma ce l'ha una lista degli argomenti da discutere?




Il campo di Medici Senza Frontiere non fa piu' paura, e la politica va a guardare com'è dentro.Ma fra poco chiude. Il rinnovato interesse si limitera’ ad un passaggio sullo sfondo dei container o prelude a soluzioni concrete e serie per il dopo MSF?



di Martina Luciani

A lungo. Son durati a lungo, il silenzio, la presa di distanze, il cauto osservare senza esser visti: intorno al lavorio di Medici Senza Frontiere e di Caritas, nelle trincee su cui sparavano i cecchini paludati di patriottismo e lungimiranza, mentre la Prefettura rifletteva attentamente sui destini del mondo.  Sparavano di frequente, ma in realtà non avevano coraggio di mirare a tutti coloro che cercavano - extra moenia, con generosità e perseveranza, oppure nei nostri Palazzi ma con quella signorilità politica che rende afoni i detrattori  -   di evitare  il " bivacco senza servizi igienici autunno inverno 2016". Preferivano puntare a chi reagisse con quella scompostezza che fa la gioia delle cronache di provincia: hanno avuto l'occasione per una fantastica stagione di caccia, schivando anche questa volta  la partecipazione ad un serio e compiuto dibattito politico.
E così, mentre l'esperienza di aver realizzato un sito emergenziale di accoglienza in centro città scorre pacificamente, siamo distolti dal fatto che si ingigantisce la dimensione del prossimo, imminente problema istituzionale e politico: chiusi i cancelli del campo San Giuseppe,  l’attenzione si sposterà da MSF a coloro che dovranno gestire il rinnovato bivacco diffuso, il dilagare in città di persone che non hanno un posto dove sostare (se non nascondersi lungo il fiume) e l’ignominia che Gorizia predilige riservare ai richiedenti asilo. Con un esposto alla magistratura che, ci piaccia o meno l’iniziativa in quanto tale, è un disvalore aggiunto  per tutta la città.
A Natale, l’attività di accoglienza pareva quasi clandestina (ricordo però la serenità di Laura Fasiolo, senatore della Repubblica, che in tempi ancora assai cupi se ne andò a fare, senza cerimonie, un sopralluogo e consegnò  al mediatore culturale di turno panettoni sufficienti per tutti i ragazzi).  
Poi si è cominciato a familiarizzare con lo sfondo dei containers  dove trovano riparo i profughi.  Se ne sono occupati  i media e, dopo alcuni rozzi e falliti tentativi di discredito, l’operazione di MSF e Caritas si sta affermando come una iniziativa umanitaria necessaria, che ci ha risparmiato un sacco di lavoro, di preoccupazioni e di guai e ci consente di guardare i richiedenti asilo in faccia senza vergogna.
Insomma, il campo comincia a sembrare una interessante location per  tentare di recuperare un qualche ruolo politico sull’argomento (sottovalutando il fatto che MSF ha fin dall’inizio richiamato tutti i soggetti istituzionali alle proprie mancate responsabilità; e quindi per recuperare, bisogna mirare piuttosto alto).
 
Nell'immagine una fase dell'allestimento del capannone di via Trieste, quasi un anno e mezzo fa, unico tentativo governativo ufficiale di gestire un'accoglienza minimale per i richiedenti asilo appena arrivati. Anche in questa situazione l' apporto del volontariato fu determinante.

La presenza di un struttura di emergenza per la prima accoglienza a Gorizia rimane un tema delicato, certo, ma in qualche modo è  stato metabolizzato in queste settimane grazie all’audacia di MSF e alla perseveranza di Caritas: nel campo, attorno al campo, nel quartiere , nella città, in fondo è successo  proprio niente. Anzi, ordine e pulizia imperano in città.
A parte il relata refero di un premuroso e fine politico locale, che ben si fa interprete nonostante la sua provenienza dalla Capitale dei meccanismi di relazione indigeni: e registra pubblicamente il presunto sputo da parte di un presunto medio orientale a danni di una signora in bicicletta, che è fuggita, illesa,  pedalando terrorizzata e indifesa .
Quindi, parliamone, stringiamoci davanti alle telecamere in modo da star tutti dentro l'obiettivo, diciamo quello che va detto e anche quello che ci torna utile al di là della buona causa.  Purchè,  per onestà intellettuale, si ponga anche il quesito di cosa accadrà a breve. Quando MSF chiude il campo. Il centinaio di persone che trovano in quella struttura accoglienza non governativa  si troveranno a vagare per la città, costretti a  violare l’ordinanza anti bivacco?  Torneranno ad essere affidati alle cure disinteressate del volontariato ? Possiamo parlare di questo, subito?


Nessun commento: