martedì 9 febbraio 2016

Campo di concentramento di Gris di Bicinicco, vicino a Gonars: memoria della deportazione e, in aggiunta, amianto.

Il Comitato per la vita del Friuli rurale, segnala che nel sito dove ci fu, dal '41 al '43, un campo di concentramento fascista destinato all'internamento  prima di militari russi e poi di civili jugoslavi, oggi trasformato in cava, è stato scoperto un deposito ingente di sacchi di amianto.

Riportiamo alcuni brani della nota di Aldevis Tibaldi del Comitato, inviando nel contempo il link del nostro articolo all'Arpa FVG, all'assessore regionale all'Ambiente Vito e alla presidente della Regione Serracchiani.


Il campo di concentramento di Gris di Bicinicco è segnalato soltanto da un cippo, testimonianza voluta proprio dal Comitato per la vita del Friuli rurale. Nell'area è stata realizzata una cava, una delle tante che hanno sfregiato la pianura fertile e ricca di risorgive. A poche decine di metri dal memoriale, è stato scoperto il deposito di "cinquanta enormi sacche di amianto all'interno di una cava abbandonata ed una sospetta attività di seppellimento".



Scrive Tibaldi: " Abbiamo prontamente avvisato il NOE (Nucleo Operativo Ecologico) ma poiché nulla ne è seguito, dopo quattro giorni abbiamo sporto anche una regolare denuncia scritta rivolta alla Procura della Repubblica, segnalando l'esatta localizzazione del deposito, la sua entità, il fatto che non vi fosse indicata la presenza a norma di legge, né recintato il luogo del deposito, per quanto temporaneo esso fosse. Con l'occasione abbiamo precisato che tutte le cinquanta enormi sacche poggiano direttamente sul fondo di una cava abbandonata prossimo alla falda freatica, tale quindi da essere regolarmente sommerso in presenza di piogge intense; ma come se non bastasse, abbiamo anche riscontrato come al di sopra non vi sia quella copertura necessaria a preservarle dal dilavamento della pioggia o dall'azione dei raggi solari: obbligo peraltro indicato nelle specifiche etichette apposte sulle sacche medesime."
 " Ebbene, dopo una settimana dalla denuncia scritta e dopo giornate di intensa pioggia, nessuno si è peritato di fare alcunché per mettere in sicurezza il pericoloso fardello né, a quanto pare sanzionare l'autore del deposito." Come se non bastasse, precisa Tibaldi, " qualche abitante della zona si è sentito subito autorizzato a fare altrettanto e a scaricare ogni sorta di rifiuti in prossimità di quello vistoso, eppure non sanzionato: in una sorta di emulazione senza fine". 

Nessun commento: