giovedì 26 marzo 2020

Aperte le adesioni al manifesto NON SIAMO IN GUERRA, SALVIAMO LA DEMOCRAZIA.


A fronte di progressivi adattamenti e contrazioni del sistema democratico e delle garanzie fondamentali nel nome delle esigenze della gestione dell'emergenza da parte dei pubblici poteri, un gruppo di cittadini ha ritenuto opportuno descrivere la propria grande preoccupazione, renderla pubblica e inviare questa testimonianza ai rappresentanti del Governo sul territorio, nel nostro caso al Prefetto di Gorizia. Chi si sentisse in sintonia con questa iniziativa, trova al termine del testo un indirizzo di posta elettronica cui mandare la propria adesione.  



Scriviamo questo manifesto in qualità di cittadine e cittadini, nella consapevolezza che l'Italia sta attraversando un momento difficile, probabilmente il più complesso, dalla fine della seconda guerra mondiale.

Questo Paese ha conosciuto barbarie da cui si è sempre riuscito a risollevare grazie allo spirito di solidarietà, di fratellanza, di uguaglianza,principi cardini nella nostra Carta Costituzionale, che non devono mai essere offuscati, neanche in tempi duri come quelli che tutte e tutti noi stiamo vivendo dal mese di febbraio.

Da quando il coronavirus ha iniziato ad infettare anche l'Italia è stato deciso che dobbiamo comportarci come se fossimo in guerra. Affermazione tanto grave quanto discutibile perché un conto è fare la guerra al virus, e questa la si fa con la ricerca scientifica e la metodologia sanitaria, un conto è far piombare una nazione intera in un clima tipico della guerra. Le conseguenze sono pessime per la democrazia che è letteralmente sotto attacco.

Si è verificata la concentrazione di straordinari poteri nelle mani di strumenti tecnici e governativi che hanno totalmente bypassato la democrazia parlamentare che è quella su cui si fonda la nostra Repubblica.

Si è determinato nel Paese uno spirito di delazione che non si conosceva dai tempi del fascismo. Si sta registrando un controllo sociale, che passa dalle ronde, all'impiego dell'esercito, all'utilizzo di tecnologie,come droni, cellule telefoniche, per tracciare i movimenti delle persone.

Si stanno scaricando sui cittadini le responsabilità politiche di falle e cattive gestioni sanitarie, i diritti dei lavoratori sono passati totalmente in secondo piano, ampliando la platea dei lavori cosiddetti indispensabili e mettendo a rischio la salute di chi lavora.

Si sta verificando una concorrenza tra Stato e Regioni con provvedimenti contraddittori che generano confusione senza precedenti.

Non siamo una dittatura e vogliamo preservare la democrazia nel nostro paese.

L'articolo 2 della Costituzione afferma che la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

Siamo tutti consapevoli dei nostri doveri di solidarietà sociale, così come siamo consapevoli che si sta realizzando uno sbilanciamento preoccupante di restrizioni di libertà e democrazia inaccettabili. Non siamo in guerra, ed è nostro dovere segnalare che la democrazia costituzionale in Italia sta correndo dei rischi che non possono essere giustificati dallo stato d'emergenza.

La democrazia deve rendere le scelte più condivise e dunque più efficaci per tutti.



Marco Barone, avvocato, blogger

Federica Bettari, customer care presso clinica privata

Luigi Bon,segreteria provinciale Gorizia del PRC/ Sinistra Europea

Luciano Capaldo, insegnante

Mattia Cardinali, Educatore professionale e musico terapeuta

Claudia Cernigoi, storica

Sasha Colautti  Esecutivo Provinciale USB - Lavoro Privato Trieste

Michele Crudo, insegnante

Anna Di Gianantonio, ricercatrice storica

Maurizia Di Stefano, insegnante

Gabriele Donato, insegnante

Anna Fressola, ricercatrice

Luigi Filippini, impiegato di banca

Pier Paolo Filippini, restauratore ligneo e teatrante

Maurizio Guerri, docente e ricercatore

Martina Luciani, blogger

Marco Nicolai, avvocato

Maria Clara Pascolini, insegnante
Andrea Pegoretti, programmatore informatico

Stefania Russo, disoccupata

Greta Storni, insegnante

Carlo Tomei, Coordinamento Provinciale USB lavoro privato Trieste

Iacopo Venier, giornalista

Davide Zotti, insegnante

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