mercoledì 16 gennaio 2019

Petizioni popolari pronte. Ma non consegnate perchè non si capisce come si deve fare. Però dalla stampa arriva la rassicurazione del Comune: zone industriali e abitazioni mai più vicine.

Terminata la raccolta delle firme alle petizioni popolari, i promotori si scontrano con le incertezze burocratiche. Come si depositano in Comune a Gorizia le firme? Tira, para, molla, ancora non ci siamo riusciti. Curiosamente oggi titolone sulla stampa: Mai più zone industriali vicino alle case. Non penserete che ci basti, vero?


di Martina Luciani

Ci sono Comuni della stessa Nazione di cui fa parte anche Gorizia che sul proprio portale web descrivono nel dettaglio le modalità di consegna delle petizioni popolari. Noi ancora non abbiamo capito come fare. E siamo così educati e rispettosi da attendere indicazioni, per adempiere correttamente quanto necessario e veder attuata una fondamentale facoltà del cittadino, quella cioè di coinvolgere per mezzo della petizione popolare il consiglio comunale, la Giunta e il Sindaco su temi che appartengano alle loro competenze istituzionali.

Nel frattempo, anche perchè non ne facciamo mistero, evidentemente la voce della rilevanza del numero delle firme raccolte ( moltissime di più delle 200 richieste dallo Statuto comunale)  sia sulla petizione diretta ad ottenere una variante del Piano regolatore cittadino che imponga norme più restrittive per la realizzazione di industrie insalubri e per impianti di gestione e trattamento di rifiuti speciali, sia sulla petizione che chiede l'adozione del Piano di classificazione acustica comunale, ha prodotto la curiosa e maldestra avance letta oggi.

Allora, e seppur a titolo personale ( ma immagino che tra i promotori delle petizioni altri la penseranno come me), vorrei precisare che di queste uscite così all'avanguardia, manifestazione di una coscienza amministrativa garantista dei diritti fondamentali, ecologista e proiettata a conservare e migliorare il mondo per le generazioni future, ne ho sentite a bizzeffe, e raramente ho visto seguire fatti concludenti sul piano della realtà oggettiva. Raramente ho visto schierarsi - nelle sedi dove realmente si decidono le cose e si concedono o rinnovano le autorizzazioni o si prolungano termini o si mettono le pezze "ora per allora" alle più svariate manifestazioni di illegalità - i rappresentanti delle amministrazioni elette dai cittadini.

Quindi mi viene da ridere. Anzi mi viene da piangere: cosa significa "mai più zone industriali vicino alle case"?  La prima interpretazione è che se vogliano realizzare delle altre. Follia o imbecillità?
Troviamo qualcosa di meglio: ridisegnare il perimetro della zona industriale esistente, rimpicciolendola ( tanto è quasi vuota) in modo da aumentarne la distanza dalle aree residenziali.
Questa non è niente male.
Ma perchè viene usato il plurale "zone industriali"? Perchè non ci può aspettare il corretto uso delle concordanze dall'amministratore pubblico o perchè qualcos'altro sobbolle in pignatta? Perchè queste informazioni si intersecano con il percorso della variante 41?

Magari fosse che l'uscita sulla stampa è prodotta dall'aver percepito che le due petizioni popolari manifestano ben altro oltre alle questioni per cui sono state formulate: cioè la volontà dei cittadini di essere parte attiva nel  dibattito politico su questioni fondamentali, sempre e non solo quando sono utili interlocutori in campagna elettorale.

La conclusione è che, a parer mio, l'amministrazione locale da decenni naviga a vista, gestisce il potere e non governa,  non produce progetti a lungo termine, di volta in volta si accontenta qualcuno o si tenta la fortuna, che non arriva mai: e non arriva perchè non è mai stato sviluppato un percorso partecipato per decidere quale deve essere la Gorizia migliore possibile tra 10 anni, meglio ancora tra 20 anni. Quella piena di supermercati o quella che conserva il suo Tribunale, quella che svende il territorio spacciando le discutibili e spesso fallimentari operazioni imprenditoriali per sviluppo economico ( che notizie del Three shades of green?), quella che si dedica al turismo con un fantomatico ascensore al Castello mentre il cuore urbano agonizza, quella che ama il cicloturismo e la mobilità dolce ma non sa fare una pista ciclabile decente, quella delle spiagge sull'Isonzo ma che non riesce ad ottenere una discussione trasparente sulla gestione della diga di Salcano e delle altre dighe slovene sul corso del fiume sacro alla Patria?
Bisogna fare petizioni popolari ogni 3 mesi. E le faremo.









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