mercoledì 21 febbraio 2018

MEDICI SENZA FRONTIERE, MIGRANTI A GORIZIA. Appello alle istituzioni in vista della chiusura della tenda a Sant'Anna.

Oggi la notizia della chiusura, ben prima che il clima volga a standard primaverili ed anzi in vista di temperature molto rigide, della tenda allestita nell'area del Contavalle, a Sant'Anna. La nota di MSF, intervenuto nuovamente a Gorizia dopo aver già affrontato la forte criticità dell'inverno 2015.


di Martina Luciani

In merito alla chiusura della tensostruttura, messa a disposizione da Medici Senza Frontiere alla e collocata presso gli spazi del Contavalle - che offre un riparo a migranti e richiedenti asilo durante il periodo invernale - Tommaso Fabbri, responsabile dei programmi di MSF in Italia, dichiara:

Con questa decisione, dozzine di persone corrono il serio pericolo di rimanere senza riparo in pieno inverno. Medici Senza Frontiere chiede alle autorità di allestire, prima dello smantellamento della struttura, una soluzione sostenibile per evitare il soggiorno in strada”.
  
Tutto qua il comunicato di MSF, perchè tanto è inutile girarci intorno. Il tendone deve essere smantellato entro la scadenza dei tre mesi, calcolo che non scatta dall'inizio dell'accoglienza, ma dall'apertura dei lavori per l'installazione. E persino il termine ricomprende le operazioni di smantellamento. Che tutto il freddo della Siberia stia per essere ricapitato anche qui da noi, è irrilevante. Chi confidava di arrivare a metà marzo, si illudeva.  

Può una comunità civile accettare che non venga dato un riparo in piena emergenza freddo a persone che non hanno un posto dove rifugiarsi?
Se la comunità civile è in grado di affrontare una simile responsabilità, se è disposta a lasciare esseri umani per strada nelle condizioni che non riserveremmo al cane o al gatto di casa, direi che non ha senso nemmeno discutere sulle motivazioni o su quale ne sia l'imprinting ideologico o culturale. Farei solo notare che, nella scenografia pre elettorale, mostrare i muscoli, vantare intransigenza e poi trovarsi con migranti assiderati e bisognosi di cure (se non peggio) non è una grande trovata.

Se invece la comunità civile pensa che l'accoglienza in emergenza climatica sia il minimo da fare, se non per ragioni umanitarie almeno per avere la coscienza a posto, di fronte allo specchio e di fronte al mondo, faccia sentire un coro squillante di voci e di sollecitazioni, che una soluzione va trovata al più presto. I volontari dell'accoglienza ci sono sempre, ma non hanno la bacchetta magica e serve una iniziativa congiunta a partire dall'Amministrazione comunale di Gorizia.

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