venerdì 23 febbraio 2018

DEVASTAZIONE DEL VERDE ORNAMENTALE IN MOSTRA AL PARCO CORONINI. NON SERVE PAGARE IL BIGLIETTO, SI VEDE GRATIS.

Molto difficile commentare lo spettacolo che aggredisce chi passi in viale XX Settembre. Si resta senza fiato davanti  alla devastazione dell'area del parco di Villa Coronini che si affaccia sulla strada.


di Martina Luciani

Cosa spinge a progettare un intervento di manutenzione che altera completamente un paesaggio, lo svilisce, lo deforma, gli toglie complessità, bellezza, storia, identità?
Grande è la sofferenza quando il maltempo stronca gli esemplari arborei, e ci vuol tempo, molto tempo, per abituarsi al vuoto, all'assenza di forme e colori che non erano solo decorativi, ma significanti.
In questo caso è un intervento voluto attuato da chi dovrebbe custodire e salvaguardare un luogo che giustamente è considerato uno dei gioielli della nostra città: quindi non c'è possibile rassegnazione o consolazione. Uno schifo, un'operazione vergognosa, mi verrebbe dire manifestazione di violenza verso la grazia e la bellezza, che tocca subire, ma non certo in silenzio. 



Questa non è cura del verde, nè tantomeno è cura di un giardino storico, è un brutale disboscamento

Riporto dalla cosiddetta Carta di Firenze, la Bibbia italiana della conservazione dei giardini storici, alcuni passi. Poi ognuno valuti se il parco di Villa Coronini meritava questo trattamento.

"...(il giardino storico)  in quante artefatto materiale, è un'opera d'arte e come tale, bene culturale, risorsa architettonica e ambientale, patrimonio dell'intera collettività che ne fruisce.
Il giardino, al pari di ogni altra risorsa, costituisce un unicum, limitato, peribile, irripetibile, ha un proprio processo di sviluppo, una propria storia (nascita, crescita, mutazione, degrado) che riflette le società e le culture che lo hanno ideato, costruito, usato o che, comunque, sono entrate in relazione con esso."
"...l'intervento di restauro dovrà rispettare il complessivo processo storico del giardino, poiché tale processo materializza l'evoluzione della struttura e delle configurazioni via via assunte nel tempo.
Pertanto ogni operazione che tendesse a privilegiare una singola fase assunta in un certo periodo storico e a ricrearla ex novo, a spese delle fasi successive, comporterebbe una sottrazione di risorse e risulterebbe riduttiva e decisamente antistorica.
L'intervento perciò dovrà identificarsi con un intervento di conservazione, e tale obiettivo dovrà essere conseguito e garantito nel tempo attraverso un processo di continua, programmata, tempestiva manutenzione."

"Per tutelare e conservare bisogna conoscere.
L'indagine diretta (unita alla schedatura, al vincolo e - ove necessario - ad un idoneo reimpiego) ancora oggi appare l'esigenza preliminare di ogni intervento.
Il giardino va analiticamente studiato in tutte le sue componenti (architettoniche, vegetali, idriche, geologiche, topografiche, ambientali, ecc.) e attraverso documenti e fonti storiche e letterarie, e attraverso rilievi, topografici e catastali antichi, nonché ogni altra fonte iconografica, attraverso la fotointerpretazione e - ove necessario - attraverso l'indagine archeologica diretta. Tale studio analitico e comparato implica il necessario concorso di molte specifiche discipline."

Se volete leggere il resto ( tanto per valutare come stiamo trattando i giardini storici dalle nostre parti, ): http://www.beap.beniculturali.it/opencms/opencms/BASAE/sito-BASAE/mp/Uffici-musei-e-monumenti/Giardini-e-parchi-storici/Carta19903.html?id=8339&pagename=8339

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