Cambia qua, cambia là, va a finire che non ci si capisce più nulla.
Ecco
una dimostrazione di uno dei tanti
loop
costituzionalriformistici : art. 67 e art. 55.
di Martina Luciani
Il vigente, ed esemplare, art.67 della Costituzione dice: Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato.
L’art.67 riformato, su cui siamo chiamati a votare, è stato privato del “rappresenta la Nazione”: si spezza così il fondamentale legame di senso – etico e politico – tra l’assenza del vincolo e l’operare nell’interesse del Paese, garantendo ai parlamentari la libertà da interessi particolari e investendoli di una responsabilità morale che va ben oltre l'etichetta del partito.
Hanno dovuto farlo, si dice, perché il Senato riformato rappresenta le Regioni, ed era necessario specificare le diverse attribuzioni. Ecco perché, generando un ulteriore depotenziamento del principio, nel nuovo articolo 55 si precisa che i Senatori rappresentano le Regioni, giocoforza inclusi (comicamente) gli ex presidenti della Repubblica in veste di senatori a vita: come possa funzionare il meccanismo della rappresentatività dei territori in assenza di vincolo di mandato, ce lo devono ancora spiegare. Evidentemente le Regioni nella mente della riformista Boschi sono altro rispetto la Nazione, una e indivisibile, e non espressione concreta del principio autonomista e del pluralismo territoriale.
C’è da chiedersi come papà e mamma della riforma, Renzi e Boschi, percepiscano le Regioni.
La riforma toglie loro molte fondamentali competenze e sforbicia per bene l’autonomia , chiarisce per mezzo della clausola di supremazia chi è che comanda, ma concede il premio di consolazione attribuendo una rappresentanza in quella sorta di italico Bundesrat che è il nuovo Senato, con la differenza sostanziale che nell’organismo tedesco si vota in base al mandato conferito, sui singoli temi, dai territori rappresentati.
Nessun commento:
Posta un commento