Sta per essere presentato, il 4 ottobre, il libro “Facciamo un giro sull’auto di suo nonno, mister Ford?”, dedicato a “La vita straordinaria di Paolo Gratton” (edito da Arte Gorizia, foto di Carlo Gulin). La sua autrice, Anna Cecchini, in questo articolo spiega se stessa, con la penna in mano, assieme a Paolo Gratton: parlare, osservare, percepire, lasciarsi condurre dalla suggestione e dall'empatia (grandi maestre di letteratura), scoprire, riflettere. E narrare. Perchè quando capita di incontrare un uomo “che fa domande e ascolta anche le risposte” e inevitabile sentire che “ non si poteva non raccontare la storia di un uomo così.”
di Anna Cecchini
“Le ho già parlato di Rodolfo Macovez, il mio primo
apprendista?” E’ una delle frasi ricorrenti di Paolo Gratton. Non mi ricordo
più quante volte mi ha fatto il suo nome. Perfino oggi, durante il nostro
ultimo incontro per organizzare la presentazione del libro, quel nome gli è
tornato sulle labbra.
Paolo Gratton ha vissuto una vita straordinaria, fatta per raccontare una grande storia. Ha ricevuto premi e riconoscimenti, ha sfilato su un’auto d’epoca con Prost, Niki Lauda e Miss Italia; ha scorrazzato per le strade di una Roma da Dolce Vita su una Ford modello A del 1930 con Henry Ford II, nipote del fondatore, uno degli uomini più influenti d’America; è volato negli Stati Uniti quando a farlo erano in pochissimi.
Eppure il suo ricordare continuamente questo ragazzotto di diciassette anni che è stato il suo primo apprendista è una chiave di lettura della sua complessa personalità.
Paolo Gratton ha vissuto una vita straordinaria, fatta per raccontare una grande storia. Ha ricevuto premi e riconoscimenti, ha sfilato su un’auto d’epoca con Prost, Niki Lauda e Miss Italia; ha scorrazzato per le strade di una Roma da Dolce Vita su una Ford modello A del 1930 con Henry Ford II, nipote del fondatore, uno degli uomini più influenti d’America; è volato negli Stati Uniti quando a farlo erano in pochissimi.
Eppure il suo ricordare continuamente questo ragazzotto di diciassette anni che è stato il suo primo apprendista è una chiave di lettura della sua complessa personalità.
In quei lunghi pomeriggi passati in museo col block notes in
mano a prendere appunti ho camminato anch’io per le strade deserte e polverose
della Gorizia del dopoguerra, ho sentito a stanchezza e il bruciore agli occhi,
concentrati a smontare e rimontare carburatori nella vecchia officina di via
Trieste, ho sentito il vento fra i capelli in sella a una moto NSU, e l’odore
del Po, attraversato sul ponte di barche costruito dal Genio Militare
americano. Mi sono chinata sui prototipi dei motori innovativi che ha
costruito, sentendo odore di olio lubrificante e il profumo dell’ingegno e
della maestria delle sue mani. Ho
sorriso davanti a quell’auto che si guida dal cofano, sdraiati dentro il baule
come reclusi, con i comandi trasportati lì dentro per creare la magica
illusione di manovrarla senza nessuno al volante.
Gratton è’ stato per decenni il titolare di uno dei
concessionari più prestigiosi del marchio Ford di tutto il Paese.
Ha battuto
ogni record di vendite ed ha ricevuto una lunga lista di premi e di
riconoscimenti. Lo racconta con orgoglio, ma senz’ombra di compiacimento. E
ogni tanto torna quella domanda: “Le ho mai parlato di Rodolfo Macovez, il mio
primo apprendista? Un uomo che non dimenticherò mai”.
Paolo Gratton è un uomo curioso anche oggi, a ottantotto
anni. E’ un uomo che fa ancora domande e che ascolta perfino le risposte. Le
novità tecnologiche lo affascinano quanto i vecchi carburatori delle Ford degli
anni ’30. Comunica abitualmente tramite e-mail e si serve di tutti i principali
supporti informatici oggi a disposizione.
Ma le sue missive iniziano sempre con “Gentile signora…”e si chiudono
“La saluto caramente….”. E tutte le
volte che ci siamo incontrati, il suo ricordo è andato a quel ragazzo di
diciassette anni che passava con lui i giorni e a volte le nottate a smontare
motori e a costruire carrelli e banchi di lavoro, a progettare motori e un
futuro di dignità.
Il 15 ottobre 1987 viene inaugurato il Museo dell’automobile
e della tecnica con insegna “Ford Motor Company d’Italia” di proprietà di Paolo
Gratton.
Il Museo contiene una quantità di reperti difficilmente
riassumibile: auto d’epoca, la ricostruzione della linea di montaggio dello
stabilimento Ford Italia per la realizzazione della prima vettura prodotta in
serie, la Ford T9, biciclette e moto d’epoca, residuati bellici, un aereo, le
più spettacolari invenzioni automobilistiche di Gratton, prototipi,
attrezzature, grammofoni, radio e ogni sorta di apparecchio per la
ricetrasmissione, ricostruzioni di motori a scopo didattico, grammofoni, vecchi
telegrafi, documenti e fotografie. Impossibile da classificare: può solo essere
visto e vissuto, dato che tutte le apparecchiature funzionano alla perfezione.
Dal giorno della sua apertura è stato visitato da migliaia
di persone: scolaresche, turisti, appassionati d’auto e radioamatori, semplici
curiosi.
Paolo Gratton accompagna personalmente i suoi ospiti in un
“tour” che dura un paio d’ore e che non stanca neppure i bambini, affascinati
dalla ricchezza della collezione e dal potere evocativo dei racconti del
proprietario.
Il libro degli ospiti e le sue dediche ne sono la prova.
Citando uno stralcio della prefazione al libro dello scrittore Alberto Custerlina: “……..Chi lo dice che per essere degli eroi bisogna per forza essere militari o poliziotti, oppure guadagnarsi la copertina di un giornale compiendo un solo atto mirabolante in un'intera vita, magari spesa male?
Citando uno stralcio della prefazione al libro dello scrittore Alberto Custerlina: “……..Chi lo dice che per essere degli eroi bisogna per forza essere militari o poliziotti, oppure guadagnarsi la copertina di un giornale compiendo un solo atto mirabolante in un'intera vita, magari spesa male?
No, gli eroi veri sono tra di noi, sono gli uomini e le
donne che ogni giorno lottano per migliorare la propria esistenza e quella
degli altri, sono quelle persone che si danno da fare per creare o per scoprire
qualcosa di nuovo, sono quella parte di umanità che trascina tutti gli altri in
avanti con la sola forza della passione. Paolo Gratton è uno di questi……….”
Semplicemente, non si poteva fare a meno di raccontare la
storia di un uomo così.
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