giovedì 6 settembre 2018

Gorizia: sconcertante promozione mediatica di territorio e cultura. Abbiate pietà, stop al “tre per due” culturale nella mia città.

Rilevante ( ahimè solo per la posizione e la grafica) articolo dedicato a Gorizia, su Il Piccolo di oggi. Niente di personale verso chi l'ha scritto, ma è una delle cose più vacue che io abbia mai letto, e travolge il lettore in un'unica onda di parole sradicate dal loro significato e rimescolate con lo stile che promuove in maniera identica il tre per due al supermercato, le pentole che cucinano da sole  e le sedimentazioni culturali secolari della mia città. Abbiate pietà di noi.


di Martina Luciani

Carlo Michelstaedter quale autore di un (unico) pamphlet filosofico e geniale meteora della Mitteleuropa, palazzo Paternolli inagibile e la cappella funeraria in Val di Rose trasformata nel bar di un casinò, la Sinagoga che apre solo 4 ore alla settimana, i laghi ( ma quali?) che circondano Gorizia, , magari si potesse fare un salto indietro di cent'anni, il peso di decenni di guerra fredda che grava sul confine aperto....
Queste alcune delle riduttive, inesatte, non aggiornate e sostanzialmente controproducenti informazioni sulla mia città offerte oggi dalla lettura del principale quotidiano locale: come possa funzionare un invito a Gorizia strutturato in questo modo,  è molto difficile capire.
L'ultima delle quali - cioè, magari ci fosse la macchina del tempo - è indescrivibile:  nel 1918 io proprio non vorrei tornare.
La tragedia della prima guerra mondiale ha prodotto conseguenze nefaste sulla comunità goriziana, le ha strappato il cuore e, nonostante gli sforzi per rianimarla, i troppi interventi di ingegneria genetica hanno reso irriconoscibile culturalmente quanto è sopravvissuto.

E sia ben chiaro: nessuno che abbia un minimo di ragionevolezza ha intenzione di regredire ai fasti della Nizza austriaca, perchè tutti vorremmo invece andare avanti, utilizzando memorie ed esperienze per costruire una comunità coesa intorno alla propria complessa e ricchissima identità. Non ci interessa il piccolo antiquariato da mercato delle pulci, ci interessa recuperare, coscientemente, i significati della nostra storia e catalogarli quali nostra comune ricchezza ed eccezionale opportunità di investimento civile e culturale. Quindi i pezzi della nostra storia vorremmo fossero considerati e trattati meglio del bric a brac di un rigattiere. 
Il confine aperto non ci interessa come lugubre pesa pubblica dei decenni di guerra fredda, ci interessa come luogo dove ( anche ) l'elaborazione oggettiva e documentata dei decenni di guerra fredda sia strumento utile a ricomporre, in un contesto storicamente ben più ampio e con lo scopo di imprimere alla memoria storica una effettiva spinta evolutiva, l'unità socio culturale del territorio.

Per approfondire, con una gradevole lettura e con corretti riferimenti, il segmento della storia di Gorizia che ha tra i suoi protagonisti Carlo
Michelstaedter, si consiglia

"Sulle tracce di Carlo. Antichi percorsi e nuove scoperte nei luoghi di Carlo Michelstaedter." Testi di Anna Cecchini. Foto di Carlo Gulin. Gorizia, ArteGorizia, 2017




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