Ieri sera, la sala del centro ascolto di Caritas ha finalmente cessato la sua funzione di rifugio di emergenza. Tutte le persone accolte provvisoriamente sono state inviate al tendone o al dormitorio Faidutti.
di Martina Luciani
La chiusura di questa estrema forma di accoglienza, coordinata non senza fatica da Caritas e dai volontari, è stata possibile perchè la Prefettura, dopo numerose sollecitazioni al Ministero degli Interni, ha operato una serie di trasferimenti dei richiedenti asilo tra le diverse sedi "governative" liberando posti nelle strutture cosiddette "di primo livello".
Anche per questa volta, il bilancio dell'accoglienza parallela agli accessi istituzionali, sostenuta da Diocesi, Caritas, associazioni e volontari, per un verso ha assicurato che nessuno fosse costretto a dormire all'aperto e per l'altro ha ulteriormente dimostrato che le dinamiche degli arrivi a Gorizia erano completamente slegate dall'esistenza di un sito come galleria Bombi.
Un calcolo, grossolano ma non irreale, porta a ritenere che circa 3000 richiedenti asilo nel corso di quest'anno siano giunti a Gorizia. Di questo bisogna prendere atto, inutile commentare o perdere energia in discorsi di fantapolitica: il sistema di accoglienza locale deve essere calibrato su queste cifre. L'unica alternativa sono i cavalli di Frisia lungo il perimetro comunale: che mi pare uno scenario apocalittico e retrodatato storicamente, giuridicamente e socialmente.
Ulteriore evidenza di questa ennesima, dura prova di resistenza alla crisi del sistema gestionale istituzionale: le problematiche e le lungaggini di alcuni adempimenti burocratici potrebbero essere risolte individuando, a livello nazionale e con criteri specifici e condivisi, modalità più semplici e rapide, ad esempio, per il rinnovo dei permessi di soggiorno e per gli adempimenti che possano dare opportunità di inserimento e lavoro, in Italia e in Europa.
Tutte le persone dotate di buon senso, in vario modo impegnate nella cronica emergenza, si chiedono cosa accadrà stanotte, e nelle prossime notti (inclusa la notte più accogliente dell'anno, cioè la Vigilia di Natale) se nuovi profughi arrivati a Gorizia non riuscissero a trovare riparo nelle sedi ufficiali o non governative: un mero esercizio di solidarietà umana o un concreto problema istituzionale, in primis del Comune? C'è un luogo istituzionalmente attrezzato per dare immediato rifugio a chi, cittadino italiano o migrante, si ritrovi per strada nel cuore dell'inverno? NO.
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