giovedì 16 novembre 2017

Three shades of green: un luna park? Commissione consiliare urbanistica e poi conferenza di servizi in Regione: a sorpresa, cambia il tassello centrale SUD.

Autorizzazione per la centrale SUD del progetto Three shades of green da rifare perchè è stato presentato un nuovo progetto. Veloce passaggio in commissione urbanistica, per il Comune tutto ok. Ma perchè non se ne parla in consiglio Comunale?



di Martina Luciani

Da diversi mesi, chi sapeva ha prudentemente taciuto: l'originario progetto della centrale a biomasse SUD, quella che abbiamo sempre saputo avere la funzione "verde" di alimentare elettricamente - il calore si butta, così in zona si scaldano i merli d'inverno - l'impianto per il trattamento dei rifiuti metallici non ferrosi ( erroneamente progettato e autorizzato all'interno della delimitazione del centro urbano, e non all'esterno, come stabilito dalla norma regionale vigente) è stato sostituito da un nuovo progetto.

VIVA LA TRASPARENZA E LA PARTECIPAZIONE!

Il comitato NoBiomasseGO lo scopre a ridosso della commissione consiliare urbanistica, freudianamente convocata per discutere del progetto Three shades of green ( si,  proprio quello che invece la Regione FVG - Direzione centrale Ambiente Energia - chiamata in causa dalla Prefettura alla quale i cittadini si sono rivolti, parallelamente all'istanza alla Commissione Europea -  ha dichiarato di non avere sotto mano: ovviamente il comitato ha provveduto a farglielo avere, inclusi gli articoli di stampa che ne parlavano).

Bene, lunedì 13 novembre, si svolge la commissione consiliare, che conclude, nonostante l'opposizione dei consiglieri di minoranza, che il nuovo progetto va bene. Nessuna considerazione sulle criticità ambientali e procedurali descritte mille volte dai cittadini, manifestate nelle vie e nelle piazze, oggetto di richieste formali, memorie e segnalazioni alla Procura. Nessuna premura per verificare se su tutti gli impianti, separatamente autorizzati, non si fosse dovuto effettuare lo screening di valutazione impatto ambientale.
Anche in questo caso la consultazione pubblica in tutta questa vicenda si svolge, in termini di contrapposizione, fuori dalla stanza dei bottoni.

DOVE STA IL CONSIGLIO COMUNALE?
Il parere favorevole è quanto il Comune di Gorizia porta in conferenze di servizi, in  sede regionale (che sostituisce nel percorso delle autorizzazioni la defunta Provincia: ma attenzione, c'è un asse ereditario, non si creda che, morto il babbo, tutto si archivia, come crede qualcuno).
Il consiglio comunale non è chiamato a discutere la questione perchè, a causa della sventurata variante 36, approvata evidentemente sulla base di presupposti e scenari diversi da quelli con cui oggi ci misuriamo,  il sito è diventato produttivo e come tale lo si ritiene tout court  idoneo ad accogliere questo tipo di impianti.



Sarà anche vero che non è necessario si vada in consiglio comunale tenuto conto che la zona è produttiva, ma un dibattito in consiglio comunale ci deve assolutamente essere! Una protesta che si protrae da anni, coinvolgendo cittadini dei più diversi orientamenti politici, dovrebbe essere considerata dal  consiglio comunale  quale elemento fondamentale nel processo istituzionale di decisione, da presentare adeguatamente in  conferenza di servizi.
E questo perché il concetto di urbanistica da tempo è stato autorevolmente allargato, dai giudici amministrativi e costituzionali, ad una concezione ben più ampia di quella meccanicistica di espressione della potestà edificatoria sul suolo, e riguarda lo sviluppo del territorio considerato nella sua complessità.
Quindi, considerate tutte le sfaccettature di questa vicenda, le ombre e gli interrogativi senza risposta, sarebbe opportuno che il consiglio comunale si pronunciasse nuovamente.
Bene farebbe quindi il presidente del Consiglio,  supportato da chi sia consapevole della responsabilità del parlamento cittadino e del fatto che valutare la compatibilità urbanistica di una iniziativa imprenditoriale non può risolversi negli automatismi della zonizzazione dello strumento urbanistico comunale e deve comportare una attenta considerazione di tutti gli elementi che vengano in rilievo, a convocare urgentemente i consiglieri per la discussione di una mozione che rappresenti  correttamente e degnamente in Conferenza il parere "formale"  del Comune.

Di seguito il comunicato inviato ieri alla stampa dal comitato NoBiomasseGO.


15 NOVEMBRE 2017. La riapertura in Regione della conferenza di servizi per una nuova versione del progetto della centrale a biomasse Sud è l’occasione perfetta per il Comune di Gorizia per esporre  in sede istituzionale la problematica dello spacchettamento del progetto di Three shades of green in tre, anzi quattro, procedimenti autorizzatori, tutti presentati dallo stesso proponente e situati nella stessa area.

Il comitato NoBiomasseGo ha invece constatato, dalle risultanze della commissione urbanistica svoltasi lunedì scorso, convocata formalmente per discutere del progetto Three shades of green,  la sostanziale indifferenza della maggioranza tanto sulla questione della VIA quanto sulla necessità di dare risposta alla volontà ripetutamente espressa dai cittadini di non avere un’ isola di produzione industriale tra i quartieri dove vivono.
Produzione industriale che, peraltro si trascina in una successione spesso dubbia di richieste di proroga dei termini di inizio e fine lavori e variazioni progettuali. Ciò avviene ormai da così tanto tempo da non rendere improbabile tra le persone di buon senso l’interrogativo sull’effettiva “capacità economica e finanziaria” messa in gioco nel progetto, mentre permane totale silenzio sulla rilevanza dello stesso in termini di nuova offerta occupazionale sul mercato del lavoro locale.

Il Comitato ritiene che il nuovo progetto servirà soltanto ad incassare le tariffe incentivanti,  pagate dai cittadini con le quote nelle proprie bollette elettriche: tutti i costi di questa operazione, incluso quello ambientale, gravano quindi sulla collettività che non riceve alcun tipo di utilità o compensazione, in evidente contraddizione con la pubblica utilità dell’iniziativa, sbandierata a più riprese.   Attraverso il consigliere comunale Andrea Picco, è stata consegnata una serie di rilevanti osservazioni agli uffici tecnici comunali con la richiesta di presentarla in conferenza di servizi.

Indipendentemente dalle soglie di potenza,  la valutazione in conferenza di servizi del progetto della centrale Sud non può prescindere dal considerare il cumulo degli impatti ambientali e le relative interferenze con impianto di trattamento rifiuti di alluminio, impianto per la lavorazione dell’alluminio “end of waste” e centrale Nord: su questa situazione il comitato NoBiomasseGO ha sempre  ribadito la necessità di chiedere lo screening di VIA,  visto anche che la Corte di Giustizia europea continua a sostenere nelle sue sentenze che non effettuare le Valutazioni di impatto ambientale è illegittimo. Il discorso del depotenziamento dell’impianto  non sposta la questione che quattro progetti sono stati autorizzati senza screening preliminare di Valutazione di Impatto Ambientale. La Corte Costituzionale, il 20 ottobre scorso, ha affermato  che la previsione dello screening da parte del legislatore statale va ricondotta all’esigenza di sottoporre a detta procedura, in attuazione di quanto previsto sul punto dalla normativa europea, qualsivoglia tipologia di progetto, a prescindere che questo sia di competenza statale o regionale, senza consentire esenzioni a priori e in via generale, fondate esclusivamente su parametri dimensionali.

 Il Comune di Gorizia che rappresenta i cittadini e l’istanza di tutela dei diritti della collettività  deve chiedere che tutta la questione sia ridiscussa e domandare lo screening di VIA. 

Se non si ritenesse di presentare le osservazioni sul nuovo progetto centrale Sud e sull’ intero progetto Three Shades of Green, significherebbe perseverare nella volontà di lasciare in ombra questioni sulle quali i cittadini chiedono assoluta chiarezza,  ignorare una legittima protesta, non esercitare le responsabilità istituzionali   e considerare che le istanze di tutela e di garanzia  valgono meno di quelle che hanno caratterizzato importanti fasi di pianificazione territoriale da parte dell’ente comunale.

 Il comitato ricorda a tutti i soggetti istituzionali riuniti in conferenza di servizi alla Regione FVG che spetta alle autorità competenti di uno Stato membro, nell’ambito delle loro attribuzioni, adottare tutti i provvedimenti necessari, generali o particolari, affinché i progetti siano esaminati, per stabilire se siano idonei a produrre un impatto ambientale importante e, in caso affermativo, effettuare una valutazione di quest’ultimo.  Provvedimenti di questo tipo sono costituiti, ad esempio, dalla revoca o dalla sospensione di un’autorizzazione già rilasciata al fine di effettuare una valutazione dell’impatto ambientale del progetto di cui trattasi ai sensi della direttiva VIA. In caso di omissione di una valutazione di impatto ambientale di un progetto prescritta dalla direttiva 85/337, il diritto dell’Unione impone agli Stati membri di rimuovere le conseguenze illecite di tale omissione.
 Il comitato ha in corso un’istanza per elusione della VIA nei confronti della Commissione Europea e ha segnalato ripetutamente alla Procura della Repubblica di Gorizia la situazione, incluso il fatto che uno degli impianti del progetto, quello per il trattamento dei rifiuti di alluminio, è stato autorizzato in una localizzazione esclusa dalle norme regionali vigenti per la materia specifica, cioè all’interno del centro abitato come delimitato dal Codice della Strada
 La Regione FVG, su sollecitazione della Prefettura, cui il NoBiomasseGo si è rivolto, ha sostenuto di non avere evidenza di un progetto unitario, che la stessa convocazione della commissione urbanistica cita; la Prefettura nei giorni scorsi ha fornito a Regione e Comune di Gorizia i documenti relativi al Three shades of green, del quale la centrale Sud, vecchio o nuovo progetto che sia, fa parte.




Nessun commento: