Messaggero Veneto. 8 luglio 2017 |
Iniziativa del comitato NoBiomasseGO: che razza di concezione della comunità e della vita quotidiana e della salute e del benessere ha l'urbanista/ amministratore/politico che consente la realizzazione di industrie insalubri tra le case? Non una fabbrica di confetti, sia chiaro, ma impianti di trattamento rifiuti metallici e centrali a biomasse. Non per fornire calore ed elettricità gratis ai cittadini, sia chiaro, ma per il proprio reddito di impresa.
Comunicato stampa. Gorizia 7 luglio 2017.
In occasione della prima convocazione del neo eletto
consiglio comunale di Gorizia, il comitato NObiomasseGO ha organizzato un
presidio davanti alla casa comunale, a partire dalle ore 17 del 10 luglio, in
piazza Municipio.
La manifestazione è la prima iniziativa dei cittadini che
non intendono accettare impianti industriali dedicati al trattamento di rifiuti
e all’utilizzo di biomasse entro il centro urbano, senza utilità sociale, con
interesse e beneficio solo per l’imprenditore industriale, e con evidente
peggioramento delle condizioni ambientali e sanitarie del circondario.
Ulteriori appuntamenti, occasioni informative e presidi di protesta sono in fase organizzativa, mentre il dibattito dalla questione specifica si sta allargando alle problematiche che discendono dalla discutibile visione politica amministrativa del futuro della città, assai poco sostenibile rispetto la tutela ambientale, lo sviluppo compatibile con la salvaguardia del territorio e delle sue risorse naturali, le priorità che discendono dal diritto alla salute e al benessere per gli abitanti e per le generazioni future.
Ulteriori appuntamenti, occasioni informative e presidi di protesta sono in fase organizzativa, mentre il dibattito dalla questione specifica si sta allargando alle problematiche che discendono dalla discutibile visione politica amministrativa del futuro della città, assai poco sostenibile rispetto la tutela ambientale, lo sviluppo compatibile con la salvaguardia del territorio e delle sue risorse naturali, le priorità che discendono dal diritto alla salute e al benessere per gli abitanti e per le generazioni future.
Il problema dell’insediamento industriale Three shades of
green, inserito tra le aree residenziali cittadine di Sant’Anna, Sant’Andrea e
Campagnuzza ha caratterizzato il rapporto tra cittadinanza e pubbliche
amministrazioni sin dal dicembre del 2012, quando venne approvata la sciagurata
variante 36 al Piano regolatore, due amministrazioni comunali guidate dal
sindaco Romoli e ha accompagnato gli ultimi due anni dell’operato della Giunta
provinciale a presidenza Gherghetta.
Ha poi infiammato la campagna elettorale, producendo il
risultato di diffondere in maniera capillare i dettagli di quella che il
comitato NObiomasseGO ha sempre ritenuto sia stata una delle peggiori dimostrazioni
della sensibilità delle amministrazioni locali verso le istanze e le
problematiche dei cittadini rappresentati.
Amministrazioni di opposta matrice politica attraverso le
proprie scelte hanno entrambe esemplificato la gravità del danno che si produce
a causa di pianificazione confuse, ignare di qualsiasi principio di
precauzione, spezzettate nel tempo e prive sia di una salda consapevolezza
degli impatti ambientali e sociali di qualsiasi iniziativa presa sul
territorio, sia della necessità ( scritta o meno nelle norme) del
coinvolgimento preventivo della comunità. I cittadini non comprendono più se
esista una discrezionalità amministrativa che tenga conto dei loro interessi,
se la politica sappia effettivamente cosa fa quando vota un provvedimento, se
comprenda che meccanismi come quello della Valutazione di impatto ambientale,
evitato per il progetto Three shades of green attraverso la suddivisione in
diversi percorsi autorizzativi, sono strumenti che è irresponsabile eludere e
aggirare.
Il comitato è assolutamente determinato a insistere affinchè
il Comune, ente rappresentativo di tutta la comunità, si attivi sul piano
tecnico giuridico e sul piano politico per impedire la realizzazione degli
impianti industriali in città.
Evidentemente la storia allucinante dell’ascensore al
Castello ha insegnato molto ai cittadini: e cioè che distrarsi su quanto
avviene tanto nelle sedi decisionali quanto in quelle tecnico – amministrative
può rendere impossibile correggere determinate situazioni, nell’interesse di tutti e al fine di
perseguire utilità sociale e diritti fondamentali, determinando pericolosi
avanzamenti nella progressiva devastazione dell’assetto urbanistico - sociale e dei livelli di qualità ambientale.
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