Dal 19 aprile su tutte le confezioni di latte e relativi derivati, sia esso vaccino, ovicaprino, bufalino e di altra origine animale,obbligatorie le etichette trasparenti, ovvero chiare, nel senso che deve essere riportata l'indicazione dell'origine.
di Marilisa Bombi
“Noi siamo quello che mangiamo” diceva il filosofo Ludwig
Feuerbach. Ciò che viene introdotto nel nostro organismo non influenza soltanto
il corpo, ma anche i processi energetici, psicologici e spirituali. Migliorare
l’alimentazione può quindi migliorare la vita”. Ed allora, anche se sono in
molti a sostenere che latte e formaggi non fanno bene alla salute, se proprio
non possiamo farne a meno, cerchiamo si sapere, perlomeno, che cosa abbiamo
deciso di mangiare. Il che non è certamente poco!
Il nuovo sistema delineato in Italia rappresenta una vera e
propria sperimentazione e consente di indicare con chiarezza ai consumatori la
provenienza delle materie prime di molti prodotti come il latte UHT, il burro,
lo yogurt, la mozzarella, i formaggi e i latticini. "Vogliamo garantire – ha
dichiarato il Ministro - la massima tutela e trasparenza per consumatori e
produttori. Con la sperimentazione dell'origine in etichetta, infatti, chi
acquista potrà scegliere in modo informato e consapevole il Made in Italy. Si
tratta di una svolta storica che consente un rapporto nuovo tra gli allevatori,
i produttori e i consumatori." "L'Italia - conclude il Ministro -
continuerà a spingere perché questo modello si affermi a livello europeo e per
tutte le produzioni agroalimentari, perché è una chiave decisiva per la
competitività e la distintivita' dei modelli agricoli."
Cosa cambia
A seguito di un decreto ministeriale del dicembre scorso e
che è entrato in vigore il giorno 19 aprile, le diciture utilizzate dovranno
essere le seguenti: "Paese di mungitura: nome del Paese nel quale è stato
munto il latte"; e "Paese di condizionamento o trasformazione: nome
del Paese in cui il prodotto è stato condizionato o trasformato il latte".
Qualora il latte o il latte utilizzato come ingrediente nei
prodotti lattiero-caseari, sia stato munto, confezionato e trasformato, nello
stesso Paese, l'indicazione di origine può essere assolta con l'utilizzo di una
sola dicitura: ad esempio "ORIGINE DEL LATTE: ITALIA".
Se le fasi di confezionamento e trasformazione avvengono nel
territorio di più Paesi, diversi dall'Italia, possono essere utilizzate, a
seconda della provenienza, le seguenti diciture:
- latte di Paesi UE: se la mungitura avviene in uno o più
Paesi europei;
- latte condizionato o trasformato in Paesi UE: se queste
fasi avvengono in uno o più Paesi europei.
Se le operazioni avvengono al di fuori dell'Unione europea,
verrà usata la dicitura "Paesi non UE".
Sono esclusi solo i prodotti Dop e Igp che hanno già
disciplinari relativi anche all'origine e il latte fresco già tracciato.
Insomma, produttori e commercianti hanno avuto tutto il
tempo per adeguarsi alle nuove disposizioni. E, di conseguenza, chi trova etichette
non a norma, (fatte salve le eccezioni chiaramente illustrate nella circolare) non deve farsi alcun scrupolo di coscienza, nel rivolgersi a
polizia o carabinieri per segnalare le illegittimità riscontrate. Perché, alla
fin fine, la salute è tutto!
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