Alla tristezza del recarsi in un cimitero, si aggiunge, in quello Centrale di Gorizia, l’impatto brutale del verde pubblico trattato nel peggior modo possibile.
di Giancarlo Stasi
A quasi un anno dalla segnalazione dello sconsiderato, controproducente e antiestetico intervento su un nutrito numero di cipressi nel Cimitero centrale di Gorizia ho amaramente constatato che le “potature”, o piuttosto barbariche amputazioni, sono proseguite: e questo nonostante la precedente operazione abbia sollevato scandalizzate proteste che hanno evidenziato gli errori tecnici, le incongruenze e i rischi fitosanitari, sottolineato tutta l’incompetenza e la brutalità delle ingiustificate “manutenzioni”, sottolineato i terribili risultati estetici per le singole piante e per il contesto cimiteriale.
L’unica differenza è che i rami stavolta sono stati tagliati e non strappati: magra consolazione!
La scelta di avere piante con la parte basale del fusto libera da rami andava fatta al momento dell’impianto, o negli anni immediatamente successivi, quando queste erano giovani ed avrebbero cicatrizzato bene i tagli, che all’epoca sarebbero stati di piccole dimensioni. A suo tempo, sicuramente più di settant’anni fa, non era stato ritenuto opportuno, esteticamente gradevole ed idoneo allo sviluppo delle piante il tipo di allevamento con la ramatura alta.
Gli attuali scriteriati tagli rimarranno visibili fino al termine del ciclo vitale delle piante stesse, testimoniando l’insensatezza umana nel rapportarsi alla natura. Non si parli di topiaria: quella è un’arte e qui ci troviamo invece di fronte ad una serie di nefandezze. Spiccano la potatura di un Cipresso che ormai ha solo due rami ancora vitali e che era meglio da ogni punto di vista abbattere (foto1) ; la potatura fatta a casaccio su un altro Cipresso, lasciando un ramo completamente disseccato tra quelli invece tagliati (foto 2); tagli su piante giovani eseguiti maldestramente con la motosega quando bastava un semplice paio di forbici da potatura per assicurare un taglio netto e pulito.
Certamente quanto speso dal Comune poteva essere più opportunamente utilizzato per:
- effettuare un bonifica fitosanitaria delle parti colpite dal Cancro del Cipresso su numerosi esemplari (foto 3) e ciò sia per risanare le piante malate sia per diminuire la presenza del fungo e prevenire gli attacchi di scolitidi (piccoli coleotteri che depongono le uova in gallerie sotto la corteccia di piante preferibilmente debilitate ed in cui si sviluppano le larve. I nuovi adulti che usciranno da queste gallerie larvali si nutriranno di freschi germogli diffondendo le spore del fungo patogeno);
- bagnare le piante di nuovo impianto, manutenzione che si usa fare assai poco, come ad esempio nel caso del Cedro, un bell'esemplare certamente costoso posto ad un incrocio dei viali interni, impiantato recentissimamente e già disseccato in agosto del 2024, ancora presente come testimonianza di manutenzione nulla, custodia negligente e sperpero di pubblico denaro (foto 4);
- abbattere e sostituire le piante disseccate o irrimediabilmente compromesse;
- togliere i tutori ed i legacci da piante ormai affrancate, che in un caso sono stati parzialmente inglobati tra due fusti affiancati, creando un danno attuale e futuro ed indebolendo una struttura già critica di suo;
- nel piazzale davanti l’ingresso del cimitero abbattere i Carpini disseccati o in via di disseccamento, sostituendoli con la stessa specie ed integrando quante già eliminate nel corso degli anni, allevandoli e potandoli allo stesso modo, ridando unitarietà all’impianto, molto bello e caratterizzante.
Ovviamente nessuno penserà di giustificare l’accaduto ai cittadini. Né del resto esiste alcun modo possibile di giustificare questo trattamento al verde pubblico.
La gestione del verde urbano è la gestione di un patrimonio collettivo, quindi un investimento diretto a conservare, proteggere e, in aggiunta, accrescerne l’estensione e la qualità, con i relativi servizi ecosistemici ( non solo di mitigazione ma anche di tutela della biodiversità) dei quali abbiamo assoluto bisogno, vista la crescente pressione del cambiamento climatico.
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| foto 1 |
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| foto 4 |
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| foto 3 |
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| foto 2 |





2 commenti:
Da piangere….ma come si fa? Azzardo ipotesi che la responsabilità sia da attribuire esclusivamente a chi si occupa dei servizi cimiteriali a tutti i livelli: mi sembra impossibile che chi si occupa, anche da poco, di giardinaggio possa fare uno scempio simile….. una vergogna!!
Quando mancanza di senso estetico, sensibilita' ambientale e rispetto per il Luogo trovano sintesi in un'abominevole mancanza di professionalita' dei vari livelli coinvolti (progettazione, esecuzione, supervisione di cantiere).
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