lunedì 19 dicembre 2022

Dal dentro al fuori. A Gorizia, si ragiona di carcere, di misure alternative alla detenzione, di lavoro come percorso di re-inserimento.

Quanto ne sappiamo noi tutti delle misure alternative alla detenzione? Assai poco. È stato quindi un incontro utile e importante, intitolato “Dal dentro al fuori: l'esecuzione penale oltre le mura”, quello organizzato da Conferenza Regionale Volontariato e Giustizia FVG e ospitato nella sede di Agorè in Corso Verdi a Gorizia.

di Lodovica Gaia Stasi

L’incontro ha avuto come protagonista la dott.ssa Fausta Favotti, Funzionario di Servizio Sociale dell'Ufficio Distrettuale Esecuzione Penale Esterna (UDEPE), di Trieste e Gorizia, che ha esposto con semplicità e grande competenza la tematica delle misure alternative alla detenzione e della messa alla prova, dirette a realizzare la funzione rieducativa della pena, in ottemperanza all’articolo 27 della Costituzione.

L’esecuzione penale esterna al carcere si articola in uffici distrettuali e interdistrettuali rientrati nel Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità del Ministero della Giustizia: sono uffici paralleli ed esterno al carcere, che fungono da ponte tra le attività intramurarie realizzate dal detenuto e la realtà esterna.
Le misure alternative alla detenzione sono la semilibertà, la detenzione domiciliare, l’affidamento in prova ai servizi sociali.  Infine, vi è  la messa alla prova. La sospensione del processo con messa alla prova è una modalità alternativa di definizione del processo, attivabile sin dalla fase delle indagini preliminari, mediante la quale è possibile giungere ad una pronuncia di proscioglimento per estinzione del reato, laddove il periodo di prova cui acceda l'indagato / imputato, ammesso dal giudice in presenza di determinati presupposti normativi, si concluda con esito positivo.
Gli uffici locali di esecuzione penale esterna svolgono, tra le altre attività, le indagini socio familiari e l’osservazione del comportamento del detenuto; propongono all’autorità giudiziaria il programma predisposto per i detenuti che chiedono di essere ammessi a misure alternative al carcere e svolgono i controlli nella fase dell’esecuzione della misura disposta dal Tribunale di sorveglianza in presenza dei requisiti previsti dalla legge.
Attraverso il dibattito con il pubblico è stato messo in risalto come le misure alternative abbiano “aperto un varco nel muro del carcere”, rendendo possibile un paradigma di giustizia in cui la persona condannata interagisce con la comunità e il territorio,  può ricostruire i rapporti spezzati con la commissione del crimine, elaborare pienamente le proprie responsabilità  e lungo un percorso rieducativo avviarsi al re-inserimento sociale.
Gli interlocutori dell’UEPE, con i quali vengono attivati gli specifici percorsi per i condannati cui sono state riconosciute le misure alternative,  sono i soggetti del Terzo Settore, associazioni e volontariato in primis, e le pubbliche amministrazioni locali. 

L’osservazione sul tema della detenzione in carcere e delle misure alternative proseguirà il 20 dicembre, alle 18.00, nuovamente su iniziativa di CRVG Friuli Venezia Giulia: sempre nella sede dell’associazione goriziana Agorè si parlerà del ruolo del lavoro nel percorso di re-inserimento sociale del detenuto. Interverranno il dott. Alberto Quagliotto e la dottoressa Margherita Venturoli, rispettivamente direttore e educatrice della Casa Circondariale di Gorizia.

Si segnala inoltre che nella galleria di Agorè, fino al 21 dicembre 2022, dalle 16.00 alle 19.00, è possibile visitare la mostra “pArte da dentro”, che espone i quadri realizzati nell’ambito dei laboratori permanenti di pittura e bricolage, dai detenuti in regime di Alta sicurezza presso la Casa Circondariale di Tolmezzo.

 

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