Dalla sapienza antica dei Caldei uno strumento che ha lo scopo pratico di classificare e gestire questioni relative all’armonia e disarmonie del corpo e dell’anima.
a cura di Marco Vittori
Se andiamo a ritroso nel
tempo, ci rendiamo ben presto conto che dalla Mesopotomia al centro del
Mediterraneo, dai Caldei agli Egizi, dai Greci agli alchimisti europei, dalla Cabala alla meccanica quantistica, le
esperienze mediche, filosofiche, matematiche, astronomiche, astrologiche, pur
nella peculiarità delle tradizioni culturali, hanno degli strumenti di lavoro
comuni: il 3, il 4 e il 7.
La Trinità di Solfo, Mercur e Sal descrive e spiega la realtà fisica, che è tridimensionale.
La catalogazione dei quattro elementi, intesi come “stati” della materia, Fuoco, Aria, Acqua e Terra, invece esprime la densità e la dinamicità della realtà medesima.
La Trinità di Solfo, Mercur e Sal descrive e spiega la realtà fisica, che è tridimensionale.
La catalogazione dei quattro elementi, intesi come “stati” della materia, Fuoco, Aria, Acqua e Terra, invece esprime la densità e la dinamicità della realtà medesima.
Evidentemente però
l’esperienza di osservazione e interazione con il mondo attorno solo con gli
strumenti del 3 e del 4 si rivelava anche per gli antichi insufficiente.
Pitagora, che era entrato in contatto con i sapienti egizi e assirobabilonesi, insegnava ai suoi discepoli che il numero che meglio esprime la realtà è il 7, somma del 3 e del 4.
E invero nell'antichità il
numero sette è stato molto presente, ed è giunto fino alla nostra
quotidianità, nelle rappresentazioni sia
sacre sia civili, in realtà senza soluzione di continuità le une nelle altre.
Forse il legame tra il 7 e l’essere umano è,come ci spiega Jung, una di quelle forme innate che albergano nel nostro inconscio.
Forse il legame tra il 7 e l’essere umano è,come ci spiega Jung, una di quelle forme innate che albergano nel nostro inconscio.
L’elenco
è infinito: sette colli e sette re di Roma, sette anche i colli di
Costantinopoli, sette i vizi capitali e sette le Virtù, sette i libri
dell’Eptateuco, Menorah - la lampada
sacra agli ebrei- possiede sette bracci rappresentanti i giorni della Creazione
divina, sette i fori del cranio (bocca, due narici, due fori auricolari e due
fori oculari), sette i giorni della settimana così come le note musicali e i colori
dell’arcobaleno. Ancora, sette sono i doni dello Spirito Santo nel
cristianesimo: sapienza, intelletto,consiglio, fortezza, scienza, pietà e timor
di Dio; sette sono gli attributi fondamentali di Allah: vita, conoscenza,
potenza, volontà, udito, vista e parola;
sette sono gli Dei della felicità del buddhismo e dello shintoismo.
E’ un settenario, composto da Saturno, Giove, Marte, Sole, Venere, Mercurio e
Luna, anche la sequenza caldaica, le
cui origini si perdono nella notte dei tempi.
Della
sapienza dei Caldei ci restano poche tracce, tramandate dai riferimenti e dai commenti di studiosi dei primi secoli
immediatamente prima e dopo Cristo.
Una civiltà densa di segreti, quella caldea, sviluppatasi in Siria e in area mesopotamica, capace di influenzare con la propria cosmogonia e teologia vaste aree culturali, religiose e filosofiche attraverso i secoli. Qualcosa ci resta anche grazie alle ricerche archeologiche. Sappiamo, ad esempio, grazie alle tavolette di argilla, che Nabucodonosor II fece restaurare lo ziqqurat di Borsippa, città non lontana da Babilonia, chiamandolo “Casa delle sette guide del cielo e della terra”, evidente riferimento ai sette pianeti, ai quali era dedicato ognuno dei sette livelli originari del tempio, risalente al secondo millennio avanti Cristo.
Una civiltà densa di segreti, quella caldea, sviluppatasi in Siria e in area mesopotamica, capace di influenzare con la propria cosmogonia e teologia vaste aree culturali, religiose e filosofiche attraverso i secoli. Qualcosa ci resta anche grazie alle ricerche archeologiche. Sappiamo, ad esempio, grazie alle tavolette di argilla, che Nabucodonosor II fece restaurare lo ziqqurat di Borsippa, città non lontana da Babilonia, chiamandolo “Casa delle sette guide del cielo e della terra”, evidente riferimento ai sette pianeti, ai quali era dedicato ognuno dei sette livelli originari del tempio, risalente al secondo millennio avanti Cristo.
I
neoplatonici consideravano sacri i libri caldei, riconoscendovi sconfinata
sapienza, anche se non sempre intelliggibile ai più, e matrice divina; via via
però tanta sapienza andò occultandosi all’interno di gruppi sempre più
ristretti di ispirazione neoplatonica,
gnostica, ermetica, magico-alchimistica.
La sequenza caldaica oggi viene utilizzata, tutt’altro che segretamente, nell’ambito della naturopatia, con gli scopi pratici di classificare e gestire questioni relative all’armonia e disarmonie del corpo e dell’anima.
La sequenza collega ogni ghiandola endocrina del corpo umano -lungo l’asse dall’alto verso il basso- ad una forza planetaria.
La sequenza caldaica oggi viene utilizzata, tutt’altro che segretamente, nell’ambito della naturopatia, con gli scopi pratici di classificare e gestire questioni relative all’armonia e disarmonie del corpo e dell’anima.
La sequenza collega ogni ghiandola endocrina del corpo umano -lungo l’asse dall’alto verso il basso- ad una forza planetaria.
Iniziando dall'alto troviamo: l'epifisi
in relazione con Saturno, l'ipofisi con Giove, la tiroide con Marte, il Sole
con il cuore, le surrenali con Venere, il pancreas endocrino con Mercurio e
l'apparato riproduttivo (maschile e femminile) con la Luna.
Mentre la prima terna coincide con la sequenza planetaria celeste, quella successiva, dal Sole in giù, non replica la posizione planetaria relativa rispetto al nostro pianeta. Questa “differenza” riflette la concezione che le ghiandole endocrine sono semplicemente la “rappresentazione” nel piano ormonale delle sette forze e che non vi é alcuna influenza astronomica-logica da parte dei pianeti sulla biologia e la biochimica.
Gli unici che influenzano il piano
materiale sono il Sole, con la luce, il calore e la gravità, e la Luna dal
punto di vista luminoso(luce riflessa del Sole) gravitazionale e mareale.
Tutto questo appare molto affascinante:
ma a cosa serve?
Ad un naturopata può servire, e serve, per compiere delle scelte nel suo lavoro di terapeuta; e può servire a chiunque per osservare, attraverso gli archetipi dei sette livelli della sequenza caldaica, se stesso nella propria quotidianità.
Cominciamo dal fatto che la divisione del tempo che scandisce i nostri calendari è basata, come accennato in precedenza, sui sette giorni della settimana. In più, i giorni prendono il nome planetario secondo una sequenza “originale” e non casuale: domenica (Sole), lunedì (Luna), martedì (Marte), mercoledì (Mercurio), giovedì (Giove), venerdì (Venere) e sabato (Saturno).
I sette colori fondamentali scandiscono le suddivisioni dello spettro luminoso della luce solare che passa un prisma, con una sequenza propria partendo dalla frequenza più lunga e salendo verso quelle più corte: rosso (Sole), arancio (Marte), giallo (Mercurio), verde (Venere), blu (Giove), indaco (Luna), viola (Saturno).
Ad un naturopata può servire, e serve, per compiere delle scelte nel suo lavoro di terapeuta; e può servire a chiunque per osservare, attraverso gli archetipi dei sette livelli della sequenza caldaica, se stesso nella propria quotidianità.
Cominciamo dal fatto che la divisione del tempo che scandisce i nostri calendari è basata, come accennato in precedenza, sui sette giorni della settimana. In più, i giorni prendono il nome planetario secondo una sequenza “originale” e non casuale: domenica (Sole), lunedì (Luna), martedì (Marte), mercoledì (Mercurio), giovedì (Giove), venerdì (Venere) e sabato (Saturno).
I sette colori fondamentali scandiscono le suddivisioni dello spettro luminoso della luce solare che passa un prisma, con una sequenza propria partendo dalla frequenza più lunga e salendo verso quelle più corte: rosso (Sole), arancio (Marte), giallo (Mercurio), verde (Venere), blu (Giove), indaco (Luna), viola (Saturno).
Facciamo ora una considerazione sul
settenario dal punto di vista della erboristeria spagirica, osservando la
relazione tra ghiandola ormonale – pianeta – parte della pianta.
L'uomo è una pianta che ha le radici
verso il cielo e l'apparato riproduttivo verso terra. Quindi la relazione tra
la morfologia vegetale, la funzione ormonale e l'archetipo planetario che si
può sintetizzare in questa maniera:
Saturno – epifisi – radice profonda;
Giove
– ipofisi – radice media;
Marte
– tiroide – radice superficiale;
Sole – cuore
– colletto;
Venere
– surreni – tronco e rami;
Mercurio – pancreas end. – foglie;
Luna – app.riproduttivo – fiori, frutti e
semi.
Questa informazione permette di
comprendere che se si voglia
efficacemente prendersi cura di una persona con disturbi all'apparato
riproduttivo si sceglierà una certa pianta ma di questa si preferirà il fiore
perchè è “analogico” all'apparato sessuale.
Quindi se il naturopata spagirico
sceglie una pianta che agisca “chimicamente”, per esempio per una
problematica dell'apparato genitale femminile, potrà avere un valore
accrescitivo dell'azione svolta dalla pianta se ne utilizzerà principalmente il
fiore.
Oppure se il problema riguarda una certa difficoltà cognitiva, quindi nell'ambito del cervello, utilizzerà della pianta più opportuna la radice (sempre secondo questa visione analogica).
Questi tipi di relazione risultano abbastanza immediati; altri vanno ricercati, meditati e spiegati all'allievo, e se ritenuto utile e comprensibile, persino alla persona che si rivolga al naturopata.
Oppure se il problema riguarda una certa difficoltà cognitiva, quindi nell'ambito del cervello, utilizzerà della pianta più opportuna la radice (sempre secondo questa visione analogica).
Questi tipi di relazione risultano abbastanza immediati; altri vanno ricercati, meditati e spiegati all'allievo, e se ritenuto utile e comprensibile, persino alla persona che si rivolga al naturopata.
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