lunedì 19 agosto 2024

Barbarico intervento sui cipressi del Cimitero centrale di Gorizia: uno scempio dannoso, controproducente e stupido.

Una brutale e insensata chirurgia, del tutto inconcepibile rispetto qualsiasi regola di corretta pratica di cura delle piante arboree.

di Giancarlo Stasi

Il cipresso comune, cioè Cupressus sempervirens var. sempervirens, è sempre associato, a cominciare dalla mitologia greca, al culto dei morti. Non c’è quindi ambito in cui si vogliono ricordare i morti in cui non siano presenti i cipressi: cimiteri in primis ma da noi anche una strada, la Strada Regionale 55 dell’Isonzo, già Statale, detta anche Via Sacra del Vallone, ai bordi della quale erano stati messi a dimora molti esemplari di questa specie in ricordo del sangue versato da tanti giovani soldati, italiani ed austriaci, su questi nostri territori.

Il cipresso è una pianta austera e frugale, che non necessita in genere di particolari cure (ovviamente ha bisogno di ricevere acqua nei primi anni d’impianto) né tantomeno di potature, che possono essere vie di accesso per i funghi agenti di carie del legno, soprattutto di funghi agenti di cancro, in particolare il cancro del cipresso (Seiridium cardinale).


Appare pertanto inconcepibile, sia da un punto di vista estetico sia da quello tecnico, quanto attuato  - e probabilmente da completare – su una trentina degli esemplari del filare di cipressi in fondo al Cimitero centrale di Gorizia. Le annose piante sono state spogliate, per circa 1,5/2 m., dei rami basali, in una maniera che potrei definire barbara, ma resterebbe  comunque un termine riduttivo dello scempio perpetrato.
A ben guardare, pare che prima si sia intervenuti con una piccola ruspa strappando letteralmente le branche, refilando successivamente in maniera approssimativa le lacerazioni dei rami con una motosega. Le piante in molti casi hanno emesso resina sia dai tagli sia dai fusti, segnale di grave sofferenza.
Quanto attuato è del tutto inconcepibile rispetto qualsiasi regola di corretta pratica di cura delle piante arboree. Aggiungerei: è un’operazione dannosa, controproducente e concettualmente stupida.

Mi spiego. Dannosa: si sono predisposti i cipressi  ad un declino vegetativo che li porterà ad un precoce disseccamento (danno anche erariale oltre che ambientale). Controproducente: sono state inferte una quantità incredibile di ferite, porta di ingresso per i funghi che attaccano il cipresso, cancro del cipresso soprattutto. Concettualmente stupido: esteticamente le piante sono più brutte, non hanno più il loro naturale portamento e manifesteranno fino alla loro morte le orrende cicatrizzazioni di questa brutale e insensata chirurgia.

 



Le domande che naturalmente non troveranno risposta sono: chi ha deciso tali azioni? chi le ha commissionate? chi le ha attuate? chi non ha effettuato i controlli sulle modalità di esecuzione?


Se si fosse voluto impiegare proficuamente le risorse pubbliche, per migliorare sia l’estetica del luogo sia la sanità del complesso arboreo, il lavoro da attuare consisteva nella bonifica fitosanitaria dal cancro del cipresso, molto diffuso e molto virulento. Va sottolineato che lasciare in loco alberi malati significa aumentare a dismisura la quantità di spore che si diffondono nell’aria e sulle piante ancora sane. Quindi quel che andava fatto era non già il barbarico intervento visibile a tutti, ma il taglio ed asporto delle parti disseccate delle piante, procedendo eventualmente all’abbattimento degli esemplari più colpiti e alla sostituzione con dei cloni di cipresso selezionati per la loro resistenza al cancro. Bastava prendere esempio da quanto attuato dal Comune di Šempeter-Vrtojba nel cimitero poco oltre il Parco Basaglia.
Invece il Comune di Gorizia persevera nella sua pessima e irresponsabile gestione/distruzione del verde urbano/patrimonio collettivo.

Uno dei cipressi del Cimitero centrale di Gorizia, colpito dal cancro, ormai ad uno stadio avanzatissimo e irrecuperabile.