Presentato oggi in conferenza stampa il ricorso di cittadini e associazioni nazionali e locali. Prima udienza il 27 novembre prossimo.
di Lodovica Gaia Stasi
E’ un paradosso che una Regione a
Statuto speciale come il Friuli Venezia Giulia nella propria legge elettorale non preveda
la doppia preferenza di genere: è una sorta di specialità in negativo, visto
che solo altre due Regioni italiane – Sicilia e Valle d’Aosta, entrambe a
statuto speciale - vantano lo stesso primato, mentre tutte le Regioni a Statuto
ordinario hanno adattato il proprio ordinamento.
Il Friuli Venezia Giulia, oltretutto, ha uno speciale bisogno di riequilibrare, nell’ambito delle cariche elettive regionali, la presenza femminile che si colloca non solo sotto la media delle assemblee elettive della Repubblica ma persino sotto la media delle regioni italiane.
Si è discusso di questa
situazione nel corso della conferenza stampa, svoltasi oggi a Udine, indetta
per illustrare il ricorso presentato al Tribunale civile del capoluogo friulano
per l’accertamento della illegittimità della legge elettorale regionale per la
parte in cui non è contemplatala la facoltà di esprimere due preferenze a
favore di candidati di genere diverso. La prima udienza è attesa il 27 novembre
prossimo.
L’iniziativa, come ha
spiegato Annunziata Puglia, ex magistrata e rappresentante di Rete per la
Parità, è stata avviata da 9 cittadini e sette associazioni con lo scopo di
fare ciò che la politica non ha voluto fare e che costituisce una violazione
dei diritti dei cittadini del Friuli Venezia Giulia, e non solo delle donne; e
determina anche una discriminazione grave rispetto a tutto il corpo elettorale
italiano ( a parte quello siciliano e quello valdostano). Appare
Andreina Baruffini
Gardini, avvocata, esponente di Se non ora quando?, ha spiegato che i
ricorrenti hanno scelto di evitare il ricorso in via amministrativa che avrebbe
comportato l’impugnazione dei risultati delle ultime elezioni regionali. Si è
preferito rivolgersi al tribunale ordinario, che più agevolmente potrà
pronunciarsi e valutare se l’art.25 della legge elettorale del Friuli Venezia
Giulia costituisca una censura alla libertà dell’elettore nella scelta di due candidati
di sesso diverso. Il tribunale potrà rimettere la questione alla
Corte Costituzionale o decidere direttamente sulla questione: e cioè, la
legge elettorale del Friuli Venezia Giulia è in netta contraddizione con
l’articolo 3 e 51 della Costituzione e con lo Statuto speciale del FVG
(ricordiamo che è una legge costituzionale) in cui è sancito, all’art.12, che è
compito del legislatore regionale conseguire l’equilibrio della rappresentanza
dei sessi, promuovendo condizioni di parità per l’accesso alle consultazioni
elettorali.
Ester Soramel,
avvocata, esponente del Comitato Pari Rappresentanza 50e50, ha sottolineato che
il ricorso è stato presentato da associazioni e cittadini di diverse posizioni
politiche, a dimostrazione che i diritti civili sono universali. La doppia
preferenza di genere non è lo strumento definitivo per eliminare la disparità
di genere all’interno degli organismi elettivi ma uno degli strumenti di cui si
dispone. Solo dopo l’applicazione uniforme della doppia preferenza su tutto il
territorio nazionale sarà possibile verificare se sia veramente efficace
rispetto i suoi obiettivi e quali correttivi eventualmente vadano apportati.
Relativamente
all’obiezione che per introdurre la doppia parità di genere sia necessario
riscrivere interamente la legge elettorale, Soramel ha precisato che basta
modificare l’art. 25, introducendo la possibilità della doppia preferenza di
genere, in maniera del tutto
indipendente da una futura riforma della legge elettorale, e garantendo all’elettorato
della nostra Regione un diritto fondamentale che attiene alla sfera delle
libertà, visto che il cittadino ha la possibilità di esercitarlo o meno con il
proprio voto.
Roberta Nunin, Presidente della Commissione delle Pari opportunità di Udine, ha evidenziato quanta risonanza avrà la decisione del Tribunale di Udine, ed eventualmente quella della Corte Costituzionale, avrà a livello nazionale e anche europeo.
Il ricorso è stato
presentato grazie all’impegno profuso dal gruppo di lavoro cui hanno partecipato la
prof.ssa Marilisa D’Amico, Prorettrice dell’Università degli Studi di Milano,
l’ avv. Massimo Clara del Foro di Milano, unitamente alla prof.ssa Benedetta
Liberali e al dott. Stefano Bissato, entrambi dell’Università degli Studi di Milano e all’avvocata Andreina Baruffini
Gardini del Foro di Udine.
Le Associazioni
firmatarie sono DonneinQuota, Rete per la Parità, Comitato Pari Rappresentanza
50e50, SeNonOraQuando? Udine odv, Zerosutre APS,Vita Activa Nuova APS, Le Donne
Resistenti.