lunedì 8 ottobre 2018

Lettera aperta all’Azienda sanitaria locale di una partecipante alla Procedura selettiva per 4 posti di coadiutore amministrativo B.

Cara Azienda sanitaria locale,
leggo di te e delle tue vicissitudini, tra gossip e ricorsi al Giudice del lavoro, in occasione dell’avviamento a selezione di personale per 12 posti di centralinista nella tua rispettabile struttura, nel mese di luglio scorso. Leggo e sogghigno, perché ho partecipato alla selezione immediatamente successiva, quella per 4 posti di coadiutore amministrativo, riservata agli iscritti alle liste di collocamento dell’Ufficio del lavoro regionale.
Al colloquio, svoltosi in forma rigorosamente riservata, in 5 minuti, più o meno, sono stata giudicata non idonea. Risulta da un verbale lapidario in cui si legge che i candidati sono stati giudicati inidonei in quanto nell’esposizione degli argomenti oggetto del colloquio hanno dimostrato incertezza e non hanno risposto in maniera esaustiva alla domanda.

   

di Martina Luciani





Il verbale in questione fa riferimento ad un DPR  18/6/77 n.246 che non esiste ( ma è una piccola incertezza normativa che nulla toglie alla validità dell’atto!).
Esiste invece un DPR 18/6/1997 n.246, che sancisce che “Le prove non comportano valutazione comparativa e sono preordinate ad accertare l'idoneità a svolgere le mansioni del profilo nel quale avviene l'assunzione.”
Esiste anche il DPR 9 maggio 1994 n. 487 (norme sull'accesso agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni e le modalita' di svolgimento dei concorsi, dei concorsi unici e delle altre forme di assunzioni nei pubblici impieghi) che all’art. 27, comma 5 scrive: Le operazioni di selezione, sono, a pena di nullita', pubbliche.
La ratio, per analogia con quanto argomentato dal Consiglio di Stato (sentenza del 27 marzo 2015) in materia di concorsi pubblici ( la legge di riferimento è la stessa) coincide con le basilari regole di trasparenza, imparzialità e buon andamento  della pubblica amministrazione. Affinchè  un'aula sia aperta al pubblico, deve essere assicurato il libero ingresso al locale ove si svolgono i colloqui, a terzi estranei, ma anche e soprattutto ai candidati, sia che abbiano già sostenuto il colloquio, sia che non vi siano stati ancora sottoposti. Ciascun candidato è infatti titolare di un interesse qualificato a presenziare alle prove degli altri concorrenti, al fine di verificare di persona il corretto operare della commissione.

Per età e per formazione culturale sono pronta ad accettare le sconfitte quando però io abbia potuto combattere ad armi pari: e questa volta a mio parere le armi  non erano pari. Lo sarebbero state se il segretissimo colloquio cui sono stata sottoposta avesse consentito di verificare la mia competenza su quanto indicato nell’avviso di selezione:  nozioni elementari sul procedimento amministrativo e sugli atti amministrativi; relazione con l’utenza; conoscenza della struttura sanitaria dell’AAS 2 “Bassa Friulana – Isontina”; prova pratica: copiatura di un testo (word) e foglio di calcolo excel.

Quindi ho fatto richiesta di accesso agli atti ( ben prima che il caso centralinisti uscisse sulla stampa) per capire alcune cosette, di cui ora, cara Azienda sanitaria, vorrei parlarti, amichevolmente, senza strascichi giudiziari,  perché sinceramente, vista la tua momentanea celebrità in fatto di selezione del personale, preferisco non affrontare ulteriori tue attenzioni  nell’ambito della gestione delle “risorse umane”. 

L’AVVIO A SELEZIONE. Quando ho saputo della selezione di personale - cui potevo accedere perché, ahimè, disoccupata dal 31 marzo scorso -  e degli argomenti sui quali avrei dovuto misurarmi, mi sono munita dei libri utilizzati qualche mese fa da mia figlia per l’esame di Diritto Amministrativo a Giurisprudenza; ho realizzato con diligenza  una dispensa molto dettagliata sulla struttura/funzionamento dell’ azienda sanitaria locale e già che c’ero sulla strutturazione dei servizi sanitari a livello regionale ( incluso il cameo dell’ Egas creato nel 2014); mi sono fornita di un librone che si intitola Legislazione e organizzazione del servizio sanitario nazionale.  Word ed Excel ho lasciato perdere, quello che so ho ritenuto dovesse bastare.

Ho studiato, con piacere e per un tempo adeguato ad un esame universitario, rinnovando nozioni e puntualizzando per mio personale interesse dettagli non irrilevanti nel marasma delle mutevoli responsabilità  nella realizzazione del diritto alla salute (con annessi e connessi anch’essi a parità di rango di matrice costituzionale).

LA SELEZIONE. Mi presento al colloquio, nella soleggiata mattina dello scorso 8 agosto. Sono molto tranquilla, nonostante qualche “rumors” infausto su questa prova … ma di maldicenze a livello regionale sul sistema di assunzioni nelle aziende sanitarie ce ne sono sempre state, suvvia, non si deve prestare orecchio a queste spiacevoli chiacchiere. Quindi me ne frego, sono preparata a dovere.

Svolgimento del colloquio. Vengo introdotta, su chiamata e da sola, in una saletta .
La commissione è schierata lungo un tavolo sullo sfondo di finestre piene di luce, ci metto un po’ a scorgere i lineamenti  degli esaminatori, non vedo nomi e cognomi né nessuno mi si presenta.
Dalla prima domanda di chiarimento sul lavoro svolto in precedenza in una pubblica amministrazione, comprendo che le informazioni fornite, peraltro meramente autocertificate all’Ufficio del lavoro, non sono state trasferite all’Azienda, quindi nessuno sa niente delle mie passate esperienze.
“Peschi una domanda.”
Pesco una domanda:da una scatola tiro fuori un foglietto ripiegato, sopra c’è scritto organizzazioni sindacali. Tema che rientra evidentemente nella materia nota come Diritto del Lavoro.
Ma qualsiasi cittadino è comunque in grado di rispondere in termini generali, spiegando cosa siano i sindacati e cosa facciano di mestiere. Aggiungo comunque che il Comitato Unico di Garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni, organismo che ho ben chiaro dove sta nell’organigramma aziendale, è formato da  componenti designati da ciascuna delle Organizzazioni Sindacali maggiormente rappresentative a livello aziendale e da rappresentanti dell’Azienda.
Mi si precisa che i sindacati intervengono nella stesura di regolamenti interni ( non lo so, e non ritengo di doverlo sapere ) e mi si chiede se sono conoscenza del fatto che partecipano alla contrattazione nazionale. Con un mezzo sorriso ( mi scappa) a mia volta preciso che non è esattamente una generica partecipazione, i sindacati rappresentano la controparte della contrattazione con la pubblica amministrazione.

“Ma lei che è laureata in giurisprudenza – mi chiede un altro commissario – sa dirci che personalità giuridica hanno i sindacati?”
Scrollo le spalle: non ne ho idea, sinceramente, ritengo che debbano perlomeno essere associazioni riconosciute.
“E invece no!” Esclama con una sorta di soddisfazione il commissario, non sono associazioni riconosciute, tant’è che non è possibile nemmeno sapere quanti siano i loro iscritti. Mi sto seccando sul serio. Commento indebitamente: già, ci sono infinte cose, in questo paese, di cui è impossibile avere conoscenza.

Interviene un altro commissario, altro foglietto : che cosa è un elaboratore di testi. Chiedo se ci si riferisca ad un programma informatico, visto che io ho fatto di mestiere l’elaboratore di testi altrui.
A risposta affermativa, gli dico che è uno dei fondamentali strumenti di lavoro, il più comune è word, che in varie e simili tipologie sta in qualsiasi pc ti capiti in mano, che serve a comporre, modificare, tagliuzzare e ricostruire testi, trasformare la formattazione e costruire da una lettera a un romanzo.

Prova pratica: non c’è. Del resto di questa prova pratica c’è notizia nella comunicazione dell’Azienda sanitaria all’Ufficio del lavoro regionale ma sparisce nel diario del colloquio pubblicato on line. Mah!.

Fine della selezione. Firmi i fogliettini delle domande ( che poi, dai verbali scoprirò essere la numero 63  - in realtà sarebbe la domanda 1 di un elenco che arriva al numero 43 -  e la numero 4). Buongiorno.

IL RITORNO A CASA.  Vado a riordinare la mia scrivania,sono molto perplessa. Cosa hanno capito della mia idoneità?

Inutile riflettere sulle ragioni della domanda e relativi approfondimenti sui sindacati, in rapporto alla professionalità richiesta,  e su cosa avrebbe dovuto rispondere un candidato al ruolo di coadiutore amministrativo di categoria B per garantire di svolgere al meglio le sue mansioni contrattuali. 

Invece mi rode l’interrogativo sulla personalità giuridica dei sindacati. Come faccio spessissimo, piglio la Costituzione Italiana, nella versione commentata, edizione 2014.
L’art.39 afferma che ai sindacati non può essere imposto altro obbligo se non la loro registrazione presso uffici locali o centrali, secondo le norme di legge.
Questo comma dell'art. 39 Cost.non è mai stato applicato: niente registrazione ( e allora quale capacità giuridica?) per il timore che una disciplina di dettaglio facesse perdere autonomia e libertà all’azione sindacale.

Bene, ho sbagliato ma, potendomi basare solo sul metodo deduttivo, ho perlomeno espresso il “dover essere” della questione postami. Chi me l’ha posta, oltre alla velata provocazione sui miei titoli di studio, avrebbe anche potuto rilevare questa non irrilevante difformità della prassi rispetto il dettato costituzionale. Ma queste sono amenità che piacciono ai laureati in Giurisprudenza.
Dopo pochissimo tempo, la sentenza è on line: non idonea.

CONCLUSIONE. Ho letto le polemiche in corso sulla precedente selezione, e da più parti mi è stato suggerito di agire in termini legali, affinchè sia valutata la congruità della mia prova rispetto l’astratta idoneità all’assunzione nella specifica posizione contrattuale.  

Cara Azienda sanitaria locale, ti spiego brevemente perché non ho interesse a chiedere per via giudiziaria l’annullamento della prova.
Innanzitutto perché, nell’ipotesi la ripetessi nuovamente, invece dei 5 minuti che mi sono stati dedicati, verrei probabilmente esaminata ai raggi X fino a che non emergesse  un dettaglio del funzionamento dell’elefantiaca macchina amministrativa che certamente è noto, per quotidiana frequentazione, ad almeno uno dei tre direttori di struttura complessa o agli altri componenti della commissione, rendendo legittima la conclusione che non ho risposto correttamente o con sufficiente disinvoltura.

In secondo luogo:  se i miei dubbi sul sistema di reclutamento del personale non fossero una mia paranoia, come certamente sono, ma invece qualcosa di effettivo e tale da produrre l'annullamento della prova e la sua ripetizione, nell’ipotesi remota io partecipassi e fossi giudicata idonea, probabilmente sarei successivamente oggetto di attenzioni speciali nella mia vita lavorativa all’interno dell’Azienda. Ma sono troppo vecchia e stanca, tanto per subire quanto per difendermi.

PULIZIE CONDOMINIALI OFFRESI. Quindi, a 60 anni, con la mia laurea in giurisprudenza, le mie carenze in Diritto del Lavoro, una variegata esperienza lavorativa, preferisco andare a lavare le scale dei condomini, in quell’ambito esprimere il mio spiccato senso della disciplina, onore  e rispetto della legge, e rinunciare a mettere in pratica la fedeltà ai  doveri costituzionali di diligenza, lealtà, imparzialità e servizio esclusivo alla cura dell’interesse pubblico, che anche nel più modesto degli angolini dell’apparato amministrativo è necessario siano pienamente realizzati.

Con i più distinti saluti. Martina Luciani



2 commenti:

Marilisa Bombi ha detto...

Verba volant scripta manent. Bravissima!

Anonimo ha detto...

Da psicologa esperta di risorse umane inorridisco davanti a queste procedure che nulla hanno a che vedere con la meritocrazia.