Le indicazioni dell'Agenzia delle entrate per il mod. 730 penalizzano fortemente gli italiani residenti in FVG
di Marilisa Bombi
“Le spese mediche sostenute all’estero sono soggette allo
stesso regime di quelle analoghe sostenute in Italia; anche per queste deve
essere conservata a cura del dichiarante la documentazione debitamente
quietanzata.
Se la documentazione sanitaria è in lingua originale, va
corredata da una traduzione in italiano; in particolare, se la documentazione è
redatta in inglese, francese, tedesco o spagnolo, la traduzione può essere
eseguita a cura del contribuente e da lui sottoscritta; se è redatta in una
lingua diversa da quelle indicate va corredata da una traduzione giurata. Per i
contribuenti aventi domicilio fiscale in Valle d’Aosta e nella provincia di
Bolzano non è necessaria la traduzione se la documentazione è scritta, rispettivamente,
in francese o in tedesco. La documentazione sanitaria straniera eventualmente
redatta in sloveno può essere corredata da una traduzione italiana non giurata,
se il contribuente, residente nella Regione Friuli Venezia Giulia, appartiene alla
minoranza slovena.” Sogno o son desta? Perché un trattamento diverso tra i residenti in Valle d’Aosta e nella provincia di Bolzano e, per quanto riguarda il Friuli Venezia Giulia tra cittadini sloveni ed italiani?
Insomma, le istruzioni alla compilazione del mod. 730
approvate dall’Agenzia delle entrate e vangelo per i CAF impegnati in queste
settimane a ricevere i CUD e la documentazione delle spese deducibili dei contribuenti, non
lasciano spazi interpretativi: la ricevuta della clinica universitaria veterinaria
dove Fido è stato portato d’urgenza, o quella dell’ospedale di San Pietro dove
le future mamme sono state invitate ad andare a partorire e dove operano fior
di professionisti, non può essere utilizzata se non è accompagnata dalla
traduzione giurata; il cui costo, palesemente, supera l’ammontare della spesa
sanitaria sostenuta.
E’ questo che ha stabilito l’Agenzia delle entrate con le
istruzioni alla compilazione del mod. 730 (vedi pag. 79) e che si rivela come
una vera e propria beffa nei confronti della comunità goriziana di nazionalità
mitteleuropea che “il confine” l’ha da tempo demolito, ovvero prima ancora che con
la Slovenia, con l’entrata nello spazio di Schengen, venissero definitivamente
rimosse le barriere fisiche di transito.
C’è da sperare, a questo punto, che qualche parlamentare
isontino, o la stessa presidente Serracchiani, lancia in resta, intervenga
prontamente presso il competente Ministro, per rimuovere la discriminazione rispetto
le condizioni di favore stabilite per i residenti della Val d’Aosta o della provincia di
Bolzano, o perlomeno per rimuovere la palese ingiustificata discriminazione
posta nei confronti di chi, residente in Friuli Venezia Giulia, non appartiene
alla minoranza slovena, ma utilizza comunque le strutture sanitarie d'oltreconfine.
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