giovedì 26 maggio 2016

Starace, direttore generale dell'Enel. Come si fa una buona gestione aziendale? Si comincia a far star male quelli che non sono d'accordo.

Schiavi, è stato il titolo dell'ultima edizione di èStoria. Cominciamo a preoccuparci seriamente, perchè è una minaccia onnicomprensiva e tutt'altro che fantascientifica, viste le parole recentemente pronunciate dal direttore generale dell'Enel e rivolte agli studenti della Luiss. Se l'espressione è troppo dura per le nostre delicate orecchie, possiamo sostituirla con servitù della gleba. Ma fa lo stesso.


di Martina Luciani

Un'espressione del burocratese corrente è "combinato disposto": in senso stretto, cioè giuridico, rappresenta il risultato prescrittivo di due norme che si intersecano tra loro sullo stesso oggetto.
Mi è venuta in mente per associare gli innumerevoli stimoli raccolti all'ultima edizione di èStoria e due notizie, una giunta da lontano ( meno temibile, perciò, all'apparenza) e una fresca fresca da casa nostra, roba da far accaponare la pelle.
La prima: pochi giorni fa, il dirigente di un'azienda cinese ha messo i dipendenti a gattoni nella pubblica piazza e sotto gli occhi di centinaia di astanti li ha fatti muovere in uno sconvolgente trenino di schiene curve e teste basse verso il suolo. Una tristezza infinita, ancor di più visto che pare l'iniziativa abbia avuto uno scopo educativo, per rafforzare gli animi e renderli adeguati a sostenere situazioni di stress.
La seconda: università Luiss ( quindi non una sede di casapound), lezione agli studenti dell'amministratore delegato e direttore generale di Enel Francesco Starace. La teoria di costui su come si guidi un'azienda è riportata in virgolettato dal periodico online QuiFinanza: " ....vanno individuati i gangli di controllo dell’organizzazione che si vuole cambiare e bisogna distruggere fisicamente questi centri di potere. Per farlo, ci vogliono i cambiatori che vanno infilati lì dentro, dando ad essi una visibilità sproporzionata rispetto al loro status aziendale, creando quindi malessere all’interno dell’organizzazione dei gangli che si vuole distruggere. Appena questo malessere diventa sufficientemente manifesto, si colpiscono le persone opposte al cambiamento, e la cosa va fatta nella maniera più plateale e manifesta possibile, sicché da ispirare paura o esempi positivi nel resto dell’organizzazione. Questa cosa va fatta in fretta, con decisione e senza nessuna requie, e dopo pochi mesi l’organizzazione capisce perchè alla gente non piace soffrire. Quando capiscono che la strada è un’altra, tutto sommato si convincono miracolosamente e vanno tutti lì. È facile”.
Come giustamente riporta l'articolo, non possiamo sperare che l'Italia e il mondo intero abbia una classe imprenditoriale ispirata a Brunello Cucinelli, re del cachemire che paga i suoi dipendenti il 20 per cento in più degli altri, ha rivoluzionato nella sua impresa il concetto stesso di rapporto di lavoro ed a marzo ha introdotto un rimborso delle spese per attività culturali svolte dai suoi dipendenti ( 500 euro per i single e 1000 euro per chi tiene famiglia). Ma nemmeno puntare a testa bassa alla distopia socio-lavorativa senza nemmeno una parola o due di avvertimento.
Che il direttore generale della multinazionale dell'energia, di cui il Ministero dell'Economia è il principale azionista si esprima come ha fatto, spaventa. Terrorizza in termini culturali, sociali, politici, giuslavoristici, storici. E purtroppo finisce qua. Siamo un paese dove le parole empie volano via con il vento.
Ci resta l'ironia. Il combinato disposto delle due notizie: il dirigente dell'azienda cinese e il direttore generale di Enel hanno frequentato lo stesso corso di aggiornamento in management? Collegamento con èStoria: la paura di perdere il lavoro è un ottimo sistema per renderci schiavi, in Italia e in Cina. Ciao Orwell!

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