lunedì 2 febbraio 2015

Il catasto tavolare resta a Gorizia



tra pensieri e ripensamenti… 

di Diego Kuzmin


Compito degli Amministratori dovrebbe essere l’efficienza del percorso amministrativo, analizzandone continuamente il meccanismo e perfezionandolo rispetto ogni intoppo riscontrato. Quando qualcosa non funziona bene, si provvede modificando in meglio.

Ultimamente non sembrava proprio questo l’obiettivo. Si sono favoriti infatti momenti di demagogia inefficiente e costosa, come la chiusura del Tribunale di Tolmezzo, milioni senza neanche aprirlo, o quello di Palmanova, milioni per trasferirlo a Udine, invece dell’accorpamento gratuito con Gorizia.

Tra le frange demagogiche delle scelte della Pubblica amministrazione, era rimasta la chiusura del Tavolare di Gorizia, che invece, per una lungimirante visione della conduzione amministrativa, proprio a Gorizia avrebbe dovuto essere potenziato.

Ne aveva scritto infatti il compianto giudice Mario Bassi, nel suo fondamentale “Compendio di Diritto Tavolare”, Edizioni della Laguna 2010, raccontando l’efficienza del sistema ex asburgico rispetto quello italiano, per la probatorietà e pubblicità degli aggravi sui beni immobili. Nel primo dopoguerra, ci fu perfino l’illusione che il farraginoso catasto italiano avrebbe potuto trarne lezione, conformandosi lodevolmente a quello ex asburgico, ben più trasparente. Pia illusione ovviamente, come tante cose che si potrebbero imparare dall’estero, ma che non si vuole, per ispirarsi invece alla decrepita legislazione romana.

Ma come funziona il Tavolare all’estero, per esempio a Nova Gorica?

Gli Uffici, in pieno centro dietro le piscine, sono ubicati al pian terreno di uno stabile seminuovo nella centralissima Rejčeva ulica, mentre quelli del Catasto Terreni si trovano al primo piano, in modo da ben collegarsi funzionalmente. Il Giudice tavolare, addetto alla firma di tutti gli atti predisposti da questi Uffici, si trova nel portone a fianco, a venti metri, in una succursale nuova del Tribunale appositamente realizzata in contiguità con i Catasti, proprio al fine di funzionalità e speditezza.

Bene ha fatto quindi la Amministrazione regionale a recedere dalla scelta di spostare il Catasto Tavolare a Gradisca. Bisogna dare atto che per un amministratore non è facile cambiare idea rispetto la scelta presa, nemmeno rispetto la consapevolezza che questa potrebbe non andare a buon fine. Un grande plauso va dato quindi alla Presidente Serracchiani, per l’elasticità dimostrata riguardo la capacità di cambiare idea, quando ci sono argomentazioni differenti, logiche e suffragate.

Una scelta lungimirante e di buon auspicio. Che sia foriera di un futuro più razionale e migliore, per Gorizia e la Regione?




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