lunedì 2 febbraio 2015

C’era una volta il Mercato Coperto di Gorizia



A proposito della vicenda del mercato coperto di Gorizia, straordinario esempio d architettura Liberty,  a proposito del quale ci si è già soffermati a seguito di una questione sollevata dal consigliere comunale Bressan, ecco oggi l'intervento di Manuela Botteghi, esponente del movimento 5 stelle che, già candidata Sindaco, è consigliere comunale a Gorizia.

Dopo molto tempo  il Sindaco Romoli batte un colpo sul quasi defunto Progetto di riqualificazione del Mercato Coperto. Lo avevamo denunciato, nella discussione sul una parte del “tesoretto di Iris”, quando chiedemmo di utilizzarne una parte per la ristrutturazione del Mercato. Naturalmente  la proposta non venne raccolta, nemmeno dal centrosinistra che vota spesso compatto con il centrodestra sulle “cose di sostanza”. Il Sindaco ci dette in Aula  ampie rassicurazioni che a breve sarebbe stato pubblicato il nuovo bando e che, se questo fosse andato nuovamente deserto, avrebbe proceduto con fondi del Comune a ristrutturare il manufatto. E’ passato più di un anno e del bando non c’è traccia visto che siamo ancora agli approfondimenti tecnici che sono in corso da mesi, vedi la risposta alla nostra interrogazione in un lontano Consiglio Comunale nella quale si affermava di stare approfondendo elementi tecnici del bando . Quanto al “recupero delle risorse”, che già c’erano ma che sono state spese altrove, siamo curiosi di vedere da quale cilindro magico salteranno fuori visti i tempi di  vacche magre e le continue lamentazioni di scarsità di fondi. Nel frattempo nel Mercato si gela d’inverno e si muore dal caldo d’estate, le strutture cadono a pezzi e gli operatori son sempre più stufi di lavorare in situazioni  di precarietà di ogni genere.
Che cosa si sta  aspettando? Che il Mercato si spopoli del tutto? Che tutti i banchi siano restituiti? Che ci crolli il tetto in capo? Oppure si sta confezionando un bando su misura? Quel che non  viene mai detto è che il Comune non “concederà l’utilizzo” , ma cederà la proprietà delle aree a scapito del proprio patrimonio in cambio delle meraviglie dell’ennesimo supermercato, di un improbabile parcheggio sotterraneo, dei soliti enunciati posti di lavoro, (Ikea docet). 


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