Nelle strategie di gestione dei profughi a Gorizia, di certo c'è solo il volontariato. Affiancandosi a Caritas, i volontari eviteranno che qualche migrante resti a godersi il gelo invernale, obiettivo evidentemente considerato trascurabile dal Comune di Gorizia, che di un piano emergenza freddo non ha mai sentito il bisogno.
di Martina Luciani
Daranno da mangiare e gestiranno l'accoglienza minima che può essere offerta nella sede di Caritas, in piazza San Francesco: i volontari, coloro che variamente derisi, sbeffeggiati e accusati, dal 2014 si alternano nelle fasi ordinarie e in quelle acute della prima assistenza ai profughi.
Oggi le notizie si sono rincorse: la tenda chiude, no non chiude, e invece si, chiude. Ciò che si attendeva in extremis non era altro che una ordinanza del sindaco con la quale, in deroga alle norme vigenti sulle strutture temporanee e in considerazione dei rigori climatici, disponesse la prosecuzione del servizio di accoglienza, peraltro interamente a carico della Diocesi con le strutture fornite da Medici senza Frontiere. Un meccanismo semplice, analogo a quello di deroga all'orario massimo di riscaldamento nelle case.
Non è accaduto. E' trapelato soltanto che un qualcosa di simile ad un ripensamento fosse scivolato fuori da sotto il portone del Comune, ma non sufficientemente forte, chiaro e strutturato da definire ruoli e responsabilità nel proseguire l'accoglienza nella tensostruttura del Contavalle. Quindi si sgombera.
Stasera sappiamo per certo che, visto il trasferimento odierno di poco meno di una ventina di richiedenti asilo in altre sedi, il gruppo delle persone cui trovare riparo è abbastanza piccolo. Queste sono gli ultimi degli ultimi nella graduatoria burocratica, essenzialmente cioè coloro che hanno perso per i più vari motivi, il diritto all'accoglienza; non hanno tuttavia perso il diritto a veder esaminata la loro domanda di asilo dalla commissione territoriale di Gorizia nella quale la richiesta è incardinata.
Ma certamente domani altri giungeranno, e c'è già il preallarme per allargare la rete dell'emergenza, accogliendo nelle sedi dei partiti e delle associazioni, e facendo conto anche sulla disponibilità di privati cittadini: perchè non è il clima rigido a fermare le migrazioni, nè il deterrente di essere rispediti nel paese di prima accoglienza, e nemmeno che Caritas non abbia più un centimetro quadrato da offrire.
A questo link il comunicato emesso oggi dalla Prefettura sulla riunione periodica mensile del Tavolo Provinciale dell'Accoglienza dei Richiedenti Asilo. Non una parola sulla questione dell'emergenza freddo nè sulla responsabilità per i migranti senza accoglienza: tanto ci pensa il volontariato.
Nessun commento:
Posta un commento
Se inserisci il commento in un vecchio post, invia una mail alla redazione, in modo che se ne possa informare i lettori.