Il contributo di Piazza Traunik.
Lo scenario in cui si sviluppano le nostre osservazioni ha
due prospettive di lettura generale.
La prima è stata sancita recentemente dal Consiglio di Stato: "la tutela dell'ambiente, preordinata alla salvaguardia dell'habitat nel quale l'uomo vive, è imposta da precetti costituzionali ed assurge a valore primario ed assoluto, con la conseguenza che il diritto all'ambiente, quale espressione della personalità individuale e sociale, costituisce un limite ai princìpi d'iniziativa privata previsti dagli artt. 41 e 42 della Costituzione.”
La Corte Costituzionale, l’anno scorso, ha inoltre precisato l’esercizio del potere di pianificazione non può essere inteso solo come un coordinamento delle potenzialità edificatorie connesse al diritto di proprietà, ma deve essere ricostruito come intervento degli enti esponenziali sul proprio territorio, in funzione dello sviluppo complessivo ed armonico del medesimo, che tenga conto sia delle potenzialità edificatorie dei suoli, sia di valori ambientali e paesaggistici, sia di esigenze di tutela della salute e quindi della vita salubre degli abitanti”.
La seconda considerazione: la pubblica amministrazione nell’esercizio della sua discrezionalità amministrativa ha il compito di ponderare gli interessi contrapposti.
Nel caso specifico del progetto industriale Tre tonalità di verde,di cui la centrale in questione fa parte, l’interesse dell’imprenditore e l’interesse della comunità: entrambi parti di un percorso che ha due facce, quella amministrativa/autorizzativa e quella tecnico/ingegneristica.
Appartengono a
quest’ultimo tipo di valutazioni, tralasciando le pur fondamentali questioni
relative all’inquinamento e alla salute, la mancanza ad esempio di benefici per
la comunità in termini di fornitura di energia elettrica e di utilizzo di
teleriscaldamento. Purtroppo anche alla
politica, ci tocca riflettere, sfugge la considerazione degli interessi
generali.La prima è stata sancita recentemente dal Consiglio di Stato: "la tutela dell'ambiente, preordinata alla salvaguardia dell'habitat nel quale l'uomo vive, è imposta da precetti costituzionali ed assurge a valore primario ed assoluto, con la conseguenza che il diritto all'ambiente, quale espressione della personalità individuale e sociale, costituisce un limite ai princìpi d'iniziativa privata previsti dagli artt. 41 e 42 della Costituzione.”
La Corte Costituzionale, l’anno scorso, ha inoltre precisato l’esercizio del potere di pianificazione non può essere inteso solo come un coordinamento delle potenzialità edificatorie connesse al diritto di proprietà, ma deve essere ricostruito come intervento degli enti esponenziali sul proprio territorio, in funzione dello sviluppo complessivo ed armonico del medesimo, che tenga conto sia delle potenzialità edificatorie dei suoli, sia di valori ambientali e paesaggistici, sia di esigenze di tutela della salute e quindi della vita salubre degli abitanti”.
La seconda considerazione: la pubblica amministrazione nell’esercizio della sua discrezionalità amministrativa ha il compito di ponderare gli interessi contrapposti.
Nel caso specifico del progetto industriale Tre tonalità di verde,di cui la centrale in questione fa parte, l’interesse dell’imprenditore e l’interesse della comunità: entrambi parti di un percorso che ha due facce, quella amministrativa/autorizzativa e quella tecnico/ingegneristica.
Su questo sfondo, si pongono innumerevoli interrogativi.
L’irritualità del procedimento in corso è una considerazione derivante dal
fatto che in base alle norme vigenti, discese dalla direttiva Bolkestein, la
gestione del procedimento avrebbe dovuto essere del SUAP: l’ultima parola su un progetto di questo
genere – e parliamo per ora di una sola centrale a biomasse –spetta allo
Sportello unico attività produttive del Comune, deputato a raccogliere tutte le varie autorizzazioni, inclusa quelle
della Giunta provinciale.
Nel senso che le autorizzazioni dei diversi soggetti hanno valore endoprocedimentale e non conclusivo del procedimento. E non è un caso, infatti, se compito del SUAP è quello anche di mettere attorno ad un tavolo, per fornire tutti i chiarimenti necessari, i soggetti portatori di interessi diffusi.
La trasparenza e l’informazione finora hanno clamorosamente difettato, e forse continueranno a non essere pienamente realizzate; sarà dunque cura dei soggetti portatori di interessi pubblici o privati, individuali o collettivi, dei comitati e associazioni portatori di interessi diffusi, chiedere al SUAP tutti i chiarimenti necessari circa il rispetto delle normative tecniche e la localizzazione dell'impianto.
Ricordiamo inoltre che in un caso assolutamente sovrapponibile a quello della centrale in questione, nelle Marche ( centrale di potenza pari a 999 Kwe) il Consiglio di Stato ha chiarito il fatto che questo tipo di impianti siano sotto la soglia prevista per la verifica di impatto ambientale non preclude che essa vada comunque eseguita, in nome dei principi di precauzione e prevenzione.
Infine, le Linee guida emanate a fine marzo dal Ministero dell’ambiente in materia di VIA esprimono una ratio legislativa che sarebbe il caso di cominciare a tener presente, che faranno lavorare di meno gli organi di giustizia amministrativa e la stessa Corte Costituzionale e che ci risparmieranno le sanzioni europee: i progetti non vanno suddivisi e valutati dalle diverse autorità a segmenti, prassi abusata per sottrarli , grazie a solo apparenti dimensioni ridotte, ad una valutazione complessiva delle emissioni, della pericolosità, dell’impatto ambientale, dell’insalubrità. Sono stati fissati, in linea con le disposizioni comunitarie, i criteri per valutare il cumulo dei progetti in un contesto unitario, ma a noi nemmeno serve ragionarci sopra, perché già sappiamo che il progetto della centrale a biomasse in città fa parte di un piano complessivo che prevede un’altra analoga centrale e un impianto per il riciclo di rifiuti di alluminio. La questione dunque è tutt’altro che chiusa.
Nel senso che le autorizzazioni dei diversi soggetti hanno valore endoprocedimentale e non conclusivo del procedimento. E non è un caso, infatti, se compito del SUAP è quello anche di mettere attorno ad un tavolo, per fornire tutti i chiarimenti necessari, i soggetti portatori di interessi diffusi.
La trasparenza e l’informazione finora hanno clamorosamente difettato, e forse continueranno a non essere pienamente realizzate; sarà dunque cura dei soggetti portatori di interessi pubblici o privati, individuali o collettivi, dei comitati e associazioni portatori di interessi diffusi, chiedere al SUAP tutti i chiarimenti necessari circa il rispetto delle normative tecniche e la localizzazione dell'impianto.
Ricordiamo inoltre che in un caso assolutamente sovrapponibile a quello della centrale in questione, nelle Marche ( centrale di potenza pari a 999 Kwe) il Consiglio di Stato ha chiarito il fatto che questo tipo di impianti siano sotto la soglia prevista per la verifica di impatto ambientale non preclude che essa vada comunque eseguita, in nome dei principi di precauzione e prevenzione.
Infine, le Linee guida emanate a fine marzo dal Ministero dell’ambiente in materia di VIA esprimono una ratio legislativa che sarebbe il caso di cominciare a tener presente, che faranno lavorare di meno gli organi di giustizia amministrativa e la stessa Corte Costituzionale e che ci risparmieranno le sanzioni europee: i progetti non vanno suddivisi e valutati dalle diverse autorità a segmenti, prassi abusata per sottrarli , grazie a solo apparenti dimensioni ridotte, ad una valutazione complessiva delle emissioni, della pericolosità, dell’impatto ambientale, dell’insalubrità. Sono stati fissati, in linea con le disposizioni comunitarie, i criteri per valutare il cumulo dei progetti in un contesto unitario, ma a noi nemmeno serve ragionarci sopra, perché già sappiamo che il progetto della centrale a biomasse in città fa parte di un piano complessivo che prevede un’altra analoga centrale e un impianto per il riciclo di rifiuti di alluminio. La questione dunque è tutt’altro che chiusa.
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