mercoledì 17 dicembre 2014

Interventi sulla questione emergenza umanitaria richiedenti asilo: Ilaria Cecot (SEL) e Bressan ( Gorizia è tua)

Interrogazione del consigliere comunale di Gorizia è tua Michele Bressan e nota di Ilaria Cecot ( SEL): non funziona la lettura ideologica dei diritti umani,bene l'accordo con i sindaci, ma nel frattempo sindaco, giunta comunale e Prefettura prendano iniziative d'urgenza per rispondere all'emergenza specifica dei richiedenti asilo in città.



"La questione - ha detto l'altra sera in consiglio comunale Bressan rivolgendosi al sindaco Romoli - non si risolve con slogan, blitz di vario genere, scaricando le responsabilità o non sedendosi ai tavoli istituzionali per cercare soluzioni condivise." Ed ha aggiunto: " Il male, a mio giudizio, è che la questione è letta unicamente secondo la visione ideologica delle forze politiche di appartenenza. Mi hanno lasciato perplesso alcuni interventi suoi e di esponenti della sua giunta, riguardo a due istituzioni, che senza suonare le trombe, operano sul territorio, per tutte le emergenze: la Caritas e la mensa dei frati cappuccini." Bressan, oltre a riprendere le tutele alla persona umana contenute nella nostra Costituzione e nella Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, ha anche ricordato quanti rappresentati istituzionali erano accanto a Papa Francesco durante la sua visita a Redipuglia e quanti poi si sono espressi contro il monito del Pontefice "  A me importa".
Ilaria Cecot  ritiene che " l'accordo trovato ieri dai nostri sindaci in Prefettura sia, di fatto, la "chiave di volta" per uscire, mi auguro in tempi ragionevoli, da questa situazione che ormai dura da un anno. In passato, le problematiche connesse all'immigrazione  erano  oggetto di attenzione nella sola Gradisca, che dal 2006 convive con il Cara ed il Cie; oggi, dopo l'iniziale disorientamento è arrivato il tempo della responsabilità e della programmazione. Risultato straordinario per cui non possiamo che sentirci orgogliosi del nostro territorio e dei nostri Sindaci. Personalmente non ho letto il protocollo ma ne ho parlato con il Sindaco di Romans d’Isonzo, Davide Furlan, e le assicurazioni ricevute mi bastano per sapere che dopo l'impegno seguirà la concretezza.
Mi risulta davvero difficile, invece, comprendere l'atteggiamento del Sindaco Romoli.
 L'Isontino ha teso la mano a Gorizia e lui che fa? Chiude la porta in faccia all'Isontino. Ma non era quello che aveva, giustamente, chiesto?

Il sindaco della città capoluogo , il sindaco della città che vive questo problema sul suo territorio, il sindaco che ad oggi, ricordiamolo, non ha mosso un dito per risolvere questa emergenza. Si è solo lagnato,lamentandosi  di tutto e tutti.
 La sua città , a sua insaputa probabilmente, sta fronteggiando al posto suo questa emergenza. Sono decine i volontari che in questi giorni prestano soccorso a 58 richiedenti asilo privi di convenzione che dormono al Nazareno, grazie al buon cuore di Don Paolo Zuttion, persone affamate, persone che non si lavano da un mese, persone visitate dalla CRI e per le quali è in corso di accertamento la presenza  della scabbia. Dove pensa il signor Sindaco di Gorizia che possa essere fatta la profilassi per evitare i contagi? Al Parco della Rimembranza?  Oppure si potrebbe pensare ad un'ordinanza anti scabbia.
Cerchiamo di essere seri per una volta. Siamo tutti contrari all'ampliamento  dell’operatività del Nazareno quale struttura stabile per l’accoglienza. Ma forse ora, vista la disponibilità dei sindaci isontini e per dare loro il tempo di strutturare l'accoglienza nelle diverse comunità, sarebbe stato più serio e decoroso se il primo cittadino del capoluogo avesse detto : "Colleghi, grazie per l'aiuto che mi offrite. La situazione è di assoluta emergenza per cui, in un'assunzione corale di responsabilità, chiediamo al Prefetto di allargare temporaneamente  la convenzione con la Caritas per il Nazareno, così da utilizzarlo quale snodo organizzativo tra le immediate problematiche degli arrivi, incluse quelle sanitarie oltre a quelle umanitarie, e le diverse destinazioni dell’accoglienza diffusa,  per darvi il tempo di organizzare le nuove strutture. ”
Ecco, così, molto semplicemente il problema  verrebbe risolto e le polemiche azzerate, ma forse, non è quello che si vuole.



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